Due anni fa in piena campagna elettorale mi promisi di affidare il mio voto alla lista che avesse prima di tutte, o più di ogni altra, speso una parola sullo stato di degrado dell’area Ficocella “degli uomini”.
Quasi inaspettata durante l’ultimo comizio, nella piazza di Palinuro, giunse la denuncia della vergognosa condizione delle falesie della Ficocella da un attuale componente dell’amministrazione Speranza. «Dicono che hanno amministrato bene, glielo andassero a dire a chi ha gli alberghi là sotto – accusando la vecchia amministrazione Stanziola D’Angelo - che la Ficocella sta cadendo!». Così urlava codesto coraggioso dal palco di piazza Virgilio, non che non ne avesse il diritto, visto che era lì candidato ad amministrare questo sventurato Comune. Anzi, il Nostro per fortuna di tutti, si prese come nessuno prima e dopo di lui la briga di farlo. Così decisi: alle urne votai lista Insieme.
Due anni prima, altro aneddoto. Correva l’anno 2004. Nel marzo 2004 confezionai un’articolata intervista ad un ormai ex della politica locale, poi pubblicata sul periodico Unico Il Valcalore: era marzo, la stagione estiva stava per avvicinarsi, ed il mio interlocutore cercò di persuadermi: «Dopo aver salvato l’arco naturale e l’arenile retrostante, con il supporto dell’autorità di bacino e la comunità montana, per la fine dell’estate appalteremo lavori per un milione e mezzo di euro e risolveremo i problemi di erosione che gravano su tutto il nostro litorale».
Io non so cosa poi andò storto. Benché l’arco naturale venne in qualche modo “salvato”, ed i lavori di messa in sicurezza del litorale fossero in procinto di iniziare ho due drammatiche certezze: l’arco naturale si sta sbriciolando, e quella famosa opera che doveva salvare anche Ficocella non è mai iniziata.
Ahimè il tempo e la natura hanno fatto il loro corso. Allora, qualcuno può farci capire cosa accadde quell’estate? Ed all’attuale giunta chiedo: in che modo si è fatta, o si farà carico del drammatico problema Ficocella? Si hanno notizie di iniziative delle autorità competenti su quel fronte?
Nell’iter di approvazione della legge finanziaria 2009 la Regione Campania ha accolto un emendamento del consigliere PD Donato Pica stanziando un milione di euro in più per interventi di recupero delle aree costiere soggette ad erosione. Si riuscirà ad intercettare almeno qualche briciola del milione? Oppure siamo condannati ad assistere alla solita indecorosa spartizione di risorse nell’area tra la baia Domizia e Paestum?
Ho fortemente a cuore la questione Ficocella. Forse pochi sanno che le falesie della Ficocella degli uomini ospitano la più grande colonia di primula palinuri sul territorio. La primula palinuri, il vituperato simbolo del Parco Nazionale del Cilento insomma sta tutta lì, radicata su poco più di una piccola scogliera dimenticata da tutti; dimenticata addirittura dallo stesso Ente Parco. Franato il costone della Ficocella la primula palinuri rischia di estinguersi, a meno che non si vada a pescarla, per quel che residua, nelle inaccessibili Molpa, Arco Naturale, zona Faro.
Quando parlo di frana, non parlo a caso: in bella vista ci sono cartelli di “pericolo caduta massi”, disseminati per la spiaggia sottostante il costone. La cala in località Ficocella ogni estate viene frequentata da centinaia di bagnanti. Chiedo, sperando di non essere incluso nel circolo delle Cassandre: se accade l’inaugurabile e qualcuno lì sotto si fa male, chi si assume le responsabilità?
La singolarità della questione è che mentre negli anni si costruiva l’anfiteatro nella pineta, si cercava di far funzionare l’antiquarium, il costone su cui entrambi poggiano poco a poco ha continuato a divorarselo il mare.
Sarebbe vergognoso e disdicevole non preoccuparsi di una delle cale più incantevoli della costa: dalla bellezza caratteristica e grazie alla sua posizione centrale, di facilissima accessibilità. E’ giunto il tempo di darsi una mossa, oppure no?
Sull’arco naturale al momento c’è poco da dire se non invitare l’autorità giudiziaria ad indagare con quale cura gli interventi di messa in sicurezza del sito a suo tempo sono stati realizzati e naturalmente far pagare quanto dovuto ai responsabili, se responsabilità dovessero esserci. Ora come ora, tutti lo sanno, è in corso un acceso confronto tra geologi sul destino di una risorsa che rischia di scomparire. Il pool di geologi spedito dal ministero dell’ambiente parla di “malato agonizzante”. I geologi del pool incaricato dal sindaco, dotati forse di una vena più ottimista, ritengono che il “malato” in poco tempo e con pochi soldi si riprenderà.
Nella speranza che questa disputa fra lumi si chiuda a breve e con esiti realistici c’è qualche imprenditore locale che cerca di alzare la voce minacciando azioni forti se l’arco naturale crolla. Chissà!
Se tutti i mali non vengono per nuocere sarà la volta buona che vedremo tutti gli operatori coesi, magari a puntellare l’arco a braccia alzate. Sarebbe già qualcosa visto che in vent’anni sulle fratture interne alle associazioni di categoria se ne sono dette di tutti i colori. Ma questa è un’altra storia.
Cerchiamo di essere seri: quando a suo tempo bisognava compiere gesti clamorosi, su scelte a dir poco criminose, nessuno s’è stracciato le vesti. Ora piangere sul latte versato serve a poco, se non a niente.
Raffaele Greco