Caro Sindaco,
nella primavera del 2012, durante la campagna elettorale che la portò a diventare il Primo cittadino di questo Comune, Lei ha più volte ribadito che avrebbe svolto il suo mandato con la diligenza del buon padre di famiglia.
Il concetto della “diligenza del buon padre di famiglia”, ricordo a me stessa, deriva dall’antico Diritto Romano (bonus pater familias), ed ancora oggi, nel linguaggio giuridico, viene utilizzato per indicare un vero e proprio criterio del comportamento dell’obbligato nell’adempiere l’obbligazione (art. 1176 c.c.). Pertanto, tale criterio indica la misura dell’attenzione, della cura e dello sforzo psicologico che l’obbligato deve adoperare per attuare la prestazione nel modo stabilito, cioè esattamente.
Quindi, la Sua dichiarazione non si poneva come un’opzione in più nell’amministrare ma di un preciso DOVERE. In realtà, tra un Sindaco e i cittadini che gli hanno dato la loro fiducia si stipula un contratto: i cittadini gli affidano il proprio territorio e il Sindaco si impegna a tutelarlo e ad accrescerne le capacità redditive. Ma cosa fa un padre per essere un buon padre di famiglia?
Innanzi tutto si preoccupa di fornire un’abitazione decorosa alla sua famiglia per renderle una vita più facile e serena; si preoccupa di dare ai figli un’istruzione; si preoccupa della loro salute e del loro futuro, fornendo loro gli strumenti adatti per la loro realizzazione, senza fare differenze, tutelando innanzitutto i più deboli. Considerato che il territorio è la casa di tutti noi cittadini, possiamo onestamente dire che sia ben tenuto e protetto? Assolutamente no, considerato che le strade non sono ben curate, i rifiuti, nonostante la raccolta differenziata, si ritrovano per le strade, e addirittura, da varie parti, vi è depositato dell’amianto.
E le spiagge? Occupate quasi per la loro totalità, con pochissimi spazi usufruibili da cittadini che non possono o non vogliono servirsi dei lidi; senza dimenticare che qualcuno dei gestori, per montare la sua struttura, ha spianato le dune con una ruspa ed ha scavato e buttato i bulbi dei gigli di mare, specie protetta del nostro territorio. Inoltre, alcuni degli stessi gestori hanno effettuato, contro ogni regola, anche servizio di ristorazione, con somministrazione di alimenti.
E le regole igienico-sanitarie, oltre che lo smaltimento rifiuti? Lei di questo è stato sempre a conoscenza ma nulla ha mai fatto per evitarlo. Cosa ha fatto, poi, per l’assistenza agli anziani, ai disabili e per coloro che versano in condizioni disagiate? NULLA. Il welfare in questo Comune è solo un termine straniero privo di contenuto e che riesce a trovare un po’ di significato solo nel periodo elettorale, elargendo borse-lavoro e gite per gli anziani. Ma Lei conosce per davvero la situazione economica del Suo Comune o ha lasciato tutto nelle mani di qualche dirigente che non ha assolutamente a cuore le sorti dei Suoi cittadini?
Sindaco, essere il Primo cittadino non significa soltanto indossare una fascia tricolore o presenziare a qualche manifestazione (cosa che peraltro le riesce benissimo), ma far sì che i propri cittadini abbiano una vita migliore e che non debbano vedere andar via i propri figli per realizzare le proprie aspirazioni. Significa fare in modo che un territorio bello come il nostro, con enormi capacità turistiche e che potrebbe essere il motore economico per buona parte del sud della provincia di Salerno, non debba più vedere zone cementificate con l’alibi del cambio di destinazione d’uso, strutture turistiche andare all’asta o giovani sprecare la loro vita senza nessun sogno o speranza per il futuro.
Caro Sindaco, siamo al giro di boa, per cui si rende necessario un approfondito esame di coscienza. È certo di essere stato un buon padre di famiglia? Se riesce a rispondere affermativamente, continui pure a chiedere la loro fiducia, ma, se le dovesse sorgere qualche dubbio, ci ripensi.
La DIGNITÀ POLITICA non è soltanto occupare una sedia in una o più istituzioni ma è soprattutto la coscienza di aver fatto sempre il proprio dovere nell’interesse dei cittadini di un territorio.
Ad maiora.
Lia Amato