PALINURO STILE RIVIERA ADRIATICA

CANCELLATA LA DUNA DELLE SALINE

di Giovanni Cammarano

Secondo Nietzsche "La speranza è il peggiore dei mali perché prolunga il tormento dell'uomo”. Così noi palinuresi soffriamo perché speriamo che le bellezze che ci circondano, e che ci inebriano, possano alla fine ispirare cose buone soprattutto, ma non solo, ai nostri governanti.

Speriamo, speriamo in una migliore qualità della vita che dovrebbe derivare da una elevata qualità dei servizi pubblici, da un assetto urbano di pregio e da una grande attenzione al patrimonio naturalistico. Prerogative queste che già caratterizzano altre contrade della costa campana e lucana e che invece nel nostro comune rimangono ancora sogni da realizzare.

Infatti manca, ancora, una dotazione minima di servizi non più rinunciabili. Pensiamo alla disponibilità di bagni pubblici, a luoghi di ritrovo anche coperti come piazze, piazzette, porticati; ci si aspetterebbe di poter fare footing su marciapiedi sgombri delle spine, puliti (anche in quelli di periferia, là dove realizzati) e transitabili dai pedoni e dalle carrozzelle; in un paese frequentato soprattutto nei periodi di calura estiva, dovrebbero esistere fontane pubbliche di acqua potabile. Le strade dovrebbero offrire sicurezza soprattutto ai pedoni laddove invece la segnaletica orizzontale è del tutto inadeguata. Non esiste un locale polifunzionale per eventi e convegni. Quasi tutti i paesi rivieraschi possiedono un lungo-mare in godimento ai pedoni e ai ciclisti. Sconosciuta è poi la tutela dei luoghi storici.

Nel campo delle problematiche ambientali troviamo due questioni sul tappeto. Innanzitutto l’inadeguatezza della depurazione delle acque: parte del paese, infatti, è ancora servito, per la raccolta delle acque reflue, da vasche Imof o da pozzi assorbenti. Altro argomento è la limitata visione del problema rifiuti di cui non si è ancora affrontato il nodo principale. Se, infatti, è stata organizzata la raccolta differenziata nulla è stato ancora fatto per la “riduzione” e il “riuso” del rifiuto. Solo coniugando assieme riciclo, riduzione e riuso sarà possibile limitare drasticamente la produzione del rifiuto perseguendo l'obiettivo dello Zero Waste (Rifiuti Zero) facendo entrare Centola nella rosa di quei comuni virtuosi, attualmente circa 205, che già hanno aderito a tale strategia.

Cruciale è poi, e rigiriamo il dito nella purulenta piaga, l’utilizzo ai fini commerciali delle meravigliose e sempre più limitate spiagge della costa Palinurese, adorne di una vegetazione naturale bella, varia e … in pericolo di estinzione, come presto vedremo. Un’Amministrazione accorta si dovrebbe fare carico dell’utilizzo sostenibile del territorio avvalendosi delle normative di tutela, avendo ben riflettuto e ampiamente discusso, innanzitutto con le associazioni civiche, del tipo di turismo che si intende realizzare. Perché non crediamo che l’essere eletti in consiglio comunale comporti competenze nei settori della pubblica amministrazione. Non lo crediamo, per cui riteniamo che il confronto tra le parti sociali debba diventare un indispensabile strumento di programmazione territoriale.

Per quanto concerne la tutela del territorio c’è una folta legislazione a protezione della nostra costa, dalla Direttiva 2009/147/CE (ex 79/409/CEE), nota come “Direttiva Uccelli”, alla Direttiva 92/43/EU, nota come “Direttiva Habitat”, alla Convenzione di Barcellona del 1976, modificata nel 1995, che prevede tra l’altro “la protezione e preservazione della diversità biologica”. Inoltre le spiagge di Palinuro e tutto il Capo Palinuro sono considerati, all’interno della perimetrazione del Parco(!), Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), che diventano parte della rete Natura 2000.

