In un articolo pubblicato su Avvenire di alcuni giorni fa, Carlo Cardia nota acutamente che, in Italia, ci troviamo in questi giorni in una “bolla etico-speculativa”. Questo articolo ci fa notare la singolare “schizofrenia” di certi giornali che, in passato, erano stati campioni di laicismo, difensori della libertà dei costumi sessuali, promotori dei PACS. Questi giornali si erano lamentati, per mesi, perchè la Chiesa difendeva i valori della famiglia e della vita; invece ora, commentando le vicende familiari del Presidente del Consiglio, si riscoprono difensori dei valori etici. Dicono che gli uomini di governo devono dare il buon esempio con il rispetto dei valori morali, la fedeltà coniugale, con un comportamento che non urti la sensibilità dei figli e del coniuge. Ottimi propositi, ma che dovrebbero essere validi per tutti, non riguardare solo il Presidente del Consiglio. Le vicende personali dei politici possono non piacere, ma non pretendiamo da loro che facciano gli educatori. L’etica della politica deve consistere essenzialmente nel rispetto delle promesse fatte agli elettori, nel rispetto del programma: su questo i governanti verranno giudicati. Diverso sarebbe il giudizio se vicende simili a quelle di Berlusconi avessero riguardato qualche prelato. Dietro il moralismo di questi giornali, che quotidianamente attaccano il nostro premier, c’è solo ipocrisia e opportunismo.
Non ci vorrà molto perchè questi principi etici riguardanti la famiglia vengano dimenticati. Dopo le elezioni, quando non ci sarà più convenienza, tutto tornerà come prima, questi giornali rinnegheranno questi valori e scriveranno che l’etica non ha nulla a che vedere con il diritto e con la politica: ognuno deve poter fare ciò che gli piace, riguardo alla famiglia, alla procreazione, all’inizio e alla fine della vita, continuando a diffondere la confusione e gli inganni della cultura imperante.
Comunque, è un fatto positivo che ogni tanto riaffiorino i valori cristiani, in una società che sempre più pare disprezzarli e negarli. Valori che nascono dall’esperienza di secoli, valori che, in realtà, sono utili all’uomo, che non sono stati costruiti semplicemente con un ragionamento logico, ma che sono frutto di una sapienza antica. Purtroppo quest’aspetto non viene sufficientemente spiegato nell’educazione dei giovani, sia da parte dei genitori, che da parte della Chiesa. Ricordo che, soprattutto in passato, ci si è limitati a dettare delle regole, cadendo in un moralismo, spesso controproducente, che a volte spingeva i giovani all’immoralità. La persona non si deve sentire sottomessa a leggi morali, ma queste dovrebbero essere considerate una sorta di ”libretto d’istruzioni” al servizio della persona, dell’amore. Se i genitori o la Chiesa proibiscono certi comportamenti senza una spiegazione, non solo religiosa, ma anche culturale, antropologica, se non hanno un atteggiamento di affetto, di dialogo, di comprensione, se le regole non vengono accettate liberamente, si favorisce il rifiuto della morale e il conformismo sociale.
Quando Apuleio, nelle Metamorfosi, descrive la condizione della famiglia e i costumi dissoluti nell’impero romano alla vigilia della sua caduta, sembra che faccia una fotografia della famiglia e dei costumi, della società occidentale del nostro tempo. Si potrebbe, quindi, pensare che anche la nostra società corra grossi rischi. Occorre prenderne coscienza, per cercare di porre rimedio, cambiando i nostri valori di riferimento culturali, prima che sia troppo tardi.
La famiglia è la cellula fondamentale della società.
La liberalizzazione dei costumi sessuali, la mancanza di fedeltà nella coppia, portano a una perdita di fiducia tra i coniugi. Non è sufficiente l’amore, la benevolenza tra le persone per creare fiducia reciproca, bisogna credere in un “amore per sempre”. Se non si crede in questo, vuol dire che si sta cercando ancora qualcosa di meglio, ma allora non possiamo suscitare fiducia nell’altro, non riusciamo a donarci completamente. Questa è l’unica via che può far diventare realtà il sogno di un amore eterno, che alberga nel cuore di ognuno di noi. Non dobbiamo pensare semplicemente ad accompagnarci con un’altra persona, per un tratto più o meno lungo della nostra esistenza, con un legame transitorio, effimero, superficiale. La fiducia non cresce senza fedeltà. E’ nella famiglia che cresce la fiducia tra i coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli. Solo in questo “per sempre” i figli possono costruire con fiducia e serenità la loro vita. Solo in questa condizione io posso avere la tranquillità di essere accettato con i miei difetti, le mie tristezze, i miei fallimenti. Se una persona non ha conosciuto fiducia nella famiglia come potrà manifestarla verso estranei? Come possiamo fidarci gli uni degli altri e costruire qualcosa insieme? Una società senza fiducia è destinata al declino. I doveri di lealtà, di fedeltà, non hanno valore solo per l’individuo, la coppia, i figli, ma condizionano i rapporti e il benessere di tutta la società.
