L’Associazione Progetto Centola ha organizzato le prime due giornate sulla “Grande Guerra”, come è prevalentemente chiamata la Prima Guerra mondiale, togliendo – si spera - al termine Grande qualsiasi valore di merito.
Negli spazi del “Cortile della Cultura”, che ospita il notevole Museo delle Testimonianze e della Memoria del Comune di Centola – una cornice quindi perfetta – l’Associazione, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e l’Istituto Scolastico Comprensivo di Centola, ha organizzato lo scorso 4 Novembre il Convegno “A cento anni dalla Grande Guerra. L’Italia neutrale durante il primo anno di conflitto”.
Ma gia’ il giorno prima, la proiezione dell’indimenticato film “All’Ovest niente di nuovo”, ha consentito ai partecipanti una prima immersione nell’atmosfera e nelle problematiche di una tragedia sia grande che mondiale.
Il film proposto e introdotto da Paolino Vitolo e Raffaele Riccio, “All’Ovest niente di nuovo”, diretto da Lewis Milestone, nel 1930, e tratto dal romanzo di E. M. Remarque, ha presentato la guerra con una sensibilita’ “pacifista” precoce e rara, visti i tempi che l’Europa ancora viveva. Il tono mai retorico o urlato, l’approccio umanissimo alle situazioni e ai soldati visti sempre come persone, hanno fatto apprezzare a tutti i presenti questo film “senza tempo”
La successiva conversazione e il confronto sui temi del film hanno arricchito la serata con testimonianze partecipate e ricordi di grande impatto emotivo : voglio citare l’episodio del soldato di Cuccaro Vetere ucciso per aver tentato di raggiungere una stella alpina (in incredibile sintonia con la scena finale del film). L’ episodio e’ stato raccontato in sala dal nipote del soldato centolese che vide spirare tra le sue braccia il ragazzo di Cuccaro – 100 anni fa, ma ancora l’altra sera.
Altri interventi hanno fatto rivivere episodi narrati decine di anni fa da nonni a nipoti che adesso sono a loro volta anziani.
Sono state commentate le scene “preferite”, scelte rivelatrici di aspetti del film ma anche degli autori dei commenti, sottolineati aspetti quali la natura non belligerante delle donne, il ruolo del corpo e del cibo nelle fasi tragiche dell’esistenza, e via dicendo : un buon avvio dunque alle riflessioni, mai sufficienti, sui temi della guerra, del dolore, della natura umana.
Preceduto nella mattinata del 4 Novembre da eventi religiosi, militari e civili, che hanno coinvolto la comunita’ locale (Messa al Convento dei Cappuccini e deposizione corona di fiori al Monumento ai Caduti, a Centola), il Convegno si e’svolto nel tardo pomeriggio, secondo uno schema ormai collaudato, ma con contenuti sempre nuovi.
Il Presidente dell’Associazione Progetto Centola, Ezio Martuscelli, ha collocato la serata all’interno di una serie di iniziative a ricordo dei luttuosi eventi collettivi di cento anni fa. Martuscelli ha sottolineato in apertura la positiva e fruttuosa sinergia tra l’Associazione, l’ Amministrazione Comunale e le Scuole.
Tra le iniziative in programma fino a Maggio 2015 : la realizzazione e presentazione di un Calendario “pan-comunale”, con immagini e testi riguardanti tutte le frazioni del Comune (a Dicembre); la presentazione dell’ultimo libro di Elena Paruolo; una Mostra iconografica sui soldati del territorio di Centola coinvolti nella Guerra farà da cornice alla conferenza che tratterà l’entrata in guerra dell’Italia; la presentazione della ricerca su figure ed episodi locali, legati al ricordo della Guerra (in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Centola “G. Speranza”); la pubblicazione di un libro, frutto della ricerca degli studenti di Palinuro sulla emigrazione palinurese.
Il Sindaco, Carmelo Stanziola, ha espresso apprezzamento sincero per quello che il Progetto Centola fa per la comunita’, affermando anche a parole il suo sostegno convinto, in un processo di reciproco arricchimento e crescita.
La Conferenza, tenuta con ampia comprensibilita’ da Alfonso Conte – docente di Storia Contemporanea all’Universita’di Salerno – e’ stata preceduta da un filmato presentato da Raffaele Riccio, con Mappe dell’Europa agli inizi del secolo scorso, a indicare i prodromi della Guerra.
La Presentazione di Conte - presentazione fluida e chiara, come si e’ detto, con una “promessa” di approfondimenti nei prossimi 4 anni - si e’dunque concentrata sullo scenario europeo nel 1914 e sugli “attori” e soggetti politico istituzionali che avviarono o subirono l’avvio di un periodo devastante, devastante soprattutto per chi in guerra vi fu trascinato. Dopo la scena europea e le strategie delle potenze dominanti nell’anno dell’incertezza italiana (“Il paese diviso : neutralisti ed interventisti tra il 1914 e 1915”), il Relatore ha presentato i personaggi italiani che a vario titolo e con vario potere decisionale e di influenza, portarono alla decisione di entrare in guerra il 24 Maggio del 1915.
Proprio di Maggio - come nella canzone di Fabrizio de André ottimamente interpretata da Adamo D’Angelo: perché la serata e’ stata arricchita e valorizzata dalla offerta di tre canzoni molto ben scelte e. interpretate, con accompagnamento musicale di Raffaele Perfetto, e dalla lettura di tre poesie (tra cui non poteva mancare ‘’S. Martino del Carso” di Ungaretti, il cantore riconosciuto del dolore di quella guerra) lettura molto ispirata e partecipe da parte di Maria Teresa Scianni, Pina Esposito e Maria Rosaria Lo Schiavo, preziose componenti dell’Associazione Progetto Centola.
Le iniziative dell’Associazione Progetto Centola consentono di passare dalla dimensione individuale, familistica, monofamiliare dei ricordi e delle memorie, a cui corrispondono spesso solo le celebrazioni nazionali e istituzionali, ad un approfondimento (o a una prima scoperta) di un approccio collettivo e comunitario. Questo ricrea la dimensione anche paesana degli eventi che coinvolsero non solo i ragazzi - soldato ma anche chi a casa, al paese, li aveva visti partire e li attese, troppe volte invano. Oltre alla dimensione fortemente privata di questa tragica avventura di 100 anni fa, si sta dunque ricostruendo una visione d’insieme del passato della comunita’.
Per molti di noi, queste iniziative hanno significato che la memoria e la narrazione degli eventi di cento anni fa riprendono da dove eravamo rimasti, decenni addietro, con i racconti - spesso reticenti, pudichi, omissivi, stupiti - dei nostri nonni. Ricordi di ricordi, memorie di altre memorie.
Andrea Luise