Guardare con ottimismo il futuro, in un’epoca in cui il mondo intero è minacciato dalla guerra del terrore, può sembrare un’anacronistica illusione. Eppure, proprio quando sembra che tutto stia per essere travolto, forse c’è qualcosa che, nel marcire, germoglia. Tutti speriamo che a questo periodo di crisi economica e di misconoscimento dei valori, segua un’epoca migliore, un’epoca in cui si riaffermino i principi morali, si riprenda l’economia e l’uomo ritrovi la sua dignità.
Mentre aspettiamo che l’intera società trovi la formula per programmare una convivenza pacifica in cui tutti gli uomini possano godere di uguali diritti, è necessario che lavoriamo anche noi per realizzare l’ambiente socio-economico-culturale che vorremmo. Cominciamo dal nostro piccolo “habitat” a fare qualcosa di buono!
Per decenni siamo rimasti a guardare il progresso di altri paesi turistici, ci siamo lamentati delle nostre condizioni, dando la colpa a chi era di turno, per il degrado dell’ambiente, per la mancata promozione dello stesso, per l’incapacità di gestire la cosa pubblica, e non abbiamo trovato il modo di effettuare una svolta.
Ora basta, non è più tempo d’aspettare, non si può più rimandare: Palinuro deve decollare!
La nostra Costa è in ritardo, almeno di un secolo, a confronto con la Costiera Amalfitana, per quanto riguarda lo sviluppo turistico. Amalfi affonda la sua storia in epoca lontana: fu una Repubblica Marinara. Si trova in una favorevole posizione geografica, tra Napoli e Salerno, quindi collegata sin da tempi antichi con grandi centri, e tutto ciò ha favorito il suo sviluppo turistico e socio-economico-culturale, ma è pur vero che i suoi figli hanno saputo gestire quanto la natura e la fortuna avevano loro dato.
Anche Palinuro, però, ha la sua storia. Il suo nome è legato alla letteratura antica, all’Eneide. E ancora, forse non parlano di preistoria e storia i ritrovamenti archeologici?
Quante cose potrebbero raccontarci la collina di Molpa e la Grotta delle Ossa, gioiello della sua roccia ed eterna custode di ossa calcificate fra stalattiti e stalagmiti!
A tutto questo è da aggiungere la straordinaria posizione di Capo Palinuro, il suo mare azzurro e pulito, la vegetazione dell’entroterra, i colori dell’alba e del tramonto, la trasparenza e la luce dell’aria.
Nell’antichità, la rada naturale di Palinuro fu punto di riferimento per i velieri. Capo Palinuro, Velia, Paestum erano porti di approdo per le navi romane e greche, perché la via di comunicazione era quella del mare. Poi gli eventi storici man mano disegnarono le epoche. Alla via del mare, seguirono le vie terrestri, che, da sentieri, diventarono strade rotabili e strade ferrate, ma non collegarono sufficientemente i paesi costieri. Nel XIX e nel XX secolo, la nostra terra non è stata facilmente accessibile: questo è uno dei motivi del ritardato sviluppo turistico. L’altro motivo, altrettanto grave, credo sia stata l’incompetenza a valorizzare e a gestire la ricchezza che Dio ci ha dato.
E concludo riprendendo il pensiero espresso all’inizio di questa chiacchierata: anche se stiamo attraversando un periodo molto difficile, io sono fiduciosa che c’è la volontà di metterci in cammino e recuperare, almeno in parte, il tempo perduto.
Ciò sarà possibile se tutti insieme tenderemo allo stesso obiettivo e cominceremo a parlare di territorio comunale, cioè “COMUNE A TUTTI”, che “APPARTIENE A TUTTI”, senza lasciarci impigliare nei lacci dell’individualismo e del campanilismo, senza sentirci avversari, chiusi nel confine del proprio mucchio di case.
Sento che si sta risvegliando la coscienza civica di molti; sento che stiamo finalmente conoscendo ciò che abbiamo, e mi auguro che sia volontà di tutti far decollare Palinuro.
Palinuro, 18/11/2015
Maria Luisa Amendola