C’è stato un periodo in cui Palinuro, il paese, navigava col vento in poppa. Erano gli anni cinquanta, un periodo fecondo alimentato dalla vitalità di personaggi illuminati che percepirono le potenzialità del paese e seppero convogliare la povera economia marinara nel promettente settore turistico.
Fu in questa realtà, avvolta da un velo di magia e di speranza e pur povera di mezzi, che si fece strada l’idea di fornire il paese di un tempio cristiano che sostituisse la minuta chiesetta di circa 60 mq, costruita con materiali poveri qualche decennio prima e che ormai non soddisfaceva più i bisogni della popolazione. Il progetto andò ben oltre la realizzazione di una chiesa: fu pensata una canonica e addirittura un cinema-teatro, sempre in previsione di uno sviluppo turistico, e fu persino concesso al paese l’opportunità di esibire una piazza (possibilità, a mio pensare, non ancora sfruttata adeguatamente!).
Fu semplice la realizzazione di quei progetti? Per niente. È sufficiente andare a rileggersi il diario che don Giovanni Cammarano dedicò alla vicenda (Storia di una chiesa – Palinuro 1988). Da quelle righe traspaiono delusioni, amarezze, difficoltà di ogni genere; ci fu persino chi affermò, in quel periodo storico, in un’aula di tribunale: “…a Palinuro non c’è né parroco né chiesa” (sic).
La volontà di realizzare il progetto, ritenuto da molti utile e importante per Palinuro, cresceva però di pari passo alle difficoltà che si paventavano di volta in volta. Ma il vento soffiava in poppa, furono messe in atto virtuose sinergie: il vescovo dell’epoca, mons. Biagio D’Agostino, prese a cuore le esigenze della comunità e rese possibile il primo finanziamento dell’opera. L’EPT nella persona dell’avv. Gerolamo Bottiglieri, nonché presidente della provincia, si addossò il costo di un lotto di terreno e le spese di progettazione; un cittadino, Francesco Di Fiore, donò un secondo lotto di terra; un terzo lotto fu reso disponibile da proprietari a costi scontati; l’Amministrazione dell’epoca, con a capo il sindaco avv. Antonio Greco, rese possibile l’allineamento della via Indipendenza con la via Santa Maria. La popolazione partecipò alla realizzazione delle opere sia con l’autotassazione familiare che con la rinuncia, per un certo periodo, alle spese superflue per le feste tradizionali e persino i turisti fecero la loro parte avendo conoscenza delle esigenze della parrocchia.
Oggi siamo in molti a credere che i problemi concernenti il complesso parrocchiale non possano riscuotere successo se non a patto di perseguire la medesima strada di piena collaborazione tra le varie componenti sociali e di tenace impegno nell’azione di recupero. Il Comitato Civico pro cine-teatro P. Mattinale è nato proprio con l’intento di convogliare la volontà dei cittadini e le forze sociali in un processo costruttivo.
Fino ad ora il comitato si è mosso stabilendo contatti con la curia di Vallo, col parroco don Claudio e con il Sindaco. Ha coinvolto nell’iniziativa le associazioni cittadine che sono state tenute costantemente aggiornate della situazione. Ha promosso un tavolo tecnico con la partecipazione di tutti gli attori citati. La prima convocazione del tavolo tecnico è avvenuta il 12 novembre 2013 presso il palazzo municipale in Centola. Dall’incontro emerse la piena collaborazione del Sindaco alla risoluzione della pratica del condono, passo preliminare e indispensabile al recupero, mentre l’Ufficio tecnico della curia, nella persona del suo funzionario arch. Angelo D’Apolito, si impegnò a definire compiutamente la pratica di condono garantendo di trasmettere la documentazione all’U.T. comunale entro un mese.
Trascorsi più di tre mesi da quella data e non avendo ottenuto riscontri né dal parroco né dall’U.T. della curia, il Comitato si è attivato riconvocando il tavolo tecnico in coordinamento col Sindaco.
Così si è andati all’incontro del 6 marzo u.s.. In quella riunione, presenti oltre all’Amministrazione comunale anche le Associazioni cittadine, il Comitato, per voce del suo Consiglio direttivo, ha chiarito innanzitutto che la cittadinanza di Palinuro, destinataria ultima della struttura P. Mattinale e di tutto il complesso parrocchiale, è in trepidante attesa del ripristino del cinema-teatro di cui ha grande bisogno e che attende di avere garanzie circa la sicurezza statica dello stabile. Inoltre si è chiarito che il mancato soddisfacimento della pratica di condono potrebbe indurre il Responsabile dell’Area Tecnica del Comune ad applicare l’art. 2 della legge 662/96 dichiarando l’improcedibilità al condono e dunque decidere di porre diniego alla concessione in sanatoria (L. 449/97 art. 49 comma 7). Il passo successivo potrebbe essere l’acquisizione al patrimonio comunale delle opere realizzate o anche la demolizione, non senza che sia stato prima provveduto al conguaglio dell’oblazione dovuta. È questa la strada che si vuole intraprendere, ci si è chiesto? Siamo certi che no. Dal canto suo l’arch. D’Apolito ha espresso le difficoltà dell’Ufficio tecnico della curia, oberato dalle pratiche tecniche di tutta la diocesi. Al che il Comitato ha offerto la sua collaborazione per produrre gli indispensabili elaborati grafici da allegare alla pratica. Peccato di aver sciupato altri tre mesi senza aver concluso granché.
Il primo giro di boa appare ancora lontano ma la bandierina e lì davanti a noi. Si spera che le difficoltà di questa ardua navigazione serviranno a rafforzare la convinzione di ciò che si sta perseguendo e a fare maturare ulteriormente uno spirito collaborativo che già sta dando buoni frutti anche in altri settori della vita civica e culturale di Palinuro.
GiovanniCammarano
Presidente del Comitato Cittadino pro cine-teatro P. Mattinale