E’ noto che nel nostro contesto esistono delle risorse naturali che hanno tutte le carte in regola per mettersi in gioco e crescere a vantaggio di tutto il Cilento (Palinuro in particolare) e della sua popolazione. Una realtà importantissima che rischia di cadere nel dimenticatoio è costituita dalle proprietà terapeutiche delle acque sulfuree di capo Palinuro e dal fortissimo potenziale attrattivo di un loro possibile utilizzo nell’ambito di attività termali. E’ ormai dal 2005 che il Comitato per la Dermatologia cilentana sta concentrando la propria attenzione, strettamente medico-scientifica, sul fenomeno, avendo presentato interessanti dati nel corso delle tre edizioni del convegno “Cute, sole e mare”, tenutosi con cadenza biennale nella cittadina di Palinuro. Affiancato fin dall’inizio degli studi dal Dipartimento di Patologia Sistematica dell’Università “Federico II” di Napoli e dall’Università degli Studi di Salerno, il Comitato per la Dermatologia cilentana in questi anni, a proprie spese e soltanto con un modestissimo contributo (quasi simbolico) erogato dall’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ha messo in evidenza l’altissimo potenziale terapeutico delle acque sulfuree in alcune importanti patologie cutanee, tra cui la ben nota psoriasi. E’ questa una dermatosi cronica, a trasmissione genetica, molto spesso invalidante, che colpisce dal 4 al 5% della popolazione generale. Nessuna terapia, da quelle topiche alle più recenti e costosissime terapie con farmaci biologici, è in grado di sortire un controllo completo della malattia, senza contare i possibili e frequenti effetti collaterali spesso anche gravi. Con studi purtroppo limitati a pochi individui a causa della completa mancanza di fondi e con l’aiuto di “opinion leader” di fama internazionale invitati ad esprimersi sul tema in occasione dei tre eventi scientifici, i dermatologi membri del Comitato hanno dimostrato che l’utilizzo delle acque sulfuree di Palinuro rappresenta certamente un trattamento importante da aggiungere al bagaglio terapeutico per la psoriasi. Importante per tre fattori: 1) per la pressoché completa assenza di effetti collaterali e di controindicazioni; 2) per l’assoluta peculiarità della composizione minerale e biologica delle suddette acque, che le rende uniche al mondo; 3) per la possibilità di associare per un lungo periodo dell’anno l’idroterapia termale con l’elioterapia (esposizione al sole), ottenendo così risultati terapeutici più rapidi e duraturi.
L’unicità delle acque di Palinuro è legata alla presenza in esse di microorganismi noti come solfo batteri. Questi archeobatteri presenti nell’habitat delle grotte marine di capo Palinuro, da qualche migliaio di anni, sono in grado di metabolizzare l’idrogeno solforato (quello che dà il caratteristico odore di zolfo) presente nelle sorgenti sottomarine e, attraverso complicati processi biochimici, produce zolfo colloidale biologico. Questo fenomeno, antico quasi come il mondo, si verifica esclusivamente in quest’area idrotermale e trova la sua massima espressione nella grotta marina detta di “Cala Fetente”. Qui, e in nessun altro luogo della terra, se non forse in qualche abisso oceanico, viene quindi prodotto “zolfo organico”, perché coniugato a proteine di origine animale (batterica) e quindi altamente biologico. Tutte le innumerevoli acque sulfuree presenti nel nostro paese, nonché in altre aree geografiche del globo, contengono invece solamente idrogeno solforato e quindi zolfo interamente inorganico, le cui proprietà terapeutiche vengono sfruttate da tempo immemorabile. Lo zolfo organico prodotto dai solfo batteri si è dimostrato di gran lunga più biocompatibile con i tessuti umani e con la cute patologica, in particolare rispetto a quello inorganico, per cui non è difficile immaginare gli enormi vantaggi del suo impiego nelle patologie cutanee e in tutte le altre malattie di organi ed apparati, nelle quali da secoli vengono impiegate le comuni acque sulfuree inorganiche.
Tirando le somme di quanto detto, è facilmente immaginabile come la possibilità di inserire nel paniere delle potenzialità turistiche locali anche un’offerta terapeutica termale finirebbe per rispondere ad esigenze di destagionalizzazione e di consolidamento dell’intero indotto ad essa collegato. I costi per l’accertamento delle caratteristiche fisico – biochimiche, nonché per le applicazioni terapeutiche delle acque termali, si tradurrebbero in breve tempo in un investimento positivo. Infatti le spese che si sosterranno avranno un rientro sia in termini di costi che di benefici per il territorio e per tutte le attività economiche presenti su di esso. Il fortissimo potenziale attrattivo di un’attività termale, grazie alla presenza nell’area di beni culturali, ambientali e costieri, si configura come elemento trainante per competere con altri luoghi di soggiorno termale già affermati sia in Campania che in Italia. Fin dall’antichità il termalismo è affermato come fattore sociale di grande rilievo ed è sempre stato utilizzato sia a fini curativi che per il reintegro dell’equilibrio fisico – psichico (salus per aquam degli anichi romani, oggi SPA).
In conclusione, se gli enti competenti sul territorio, a partire dalla regione Campania e arrivando al comune di Centola Palinuro, passando per l’ente Parco Nazionale del Cilento, le ASL e la provincia di Salerno (EPT), avessero uomini e donne capaci di superare le “beghe politiche” e di guardare all’interesse futuro dei territori e delle popolazioni che amministrano, al turismo stagionale di massa della durata massima di due o tre mesi (che quest’anno ha subito non pochi danni a causa della recessione economica) si potrebbe affiancare il turismo termale e di conseguenza quello congressuale, molto più duraturo per le peculiari condizioni climatiche di questa area geografica, più stabile perché maggiormente resistente alle crisi economiche e più redditizio perché a carattere internazionale. Economicamente diventa rilevante il fatto che milioni di persone di questa generazione e delle generazioni future, per soddisfare le loro esigenze salutistiche e culturali, saranno “obbligate” a visitare questi luoghi, cogliendo l’occasione per effettuare escursioni a costi contenuti in località che meriterebbero una più lunga permanenza ed un’approfondita conoscenza; due cose non sempre possibili e conciliabili. è questo il tipo di turismo da auspicare e promuovere per superare la “stagionalità” verosimilmente sempre più in crisi e rappresentata da un’utenza sempre meno disposta ed impossibilitata ad aumentare i consumi e quindi a rilanciare l’economia del territorio nella sua interezza.
Dott.Umberto Raulo
Specialista in Dermatologia