Sembrerebbe quasi uno slogan pubblicitario; ripensandoci potrebbe. Dopotutto se si guarda alle attività principali di questa nota cittadina ridente sul mare azzurro del Mediterraneo… bla bla bla… insomma, se si analizza seriamente il mercato produttivo di questa area, il parcheggio sia comunale che privato, risulta essere la nota più produttiva. Si pensi ai parcheggi privati, ad esempio: se ereditate un quadrato di terra, pensate seriamente ad bel parcheggio; ci camperete tutto l’anno e gli investimenti saranno minimi! Basta una sbarra ed un gabbiotto. Sorgono come funghi al pari dei lidi, sembra quasi si facciano concorrenza: devono avere un notevole introito. Mi sono sempre chiesto se la Guarda di Finanza oltre a spulciare lo scontrino (per carità, va fatto) controlli pure i fatturati dei parcheggi. Avete fatto caso ad esempio che c’è sempre un divieto di sosta per un largo tratto di strada adiacente quelle aree dove sorge un parcheggio privato? Sarà una coincidenza?
Questo è un piccolo paesino, una comunità di gente informata, che democraticamente condivide il proprio sapere con gli altri concittadini, insomma quello che non si fa non si sa, e come sempre circolano sempre fatterelli interessanti che nella maggior parte delle volte sono perfino verificabili. Ad esempio si può nella stessa famiglia sia gestire un parcheggio che fare il vigile urbano; oppure lavorare presso una scuola guida ed essere addetti all’autovelox. Un gruppo di cittadini in occasioni diverse mi ha raccontato ad esempio, che qualcuno gira di notte con il motorino in cerca di auto da far rimuovere dal carro attrezzi. Oppure, chissà quanto è vera quella voce che sostiene che alcune strutture alberghiere non contribuiscano da anni alla spesa per la gestione dei rifiuti; se cosi fosse, sarebbe ora di richiedere delle verifiche di pagamento. Insomma, tutte leggende metropolitane? Solo innocenti pettegolezzi o voci di paese? Vox populi? Allora mischiamo il mazzo di carte, anche se penso che ne sappiate perfino di più di me.
Torniamo alla storia dei parcheggi, delle multe, insomma di come la nostra “eccellente” amministrazione gestisce l’economia e le risorse del territorio. Volendo porci qualche piccola semplice innocua domanda, potremmo riflettere su quanto raccoglie un Comune in termini di risorse finanziarie. Che fine fanno i soldi? E come sono spesi? Si potrebbe pubblicare sulla rete il bilancio comunale o è solo esclusiva degli addetti ai lavori? Quanto dell’introito dei parcheggi va alla Provincia? E quanto spetta al Comune? Queste sono le domande chiave da farsi!
Un tempo i Comuni non avevano strisce blu, oggi in qualunque angolo della città c’è un perimetro blu; nel più lontano dei vicoli c’è sempre una striscia blu, eppure è piuttosto noto che per legge vi deve essere un corrispettivo di aree adibite al parcheggio gratuito non inferiore al 30% rispetto a quelle blu, sebbene la regola sia solitamente ripartita al 50%.
Una volta i Comuni non avevano fondi europei da sperperare per progetti nella maggior parte scemi, che spesso qualche mente geniale sforzando l’encefalo concepisce, per poi scoprire come al solito che una parte finirà nel buio amministrativo. A proposito, lo sapevate che nell’anno del Signore dopo Cristo e cioè nel 2013 i fondi europei disponibili per l’Italia si esauriranno? Il nostro turno è terminato, GAME OVER! I fondi europei saranno distribuiti ai nuovi paesi membri della Comunità! Cosa succederà allora? Finiremo con le pezze al culo? Un tempo i Comuni vivevano benissimo senza tutte queste risorse, il turismo era meraviglioso, fiorente e di qualità; quali erano i miracoli di quelle amministrazioni?
Ci sono soldi che provengono da Regioni e Stato; dalle tasse di possesso della vostra automobile; dalle contravvenzioni e degli altri mille introiti. L’ICI sulla seconda casa ad esempio, che sappiamo tutti essere ancora una risorsa importante del nostro Comune, mai tramontata proprio per la tipologia del mercato immobiliare di quest’area, che vede moltissimi proprietari di secondo tetto. Poi c’è la tassa sui rifiuti, e poi… insomma, quanti soldi entrano nelle casse comunali davvero?
