Il grande progresso della scienza e della tecnologia ci ha garantito una vita indubbiamente migliore: possiamo essere informati, in tempo reale, di tutto ciò che accade nel mondo. Questo non è poco! Possiamo scaricare “dall’amico computer” ogni genere di informazione, dalla previsione del tempo per il prossimo fine settimana, al significato di ogni parola e averne la traduzione istantanea in qualunque lingua. Possiamo informarci sulle più strane e sconosciute patologie o sulle più fantasiose ricette culinarie; insomma siamo in possesso, grazie a questi straordinari mezzi di comunicazione, di infinite informazioni. Bene! Grazie progresso, grazie scienza.
Ma vediamo pure il rovescio della medaglia. I nostri giovani sono informati, non sono “formati” da tutto questo moderno modo e mondo di scienza e di sapienza. Perché? Perché, scaricata l’informazione che occorre sapere in quel determinato momento, non si vuole e non si può perdere tempo ad andare oltre la notizia. Non si è disposti a leggere, a riflettere, a confrontarsi e a comprendere, secondo una propria personale interpretazione, eventi, notizie su cui non si può essere solamente informati. Bisogna prendere un libro, un giornale e leggere. Leggere per provare il piacere di sapere, di acculturarsi, non di informarsi. Purtroppo si è perduto il gusto di leggere, quindi è venuto meno uno degli strumenti essenziali per la formazione della personalità di ciascuno.Leggere è vivere emozioni, è attraversare il percorso di vita di altri esseri e modellare il proprio. Leggere è conoscere, è confrontarsi, è maturare e crescere giorno per giorno, arricchendo la mente e lo spirito. Con questo discorsetto non voglio colpevolizzare i nostri giovani; essi subiscono, purtroppo, quello che loro propina questa epoca storica.
“Ai posteri l’ardua sentenza!”.
Palinuro, 7 febbraio 2017
Maria Luisa Amendola