Dalle incantevoli spiagge al mare cristallino, passando per le grotte marine. Dalla particolare scalata della Molpa alla famosa Grotta delle Ossa, dai sentieri naturali alla fantastica conformazione geologica del luogo. Dalla rarissima Primula palinuri alla ormai abbandonata zona archeologica di "Tempa della Guardia". Molto probabilmente è sfuggito qualcosa in questo stupefacente elenco di "meraviglie", ma queste sono solo alcune delle risorse che offre questo piccolo golfo decantato, come è risaputo, fortunatamente, già nell'opera virgiliana. La nostra attenzione purtroppo si sofferma solo sull'"offerta" dal punto di vista turistico più immediata: il demanio marittimo (argomento già più che dibattuto).
Infatti la pecca principale delle amministrazioni comunali che si sono succedute dopo la "ritirata" dei francesi, è proprio l'aver "tralasciato" le fantastiche risorse naturali, che avrebbero di sicuro arginato la crisi del turismo nostrano, ed avrebbero ampliato i ricavi in termini economici e turistici comunali, offrendo dei posti di lavoro in più ai giovani palinuresi e non, "prolungando" così il classico turismo dei "90" giorni (“Magari fossero 90!” dirà qualcuno). Di parolieri ce ne sono stati a bizzeffe sui palchi elettorali, ma nessuno ha avuto l'astuzia politica di intraprendere percorsi "nuovi" per il nostro comune, ogni anno sempre più decadente per il numero degli "utenti" che vengono a visitarci. Detto ciò, soffermiamoci brevemente su una recente delibera comunale (del 18/12/2014), nella quale si approva all'unanimità un protocollo d'intesa per la promozione, valorizzazione e manutenzione dell'area archeologica di...Elea Velia!!! Come di consueto non si è spesa una sola parola da parte dell'intera giunta comunale sul sito archeologico nostrano, di un’importanza "singolare". Infatti era già presente con i primi insediamenti nel 6000 a.C. (prima dei "contatti" con i greci) e si evolse poi nella vasta acropoli-necropoli situata principalmente sul colle San Paolo, cioè sulla Tempa della Guardia. Ciononostante di scavi ne sono stati effettuati numerosi, a partire dal 1938 con la "famosa" spedizione germanica, quando venne alla luce un vero e proprio tesoro di ceramiche, tombe, monete, abitazioni e molto altro, che oggi viene esposto nei musei di... Berlino e di Parigi (addirittura la famosa moneta con il cinghiale è esposta tra le meraviglie del Louvre). Ma non c'è bisogno di spostarsi molto lontano: infatti a Salerno è presente una ricca esposizione dei pezzi ritrovati durante gli scavi effettuati nel corso dei decenni. Ma soffermarci sullo stato attuale del sito non è fantascienza; basta visitare l'area per accorgersi che il MILIONE di euro speso nel 2007 (durante la giunta Speranza) è servito a ben poco. Gli scavi effettuati sono stati ricoperti per l'ennesima volta ed ora resta soltanto qualche staccionata ed alcune mura di cinta delle abitazioni dell'epoca, per non parlare dei pannelli sbiaditi, che sono il simbolo dell'incuria e dell'abbandono che vige su ogni risorsa della perla cilentana, qual è ancora fortunatamente Palinuro. Tuttavia anche in tale occasione si è preferita l'incuria alla valorizzazione del luogo (magari con qualche guida turistica). Ovviamente questo è solo un monito accorato alla "delirante" amministrazione attuale, di prendere seriamente a cuore un agglomerato di risorse che vanno valorizzate e non lasciate a se stesse, perché basta guardarsi intorno (vedi Velia e Paestum che "vivono" anche di questo tipo di turismo), per capire che si è perso troppo tempo e che un patrimonio naturale di una mole così elevata ha la necessità ed il bisogno finalmente di diventare un luogo dove l'incuria ed il malaffare smettano di radicare le proprie radici "malate" nel turismo locale.
Antonello Fedullo