Da queste direttive e dalle altri leggi che ne sono conseguite è sorto l’obbligo per il Comune di Centola di emanare l’Ordinanza Balneare N 1/2014 (prot. 4426 del 22/05/2014) dal titolo DISCIPLINA DELLE ATTIVITA’BALNEARI. Citiamo alcuni articoli dell’ordinanza: art. 3 sulle spiagge è vietato: … h) calpestare le aree dunali anche se non recintate, nonché estirpare e/o raccogliere i fiori dalle dune; i) alterare lo stato dei luoghi mediante lo scavo di fossi e simili, deviare o sbarrare corsi d'acqua, esercitare altre attività in contrasto con la tutela del paesaggio. Art. 7: … le movimentazioni degli accumuli di sabbia, ad eccezione delle ordinarie operazioni di manutenzione e livellamento, anche nell’ambito della medesima spiaggia, e le movimentazioni negli specchi acquei antistanti le spiagge, sono soggette ad autorizzazione da parte della Regione Campania Settore Difesa del Suolo (D. G. R. N. 1426 del 3 settembre 2009). … 2.dovrà essere garantito il rispetto di mt 2 dal limite dell’eventuale vegetazione psammofila [amante della sabbia] ed in generale dalla vegetazione presente e di metri 2 dalla battigia, 3. è vietata l’asportazione di sabbia, detriti ed alterazioni del profilo naturale dell’arenile, 4. le operazioni di pulizia possono essere eseguite con mezzi meccanici gommati; 5. gli interventi non devono in alcun modo comportare modifiche della morfologia dei cordoni dunali e alterazione della vegetazione ivi presente, (giglio di mare, etc); 6. l’inizio dell’ attività di pulizia con mezzo meccanico dovrà essere preventivamente comunicato al comando stazione della Forestale competente per territorio.

Fin qui la teoria, ma la prassi seguita? I riscontri lasciano sconcerti. Le omissioni nei controlli hanno permesso che si attuasse esattamente ciò che doveva essere impedito: l’alterazione dell’ambiente spiaggia con la conseguente distruzione della flora dunale. Il litorale delle Saline è stato sconvolto dalle ruspe l’ultima volta il giorno 13 u.s. come documentato dalla foto allegata. Un Sindaco ha a disposizione numerosi e notevoli organismi di controllo per fare rispettare le ordinanze da lui stesso emanate: il Corpo dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato, il Corpo della Capitaneria di Porto, il Corpo dei Vigili Urbani. E a tutte queste braccia armate dello Stato i cittadini chiedono in quale modo essi difendono il patrimonio comune che in questo caso è anche, è proprio il caso di ricordarlo, patrimonio dell’umanità intera.

Va inoltre ricordato che, nei confronti della Bandiera Blu, l'Ente locale è tenuto a garantire il rispetto dei criteri della FEE (Fondazione per l’Educazione Ambientale, ente che elargisce le bandiere blu). Saprà l’Amministrazione comunale mettere in campo i doverosi controlli? Temiamo che la risposta sarà negativa, visti i fatti. D’altro canto della incapacità dell’Ente locale a gestire il patrimonio naturalistico dell’arenile, per limitarci a questo habitat, se n’è avuta prova la scorsa estate, in occasione della nidificazioni delle tartarughe Caretta. In quel frangente l’attenzione dell’Amministrazione al meraviglioso fenomeno è sembrata più un’occasione per collezionare bandierine che un serio impegno per la salvaguardia di una natura così originale così ricca di endemismi e di fenomeni particolari e rari. A proposito: che ne è del ventilato Sentiero della Tartaruga? Che sia finito sotto le ruote delle ruspe? O sacrificato alle decine di stabilimenti balneari che ricoprono sia la spiaggia che la duna?.

La sera di domenica 15, Festa della Bandiera Blu, su quella sconnessa pavimentazione di quell’incerto piazzale titolato a Virgilio, padre culturale dell’intera Italia, si sarebbe dovuto issare su di un secondo pennone la Bandiera Nera dell’Amministrazione di Palinuro, località, questa, che non va considerata alla stregua di banale frazione comunale, ma bensì come una perla di paese da salvaguardare e valorizzare in modo idoneo sia per una intrinseca motivazione etica sia per la sua enorme valenza economica, come ebbe a dimostrare alcuni decenni fa un’organizzazione di esperti del campo turistico, altro che questa cricca di improvvisatori / prestigiatori..

 

13 giugno 2014, ore 8 circa. Ruspa al lavoro sulla duna delle saline a Palinuro,

con questi risultati:

duna spianata

flora distrutta.