L'URLO

di Aniello D'Angelo

Anzitutto, voglio chiedere scusa a quanti potranno essere infastiditi dalla drammaticità di questa foto che ho voluto inserire come copertina di questo scritto. Il senso di ciò e’ racchiuso nel titolo che ho dato allo stesso e che sintetizza la mia scelta di rendere pubblica un'esperienza che ha dell’incredibile, anche se la cronaca nazionale ci ha abituati a questo genere di notizie. Mi riferisco a quanto sono stato indotto a subire e a vivere, senza il mio consenso. Il 26 luglio scorso mi sottoposi ad un banalissimo intervento chirurgico di rinosettoplasica, presso una struttura privata di Agropoli (Sa) convenzionionata col SSN, nella fattispecie dell’ ASL SA 3 di Vallo Della Lucania. Durante l’intervento chirurgico le mie condizioni di salute peggiorarono fino a sfociare in una “POLMONITE AB INGESTIS”: nei miei polmoni si era riversato del liquido ematico che li aveva invasi per i 2/3, procurandomi una grave insufficienza respiratoria e mettendo a serissimo rischio la mia stessa vita, una banalissima infezione virale avrebbe compromesso seriamente la mia sopravvivenza, oltre ai danni cerebrali che stavo correndo. Dopo un’ora dal termine dell’intervento chirurgico, fui trasferito dalla clinica suddetta all’ospedale di Vallo Della Lucania, nel reparto di rianimazione, ove fui sottoposto a TAC toracica con conseguente coma farmacologico. Rimasi in questo stato comatoso per ben 5 giorni, con prognosi riservata e con grande impegno degli operatori sanitari nel fare l’impossibile per salvare la mia vita. E’ comprensibile a tutti l’estrema sofferenza del sottoscritto e dei suoi familiari che disperavano di rivedermi ancora vivo. Rimasi in ospedale per una settimana e poi, in condizioni pietose tornai a casa. Il desiderio di scrivere un libro sull’accaduto e’ maturato in me per la grande rabbia che avvertivo, man mano che realizzavo quanto mi fosse accaduto, attraverso il racconto dei medici e dei miei familiari. Qualcuno aveva, arbitrariamente, permesso che la mia vita terminasse per un banalissimo intervento di natura ambulatoriale. Le sole cose che posso ricordare risalgono al primo giorno di coscienza, ossia il 30 luglio scorso, ed ai giorni successivi al coma farmacologico. Ogni cosa, persona, luogo, si è impressa nel mio animo con una drammaticità ed un dolore impossibili da partecipare a chi legge. Attraverso la pubblicazione di questo scritto è mia intenzione costituire una associazione di volontari della rianimazione (luogo particolarissimo di un ospedale), nonché un punto di riferimento e di assistenza per quanti sono vittime, come me, di errori sanitari. Quanti volessero sostenere questo mio progetto potranno richiedere il volume direttamente al sottoscritto, previa adesione all’associazione “CHIESA Degli Ultimi”. Credo fermamente che basti poco per dare una mano a quanti soffrono non per propria scelta, a chi è costretto a rivolgersi ad una struttura sanitaria per risolvere un qualsiasi problema di salute. La società stessa sarebbe più vivibile se in ogni azione prevalesse la carità evangelica che faccia scorgere nell’altro lo stesso Cristo sofferente sulla Croce del dolore.
Quanti volessero aderire all’iniziativa possono richiedere lo scritto direttamente ai recapiti: 389053298 anidang@libero.it