Quest’anno cosi come nei precedenti la “mondezza” è aumentata, sia in costi sia volumi prodotti, o meglio “visibili”, realmente visibili. In altre parole paghiamo di più e vediamo più rifiuti abbandonati per strada.
Un tempo i Comuni avevano quei benedetti nostalgici cassonetti, verdi o zincati, ma almeno nascondevano questa vergogna che è ormai divenuta una caratteristica del luogo. Era un sistema igienicamente molto più efficiente di ora, che invece si abbandona il sacchettino per strada, o si appende al cancelletto della villetta. Provate a parlare con un operatore ecologico in proposito, vi dirà che è uno schifo! Che lavorare in queste condizioni è vergognoso e molto più faticoso: bisogna raccogliere uno alla volta i sacchetti, spesso abbandonati per strada, con rifiuti integrali senza differenziarli.
Il cassonetto invece era lì e si riempiva. Il camion addetto passava, lo agganciava come in una danza e lo rivoltava con gentilezza direttamente nella stiva tritarifiuti. Il lavoro insomma era più pulito, rapido e più accettabile in termini di immagine ed igiene per il luogo.
Ricordate cosa avvenne qualche anno fa? Finimmo sui giornali con grande orgoglio campanilista: montagne di rifiuti maleodoranti gareggiavano imponenti con il paesaggio, che ormai era in secondo piano. La spiaggia di fronte ad una montagna “profumata” e colorata di rifiuti, un vero spettacolo; un orgoglio per l’amministrazione, che di corsa e con astuzia e senso di competizione italico verso gli altri Comuni, fu tra le prime a rimuovere i contenitori senza neanche pensare alle conseguenze; infatti accadde ciò che accadde.
Allora si parlava di Napoli, della monnezza, c’erano personaggi che squittivano come topi ma purtroppo a vanvera, senza neanche avere un idea del problema del quale furono subito sommersi anche loro con pacchettini colorati pieni di merci a buon mercato e gratuite, lasciati li uno sull’altro a loro disposizione, come atto d’amore dal “cittadino” di passaggio.
E vero! Si agì, ma dopo che il danno era stato fatto. Poi ci furono gli ostinati, quelli che si opponevano di qui, e di li, quelli che non volevano il deposito, e poi quelli che lo volevano altrove, insomma amministrazione uguale a zero, senza potere, e senza valore, senza un piano chiaro d’azione, con idee spesso confuse e contraddittorie, in altre parole si intravedevano già segnali di un cedimento strutturale piuttosto evidente.
I mesi successivi non sono stati proprio il massimo, si continuano a vedere cumuli di rifiuti, io ne ho da tempo sotto casa una montagna. Nel frattempo è stato inquinato un terreno meraviglioso di ulivi secolari, e quel poveraccio del proprietario dovrà per paradosso legislativo provvedere pure alla bonifica del territorio a sue spese: si direbbe Cornuto e Mazziato! L’amministrazione? ASSENTI e STRAFOTTENTI!!!
Ci sono montagne di rifiuti edili intorno al Mingardo, frigoriferi, lavatrici, materassi, cucine, tavoli, sedie, fusti di olio industriale per la ristorazione, cassette della frutta… Insomma si potrebbe riempire un intero centro Ikea con tanto materiale, eppure una legge dello scorso anno stabiliva che chi venisse colto in azione nell’abbandonare rifiuti, fosse perseguito per direttissima; in breve c’è l’arresto sul posto, per non parlare delle gravi penali amministrative a cui il sanzionato andrebbe incontro.
Ora vi chiedo, vi sembra normale che non si sia perseguita una sola persona per questo reato, cosa grave sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista amministrativo? C’è un mancato introito ingiustificatissimo che l’amministrazione comunale avrebbe perso. Si è invece insistito con il massimo delle energie a lavorare con i divieti di sosta, i grattini e quelle altre porcherie che danno il “benvenuto” al nostro tanto amato ospite chiamato turista che dopotutto ci fa mangiare.
