La riforma scolastica del Ministro Gelmini sta cancellando le scuole dai piccoli Comuni ed è antiquata come i suoi improbabili e grigi tailleur pantalone. Contestualmente però, si garantiscono ed incentivano i finanziamenti regionali e statali per l’edilizia scolastica. Si prospetta uno scenario paradossale: avremo scuole sempre più grandi, più maestose ed imponenti ma, inesorabilmente chiuse! Non voglio unire la mia alle voci grosse e lamentose che si levano contro la Ministra fuori moda, ma voglio sollecitare una riflessione diversa e, se vogliamo anche un po’ triste. Infatti, mi chiedo perché, al nostro come a tanti altri Comuni, siano concessi fondi per la ricostruzione degli edifici scolastici, quando contestualmente il Provveditore decida di sopprimere, a scelta, il tempo prolungato a Rodio oltre che intere classi o addirittura intere scuole (vedi la scuola media di San Mauro). Questo paradosso porta noi amministratori comunali a richiedere comunque (ed a ragione!) i finanziamenti per la ricostruzione e l’ampliamento delle scuole ma, allo stesso tempo, ci costringe ad organizzare servizi di post scuola comunali per tenerle aperte o, nel peggiore dei casi a perderle inesorabilmente. Ancora, l’anno scorso, il Ministero, nel rinnovare la gara di appalto per i servizi di pulizia nelle scuole, ha omesso di inserire nel capitolato di oneri la fornitura del materiale di consumo dei bagni (carta, salviette ecc.) e dei detersivi. Di conseguenza, non potendo a tanto provvedere le scuole, data l’esiguità dei Fondi di Istituto, questa spesa toccherà ai Comuni. Il Comune di Pisciotta già lo fa, per iniziativa mia e del Sindaco e nonostante l’infondata opposizione di alcuni. In conclusione, voglio evidenziare che si è ormai affermato un trend ottuso e scollato dalla realtà che porta il governo verso l’edilizia scolastica e contro la pubblica istruzione. Questo trend è partito dal Governo Prodi e viene confermato e continuato dall’attuale Governo, poiché investire nell’edilizia è una scelta conveniente sia per la destra che per la sinistra, dato che remunera e crea un indotto elettorale ed economico maggiore. A che pro spendere per un’istruzione all’avanguardia, sperimentando metodi di apprendimento più moderni e proiettando gli studenti nel mondo nel lavoro? Per avere cittadini istruiti e moderni non occorre preparare gare di appalto, non occorre finanziare imprese di servizi, chiedere consulenze, arricchire progettisti e direttori dei lavori, comprare cemento, pietre, infissi e fare clientelismo. Insomma, la mia riflessione triste è questa: investire nell’edilizia scolastica è tutto grasso che cola mentre la pubblica istruzione, per certi versi è forse anche dannosa. Teniamo presente però che non tutte le voci hanno lo stesso peso e, mentre la mia si dissolve nella sua stessa eco, quella del Vaticano, che ha protestato contro i tagli alla scuola paritaria, ha invece convinto l’attuale Ministro ad una profonda riflessione seguita da veloce retromarcia…
Assunta Giaquinto
ViceSindaco
Assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Pisciotta