In un recente studio sugli americani degli Stati Uniti di trenta anni fa e di adesso, viene messo in evidenza che mentre il PIL è salito, la felicità media è diminuita. Volendo trovarne le cause, gli autori le individuano sulla crescente fragilità dei rapporti interpersonali. Anche da noi, in Italia, la situazione è simile.
Se ricordiamo come si viveva 30, 40 anni fa, sicuramente più poveri, senza tanta tecnologia, con una vita meno comoda, ma la “felicità media” delle persone non era minore, anzi. Oggi abbiamo tante cose, non soffriamo la fame, i centri commerciali accontentano facilmente molte nostre esigenze consumistiche. Possiamo appagare il nostro edonismo, i piaceri, i vizi, che ci danno però una soddisfazione superficiale e di breve durata. Così anche la ricchezza, il potere, quando vengono raggiunti ci danno un appagamento transitorio, sentiamo che ci manca sempre qualcosa. E’ sotto gli occhi di tutti l’immensità del disagio che colpisce molte persone, anche nel nostro paese, derivante dalla fragilità e dalla rottura dei rapporti tra i coniugi. La cultura dominante cerca di nascondere questo fenomeno, ma ce ne rendiamo conto tutti che sono in aumento le depressioni, i suicidi, le violenze, l’uso di droghe, mentre diminuiscono i matrimoni perchè i giovani sono spaventati, temono che tutto finisca. Così aumentano le convivenze, i rapporti omosessuali. Tutto questo è legato alla sempre maggiore fragilità dei rapporti coniugali. Sono sempre meno le persone che credono, che sperano in un “amore per sempre” . Ma l’alternativa, purtroppo, a questa speranza spesso è la disperazione. Tutti noi desideriamo un vincolo radicale, assoluto, con un’altra persona, che ci fa dipendere dall’altro, e che ci può dare anche sofferenza. Non c’è dubbio che la sofferenza più acuta proviene però dall’amore rifiutato, la sofferenza di un fidanzato o di un coniuge che viene lasciato è maggiore di quella causata da una malattia grave o da una morte accidentale. L’amore non corrisposto porta ad una esistenza tra le più disperate che si possano immaginare e può sfociare in una vera e propria ossessione. Spesso i giovani, ma anche i meno giovani, non sanno distinguere tra innamoramento e amore. L’attrazione fisica e l’attrazione affettiva sono solo le prime tappe di un cammino che porta all’amore. Nella fase dell’innamoramento ci costruiamo un’immagine idealizzata della persona amata, poi subentra l’intelligenza che ci fa vedere l’altra persona per quello che veramente è, e la volontà ce la fa accettare e scegliere, con i suoi pregi e i suoi difetti, per costruire qualcosa insieme. L’amore tra un uomo e una donna, soprattutto nel matrimonio, non è semplicemente un sentimento reciproco, è una scelta di donare all’altro il proprio amore, il proprio corpo, la propria anima e accogliere l’amore, il corpo, l’anima, dell’altro. E’ qualcosa che esiste tra di loro. Il giusto ambito dove questo amore può fiorire e dare frutti, generare una nuova vita, è il matrimonio. Solo nel matrimonio indissolubile io accetto completamente le mie responsabilità verso l’altro e accetto di condividere i suoi problemi, le sue stanchezze, le sue delusioni.
Amare non è facile ci vuole impegno, sacrificio, pazienza.
Nel mondo di oggi, spesso trascuriamo o addirittura disprezziamo il valore di un rapporto di amore, che ha dignità indipendentemente dal valore delle persone coinvolte, ha valore di per sé. Non è facile nel mondo d’oggi, trovare un amore vero, che, per essere tale, deve proiettarsi verso l’infinito, nutrirsi di verità e di libertà oltre che di fiducia reciproca. Ma non può esserci fiducia senza fedeltà. E quando abbiamo la fortuna di raggiungerlo dobbiamo cercare di mantenercelo, di averne cura, apprezzarlo e coltivarlo, senza correre dietro alle tante tentazioni, di piaceri superficiali, ma di breve durata, che comporterebbero la perdita di un bene essenziale.