Non sto qui a raccontarvi quante sollecitazioni sono state fatte sia da me, sia dai miei vicini, cosi come di abitanti di altre frazioni di questo comune verso l’amministrazione comunale, affinché intervenisse. Oppure quante volte è stato contattato il Sig Guglielmelli pregandolo di fare qualcosa, alcuni di noi hanno perfino effettuato appostamenti con macchine fotografiche per catturare questi delinquenti inquinatori, ma quando abbiamo deciso di intervenire con prove alla mano, ci è stato detto che non potevamo farlo, perché attraverso la nostra “lotta fotografica” avremmo violato la privacy, in altre parole il danno e la beffa. Potemmo parlarne per ore, ma vi risparmio questa tortura.
L’inquinamento è ormai dappertutto, va da Palinuro attraverso San Severino, fino a San Nicola dove sorge una bellissima discarica artigianale proprio fuori il centro abitato.
Dato che ho la capacità telepatica di leggere nei vostri pensieri, vi rispondo subito. E’ vero! la gente è incivile e non è giusto dare tutta la colpa al Comune. Beh, sarebbe cosi se si fossero fatte le isole ecologiche richieste dallo scorso anno, perché se vi trovate a litigare con qualche figlio di cane di quelli che lasciano il sacchettino per strada, questi potrebbe argomentare rispondendovi: ma dove dobbiamo lasciare i nostri rifiuti? E cosi vi trovate disarmati anche se vorreste giustiziarli sul posto. A proposito dove sono quei due simpatici personaggi, tali Guardie Ambientali che, con il loro giubbetto arancio d’ordinanza, si sono cosi tanto atteggiati in quella finta diretta televisiva di qualche mese fa su RAI2?
Un giorno mi sono messo in macchina in cerca di un vigile, di qualcuno sceriffo comunale, che avrei portato volentieri sul luogo per farlo intervenire. Avevo raccolto orari, studiato una posizione di appostamento, etc. Cosi mi imbatto in un noto ufficiale della polizia municipale, lo raggiungo chiedendogli per favore di piazzare almeno un cartello di divieto di deposito rifiuti, e non immaginerete mai cosa mi ha risposto. Riporto la sua risposta integralmente: “E mica abbiamo la fabbrica dei cartelli noi lì al Comune”. Mi piacerebbe aprire un forum al quale tutti voi potreste digitare la contro-risposta, sono sicuro che sarebbe uno spasso.
Il turismo ormai per questa gente è una parola che essi stessi non hanno mai chiaramente capito. Ad esempio lo sapevate che vorrebbero svincolare la zona delle dune paleolitiche per costruire? Sostengono che la nostra economia sia legata all’edilizia, che solo cosi potremmo riprenderci, insomma ci prospettano la tragica fine di posti come Scalea, Agropoli, Ascea etc. Per darvi un’idea, a Scalea si vendono villini con parcheggio auto e giardino alla modica cifra di 35,000,00 euro! Affarone!! Nel Cilento il volume in metri cubi di cemento ha largamente superato il valore accettabile previsto da coprire i prossimi trenta anni; gli architetti e gli ingegneri della zona ne sono perfettamente a conoscenza, eppure continuano a pensare al mattone, invece di usare un’altra strategia.
La vicenda dell’Arco Naturale ormai sulla via naturale delle cose; perché la natura compirà purtroppo per noi la sua azione inderogabile, a meno di qualche miracolo tecnologico-burocratico all’ultimo minuto. Alla Regione, nonostante abbiano ricevuto la somma di circa 500,000,00 €, dico cinquecentomila Euro, si sta ancora partorendo il famoso piano di fattibilità già pagato in anticipo e mai risolto; mi auguro che i funzionari della Regione non si sforzino troppo per non rischiare di sviluppare emorroidi politiche inoperabili.
La natura, caro Sindaco, cari amministratori, cari cittadini, non aspetta i tempi dell’uomo e la sua negligenza; in altri termini: non perdona. In natura non esistono pezzi di ricambio; l’incuria o la speculazione, la devastazione sono opera dell’uomo, ed è li che si misura il suo imperativo quoziente di stupidità. Se non avete capito questo, incapaci di riflettere su questa tragedia naturale, allora lasciate perdere, raccogliete le vostre scartoffie, depositatele nei vostri scatoloni ed abbandonate la sede comunale cedendola a chi merita questa responsabilità.
Costruire fino all’inverosimile porterà semplicemente il valore delle vostre abitazioni sempre più in basso, il mercato diverrà saturo e ci troveremo nella merda; semplicissima lezione di economia turistico - immobiliare che anche un bimbo capirebbe.
