RIFLESSIONE OLTRE I CONFINI

LÀ DOVE ANALISI E VERITÀ COINCIDONO

Hermes o Ermete nella mitologia greca è il dio dei confini e dei viaggiatori ma anche dei pastori degli oratori e dei poeti, della letteratura, dell’atletica e delle misure. Hermes funge anche da interprete, svolgendo il ruolo di messaggero da parte degli dei presso gli uomini. L’inno omerico ad Hermes lo invoca come: “Apportatore di sogni, osservatore notturno...”.

Hermes nasce come rivista di critica e letteratura, di ispirazione colta e dannunziana, a Firenze nel 1904, da Enrico Corradini e dal giovane Giovanni Giuseppe Antonio Borghese. Il nome greco della rivista è emblematico “il conduttore di molte anime al di là dei confini del mondo, nel fantastico Ade”; impronta paganeggiante e dannunziana, fu una rivista dalle disposizioni critiche ma anche emotive.

Proprio per il suo profondo significato “Hermes” è stato adottato da molte riviste odierne e da molti giornalini. Penso altresì che chi abbia dato il nome Hermes al giornalino in diffusione nel nostro Comune voleva farne qualcosa di buono, uno strumento d’informazione, magari attuare un confronto aperto tra i cittadini, creare un messaggero di opinioni, di critiche, di dibattiti, di opinioni aperte,di confronto, di sana satira, di politica aperta e costruttiva, di arte, di letteratura, di intrattenimento, ma anche una voce per i giovani. Ahimé non è stato così … a testimone di ciò il fatto che pochi pochissimi giovani lo leggano, e molti invece lo buttano senza nemmeno sfogliarlo.

Eppure il principio era buono, anzi direi ottimo. Personalmente leggendolo ho trovate sempre pochi articoli interessanti molti invece noiosi, scritti male, sgradevoli. La mia è una critica da lettrice, anche se sono sicura di interpretare il pensiero di molti. La verità è che la gente, noi cittadini, siamo disgustati dalle solite manovre politiche che si leggono su questo foglio dove, la maggior parte delle volte, vengono usati toni offensivi scambiandoli per strategie politiche. Cosa penserebbe un turista se si trovasse a leggere questo giornalino? Signor Paolino Vitolo lei ha proprio ragione Hermes viene visto, senza alcun forse, come un foglio politico ben pilotato, non dimentichiamo che appena un anno fa in tempo di elezioni comunali è stato strumentalizzato alla meglio dall’attuale amministrazione comunale, ed è continuato così. Viene quindi a cadere uno dei principi salienti di un foglio di opinione e di confronto.

Allora ecco che ancora oggi ci troviamo a leggere mezzi articoli su questioni importanti per tutti i cittadini, ossia “la discarica di Foria”, perché di discarica si tratta niente sito di stoccaggio, dove l’ASSESSORE Gianfranco Ciccariello, colui che ama in maniera viscerale il suo paese Foria e i suoi concittadini, esordisce in un articolo, con un linguaggio non politico, non confidenziale, non analitico, ma un linguaggio vile, ipocrita tipico di un abietto, cercando di sottrarsi così al confronto aperto con i semplici cittadini che difendono il loro territorio, la salute, il futuro dei loro figli e il bene comune, a volte anche in maniera forte là dove la causa è giusta. Mi chiedo se l’ASSESSORE si fosse schierato dalla parte dei suoi cittadini quanto gli sarebbe costato? Sicuramente avrebbe salvato la fiducia di molti suoi elettori!

Sulla questione discarica mi trovo d’accordo con Umberto Meluccio su alcune sue parole: “i siti per deposito provvisori o definitivi non dovrebbero esistere.. .non piace a nessuno avere al confine un deposito di rifiuti”. Forse, allora si può fare di più! Niente critica politica, quella si vive tutti i giorni, basta farsi una passeggiata per le vie dei nostri paesi, per sentire e avvertire l’amarezza che la gente vive. il crollo delle loro illusioni, la delusione, il tacito silenzio che però rimbomba più forte di un tamburo!

Giambattista Vico, filosofo del settecento, parlava di “corsi e ricorsi storici”, ciò non significa come comunemente sì interpreta che la storia si ripeta. Significa, piuttosto. che l’uomo è sempre uguale a se stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici. Ciò che si presenta di nuovo nella storia è solo paragonabile per analogia a ciò che si è già manifestato. Così ad esempio, ad epoche di civiltà possono seguire epoche di “ritornata barbarie”; ad epoche nelle quali più forte è il senso di una determinata categoria, altre nelle quali si sviluppa maggiormente un altro aspetto della vita. La storia, dunque, è sempre uguale e sempre nuova. In tal modo è possibile comprendere il passato, che altrimenti ci rimarrebbe oscuro, perché “Historia se repetit”.

Forse su questo principio anche una singola voce può risvegliare le coscienze degli uomini. Anche se nella nostra comunità sembrano svilupparsi le categorie del passato, fiduciosa ritengo che arriveranno anche gli eventi positivi. Quello che mi auguro cambi è il modo di esprimersi delle persone, in primis dei politici locali che si trovano a scrivere su questo giornalino, che poco sanno usare la penna, perché poco, forse, sa dettare la mente. “Cogito ergo sum” (Iett. “Penso dunque sono”) è la locuzione con cui Cartesio, filosofo francese vissuto nella prima metà dei seicento, esprime la certezza indubitabile che l’uomo ha di sé stesso, in quanto soggetto pensante. Una comprensione attenta di cogito ergo sum, porta anche alla traduzione di “Sono quello che penso”.

Ci tengo a chiarire che le mie parole non vogliono essere una difesa nei confronti di chi sa bene difendersi da solo! (forse ne avrei anche il diritto). Quello che ho esposto è una riflessione oggettiva. E’ un dato di fatto che spesso non esiste nessuna critica su questo giornalino, nessun dibattito; invece ciò che non manca mai è il linguaggio insolente che porta a far ridere qualche imbecille ed allontanare la maggior parte dei lettori. Anche la politica ha un’ETICA! Amante della lettura, quale mi definisco, mi auguro che Hermes risorga dalle sue ceneri, qualora si voglia mantenere questo nome, nel rispetto di ciò che è stato nei tempi ed ha significato ai fini della comunicazione.

Dott.ssa Jenny Cavaliere