Il cortile dei Gentili

di Maria Rosaria Lo Schiavo

“COLTIVA IL TUO ORTICELLO E, SE TI VIENE A TIRO, PRENDITI ANCHE QUELLO DI TUO FRATELLO”.

Quando si spezzano i legami familiari, o tra marito e moglie o tra genitori e figli o tra fratelli e sorelle, nella vita dei protagonisti avviene uno sconvolgimento tale che è come se si verificasse un terremoto di forte intensità che stravolge il territorio, abbatte strutture, crea fratture e frane, annulla i punti di riferimento che da sempre orientavano l’esistenza delle persone. è un’esperienza drammatica che ho vissuto sulla mia pelle, un’esperienza che sconvolge la vita e lascia smarriti: ci si chiede con tragico stupore chi fossero le persone con cui qualche tempo prima si stava insieme, con cui si mangiava, si dormiva, si rideva, si condividevano speranze, ricordi; ci si chiede come sia stato possibile arrivare al punto di vedere nel familiare un estraneo da cui difendersi, un nemico pronto ad aggredirti. Posso capire quando ciò avviene tra coniugi che hanno vissuto solo un pezzo di vita insieme, ma è difficile da accettare quando capita tra fratelli o sorelle e, peggio ancora, tra genitori e figli. Secondo me, è qualcosa contro natura.
Eppure non so se in altri paesi la rottura dei legami familiari si verifica con la stessa frequenza con cui si verifica a Palinuro. Fatto sta che in questo paese gli avvocati si arricchiscono sulle liti familiari, il cui numero è molto alto rispetto a quello degli abitanti. Le liti e le inimicizie tra fratelli, sorelle o parenti sono all’ordine del giorno; quando si arriva al momento della divisione dei beni di famiglia c’è sempre qualcuno che mira ad arraffare di più a discapito degli altri; c’è sempre un parente che deve amareggiare la vita di un altro.
Possibile che il desiderio di possedere un appartamento in più, un terreno in più possa far dimenticare di essere fratelli e sorelle o genitori e figli?Il pensiero di commettere un’ingiustizia, di angustiare gli ultimi anni di vita di genitori che hanno fatto tanti sacrifici non dovrebbe spingere ad appianare i contrasti e a far prevalere la pace familiare? “Sei proprio un’ingenua” mi sento rispondere ogni volta che faccio questa osservazione.
A questo punto sorge spontanea una riflessione: se all’interno delle famiglie stesse ci sono divisioni, prepotenze e prevaricazioni, non dobbiamo meravigliarci se come cittadini siamo divisi e poco collaborativi. Questo è un paese in cui prevale l’individualismo, la mancanza di collaborazione, un paese in cui, se qualcuno fa qualcosa di buono e di utile per la collettività, è avversato a prescindere. Il programma di vita sembra essere: “Coltiva il tuo orticello e, se ti viene a tiro, prenditi anche quello di tuo fratello”. Al giorno d’oggi i beni materiali vengono prima di qualsiasi legame familiare. Abbiamo perso completamente il senso d’umanità e ci comportiamo come animali di fronte alla preda.

Una sorella ferita


Cara lettrice,
grazie per aver voluto condividere con me una tua riflessione che parte da un’esperienza personale che ti ha molto ferita. Comprendo il tuo stato d’animo perché nei nostri paesi - ahimè non solo a Palinuro - spesso si sente dire di liti familiari per “questioni di beni”. In tali casi, il desiderio di possesso, il miraggio del guadagno cancellano anche il legame di sangue, per natura incancellabile. Ritengo che la società contemporanea, consumistica, relativistica e virtuale, abbia tolto molto alla nostra umanità ed abbia stravolto i valori fondamentali. Tutti pensiamo di stare sempre nel giusto, di avere diritto di offendere chi riteniamo ci abbia danneggiato e raramente, o mai, però, ci fermiamo a riflettere su quanto è accaduto. Stiamo perdendo – per non dire abbiamo perso - la capacità di riflettere, di fermarci a capire i motivi di un nostro o un altrui agire; siamo, invece, sempre pronti a emettere sentenze, a sentirci giudici dei comportamenti degli altri. Credo che tutto questo sia dovuto al fatto che non amiamo più dialogare, non abbiamo più voglia di confrontarci con gli altri, sappiamo parlare solo delle cose più superficiali e divertenti ma tralasciamo, rinviamo o deleghiamo ad altri il risolvere questioni che richiedono responsabilità e impegno. La pubblicità, la moda, i mass media ci presentano immagini di un mondo inesistente e ci fanno credere che sia possibile raggiungerlo, e tutti, più o meno inconsciamente, rincorriamo il sogno di quella vita che è solo illusione, mentre, dall’altra parte, il pensiero relativistico ci fa sentire padroni del mondo, ci fa autoconsiderare talmente superiori da poterci creare il nostro personale concetto di morale, di giustizia, di correttezza, di politica, di verità e finanche di Dio. Scrivi che tra genitori e figli, fratelli e sorelle non dovrebbero esserci contrasti. Sono d’accordo con te, anche se la storia dell’uomo narra che sin dal principio Caino si macchiò del sangue di suo fratello Abele, e questo insegna che l’essere umano è capace anche di questi delitti. Ma resta difficile da accettare quando ad avere un comportamento cattivo o ingiusto è proprio la persona che ti ha messo al mondo o una persona con la quale hai da sempre vissuto e condiviso le vicissitudini della tua vita. Nonostante tutto, però, sono convinta che tocchi a noi saper utilizzare per fini positivi il raziocinio di cui siamo dotati e che ci differenzia da tutte le altre creature. Dovremmo impegnarci di più a sfruttare le nostre capacità intellettive per fare chiarezza prima dentro di noi, in modo da affrontare con maggiore determinazione e con sincerità le vicissitudini della vita. Poi, se chi abbiamo di fronte si ostina a non voler comprendere che ciò che conta non è avere una casa in più o un metro di terra da aggiungere a quella posseduta, potremo dire a noi stessi che ci siamo impegnati per ciò che era giusto, con la consapevolezza, però, che ciò non diventi un alibi per rinunciare al rapporto o per rispondere con la stessa moneta a chi si è comportato male. Penso, che se dentro di noi c’è l’accettazione della vita, con tutto quello che quotidianamente ci dona, gioie e sofferenze, nessuno potrà scalfire la nostra serenità interiore, e certamente questo ci aiuterà a vivere meglio.


Maria Rosaria