Tutelare invece il territorio, regolarizzando quello che è stato fatto, ma bloccando decisamente ulteriori progetti a meno che si parli di riqualificazioni o ristrutturazioni potrebbe essere un’ottima spinta. Bonificare l’ambiente e le bellezze naturali, che “anche se non vi piace” dobbiamo ammettere ci danno da mangiare. Intervenire in termini professionali sul personale operante nel turismo attraverso corsi di aggiornamento e riqualificazione.
Attivandosi per una seria promozione soprattutto nell’area scandinava (e questo lo dico da dieci anni), perché questo bacino ci porterebbe ad una facile destagionalizzazione, dilatando cioè la stagione operativa rispetto al mese scarso al quale siamo ormai abituati. Insomma provando a massaggiare le meningi nella maniera giusta si potrebbe davvero fare un lavoro di recupero dell’area in pochi anni ed i maniera brillante: i turisti si vanno a prendere, non si aspetta che arrivino; i tempi sono cambiati, ma voi non sembrate accorgervene.
Ma per fare questo, cari concittadini, ci vogliono menti fresche, persone che sappiano guardare avanti, al futuro, e non attraverso i soliti paroloni da campagna elettorale, invece che pensare ancora come trenta anni fa. Gente che si muove nel mondo, che è a contatto con altre realtà, che si vesta di umiltà ed impari ad apprendere da altri; da coloro che hanno messo a punto modelli vincenti, come gli Abruzzesi, i Liguri, i Toscani, gli Umbri, e di recente persino i Molisani, invece che andare in giro con il cappotto della presunzione e dell’arroganza ormai fuori stagione e maleodorante di naftalina.
I tempi sono cambiati e da tanto! Noi non siamo più competitivi sul mercato già da qualche anno, ormai siamo verso il declino più profondo e la crisi economica ci ha dato un’ulteriore mazzata; a proposito, diffidate di chi dà tutta la colpa alla recessione: il nostro problema non risale a pochi mesi fa. Spesso nella mia rabbia interiore, combattuto dal mio spirito meridionalista e dalla delusione continua prodotta dalla nostra meridionale ormai incontenibile ignoranza, sono tentato di denunciare tutto ai media, dove ho molte amicizie preziose, ma mi astengo dal farlo perché rischierei di far pagare lo scotto a chi non merita un’umiliazione mediatica a livello nazionale. Gestire questo conflitto interiore per me è tuttavia molto difficile, vi assicuro!
A questo punto vorrei chiedervi di riflettere alle prossime amministrative con largo anticipo, specie sul metodo di costruzione delle liste, magari civiche e libere dai partiti.
Ma anche la scelta del voto merita una riflessione. Sono due fattori importanti: sono vitali! Io stesso ho partecipato ad un campagna amministrativa recentissima ed ho potuto assistere di persona a quelle porcherie politiche che si mettono in atto senza vergogna in queste occasioni, e che hanno come fine il piazzamento sulla pista sempre degli stessi vecchi brocchi che ormai faticano a correre con i tempi. I voti poi sono gestiti sempre tra gli stessi clan familiari, e si conosce perfettamente in anticipo l’andamento delle preferenze. Si ascoltano nelle strade discussioni che hanno più dello sportivo che del politico, insomma cose ormai senza senso, inutili e dannose per tutti, anche per quelli che creano danni ormai da anni.
Pescate tra le menti “giovani”, che non significa inesperti, tra coloro che vivono i tempi, che hanno una cultura, diffidate dai falsi giovani. Ci sono tra voi trentenni che pensano come i loro nonni, cosi pure sessantenni (più rari) che hanno l’entusiasmo e la freschezza di un ragazzino. Quello che conta sono le idee con un senso logico, piuttosto che le idee non accompagnate da logica; insomma guardatevi attentamente intorno. Io lo so, e lo sapete anche voi, c’è molta gente capace ma disarmata dalla vergogna di questo metodo di fare politica-amministrativa. La politica deve tornare alle sue origini: proposte e soluzioni concrete per il territorio. Oggi invece recita parti come in uno squallido teatro che alla fine serve ad ammaliare con storielle stantie il solito pubblico.
Concludo porgendovi i miei auguri ed affidando le mie speranze alla vostra intelligenza che so essere altissima, mettendomi anch’io a vostra disposizione, cosi come tutti dovremmo essere capaci di fare, come dovere per la nostra storia ed il nostro territorio.
Gino d’Ignazio “Gizio”