LETTERA AL DIRETTORE

di Paolo Bellucci

Gentile direttore

ho assistito con interesse alla bella serata organizzata dalla associazione culturale Progetto Centola tenutasi a Palinuro lo scorso 24 luglio 2013, dal titolo “Recuperare la memoria storica sociale e culturale di Palinuro”; particolare interesse ha suscitato in me il suo intervento su “l’evoluzione del turismo” a Palinuro. I contenuti erano grosso modo quelli espressi nell’articolo della vostra rivista, contenuti che condivido quasi per intero, salvo che per qualche aspetto. Ad esempio è stato detto che non si vuole il turismo di massa (benissimo!), e che per contrastare questa tendenza sia meglio offrire servizi più costosi in modo da attirare un turismo di élite. Ma questo è in contraddizione con ciò che è detto in altre parti dell’intervento, quando viene presentato come modello di turismo di élite quello del Club Mediterranée, cioè un turismo assolutamente spartano che non cerca altro che la pura e semplice bellezza naturale del luogo. La qualità del turista non può essere una questione di capacità economica: è qualcosa che riguarda invece il suo livello culturale, la sua educazione, la sua sensibilità e il suo rispetto per l’ambiente e per gli altri. Credo che siano altri i punti su cui si può e si deve intervenire. Ad esempio, a cosa servono discoteche all’aperto in mezzo all’abitato, che funzionano senza limiti di orario e di volume sonoro, senza rispetto norme e per le persone? Che tipo di turismo attirano se non il peggiore turismo massa, con grave danno per la salute mentale di quei turisti che a Palinuro cercano soprattutto riposo e di godere della bellezza del posto? A cosa servono (e qui il discorso va inevitabilmente oltre l’ambito del comune di Centola) esercizi balneari che, dopo aver occupato tutto quel che restava della spiaggia libera della parte più bella della costa del Cilento, si sono dotati di rumorose animazioni, udibili anche a grande distanza, vere e proprie discoteche per balli di gruppo in spiaggia, ad uso di un tipo di turista al quale evidentemente non basta la bellezza della natura – probabilmente perché non sa apprezzarla- per essere felice, e cerca qualcos’altro? Sono solo alcuni spunti di riflessione appena toccati, ma su cose su cui i Comuni hanno tutto il potere e l’autorità per intervenire.

Paolo Bellucci

Gentile signor Bellucci,
la ringrazio per le sua lettera, su cui sono sostanzialmente d'accordo. Per quanto riguarda il Club Med degli anni '60 del secolo scorso, il turismo culturale e quello spartano coincidevano. Oggi invece, a mio parere, anche il turismo culturale richiede quei servizi che mezzo secolo fa potevano sembrare eccessivi e dispendiosi. Il fatto di servire servizi di qualità (ma non necessariamente cari) può incentivare quel turismo di èlite (culturale) a cui sia lei che io facciamo riferimento. E mi auguro che contribuisca ad allontanare le troppe manifestazioni becere e volgari che ci affliggono d'estate. Giriamo la sua lettera all'amministrazione comunale di Centola.