AUGURI

di Paolino Vitolo

Sebbene io sia nato il 20 febbraio (di un anno che preferisco non precisare), lo scorso 1° dicembre molti amici di Facebook mi hanno inviato gli auguri di compleanno. L’arcano è facilmente svelato: oltre alla mia utenza personale, gestisco sul famoso social network anche l’utenza di Hermes, cioè del giornale che state leggendo. Ebbene sì, il 1° dicembre Hermes ha compiuto tredici anni. Non so se anche i giornali, come le persone, diventino maggiorenni a diciott’anni, ma mi piace immaginare che Hermes lo sia diventato già oggi, con un lustro di anticipo. Sicuramente, come potete notare, Hermes è cambiato, almeno come formato. È certamente più piccolo e maneggevole, anche se, avendo raddoppiato il numero di pagine, il contenuto non è diminuito. Il cambiamento più importante non è però nella grandezza, ma nei contenuti e nell’impostazione. Infatti oltre a me, che come avete visto mi sono ridotto a nascondermi gli anni, adesso lavorano a questa pubblicazione un gran numero di giovani (e meno giovani), tutti come me innamorati di questo paese e desiderosi di fare tutto il possibile per renderlo più bello, più buono, più felice.
Per il resto, Hermes rimane aperto a tutti, come è sempre stato, purché l’intento sia quello comune, cioè il perseguimento del benessere e del miglioramento del nostro territorio. Avere gli stessi fini non significa però avere le stesse idee, quindi dò per scontato che chiunque agisca in buona fede troverà sempre spazio per la sua voce sulle colonne di questo giornale, anche se le sue idee politiche dovessero essere molto diverse dalle mie.
Proprio per ribadire questo concetto, abbiamo istituito da questo numero una rubrica, gestita da Maria Rosaria Lo Schiavo, che proprio lei ha voluto intitolare “Il cortile dei gentili”. In questo spazio saranno accolte e commentate le vostre lettere, le vostre proposte, le vostre proteste, i vostri suggerimenti, le vostre idee. Il motivo del nome, forse un po’ originale, lo troverete nella rubrica stessa in ultima pagina. Non significa infatti che per scriverci dovrete essere gentili con noi; l’importante, come al solito, è che si parli per costruire e non semplicemente per criticare e per distruggere. Scriveteci, allora; aspettiamo le vostre lettere per posta elettronica all’indirizzo info@hermes.campania.it.
E giusto per darvi qualche spunto, vorrei citare per l’ennesima volta alcuni degli argomenti che mi stanno a cuore. Palinuro, Centola, il Cilento tutto costituiscono un territorio a vocazione turistica; un tempo proprio Palinuro poteva dirsi la “capitale” di questo territorio, tanto da meritarsi l’appellativo di “perla del Cilento”. Ma siamo proprio sicuri che se lo meriti ancora? Vi siete accorti come i turisti arrivino sempre in minor numero e per meno tempo e che la stagione turistica sia sempre più breve nonostante quella metereologica resti comunque lunghissima?
Sento già una voce dal fondo che si rifugia nella solita giustificazione: è colpa della crisi! Certo, la crisi purtroppo è reale, ma sarebbe terribile se essa, invece di essere uno sprone a darsi da fare per superarla, servisse come comodo alibi per crogiolarsi nell’inazione, nell’insipienza, nella mediocrità. Ci sono mete turistiche, non più belle e appetibili delle nostre, che la crisi non l’hanno sentita affatto o, se pure l’hanno subita, ne stanno uscendo alla grande. Perché noi non ci riusciamo?
Forse perché non sappiamo rinnovare la nostra offerta con i servizi moderni e qualificati (e magari anche costosi) che il turismo attuale richiede. Forse perché, invece di valorizzare la nostra natura selvaggia e incontaminata, preferiamo spianare con le ruspe le nostre preziose dune per ricoprirle di squallidi lidi e di baracche su palafitte. Forse perché, invece di proteggere il delicato ecosistema delle nostre grotte, famose in tutto il mondo, preferiamo distruggerlo sistematicamente con i motori diesel delle nostre barche ed anche purtroppo delle barche degli altri, che vengono qua a commettere abusi che mai si sognerebbero di fare altrove, come per esempio alla grotta Azzurra di Capri, perché tanto qua tutto è lecito. O ancora forse perché non vale la pena scomodarsi a tenere aperto un esercizio turistico dopo che è passata la breve e volgare orgia di ferragosto, quando il guadagno è facile, anche se scarso, e così facendo non si gettano i semi per la crescita futura, ma si affonda sempre più in un’inesorabile decadenza.
Personate lo sfogo: mi rendo conto che queste cose da me le avete sentite anche troppe volte. Sono certo però che anche voi, anche se non doveste condividere appieno le mie idee, avrete le vostre rimostranze, i vostri crucci, le vostre proposte.
Per favore, fatecele conoscere, scriveteci. Sono sicuro che insieme potremo costruire qualcosa di buono.

Paolino Vitolo