Da alcuni mesi il panorama culturale del nostro comune si è arricchito di un’esposizione permanente del pittore Gino Bosi, situata in un locale in via S.Sebastiano presso piazza San Nicola a Centola.
Bosi è un pittore che, da oltre due anni, si è trasferito dalla provincia di Pavia a Centola. Proveniente da una terra umida, piena di vapori nelle stagioni fredde, ha scelto una terra più solare, sensuale, dalla lunga stagione estiva. Qui ha trovato quella luce, quei colori che caratterizzano le sue opere. L’artista ha fatto questa scelta di vita dopo aver visitato quasi tutte le coste italiane. Ha preferito il Cilento per il verde, la natura, la bellezza del paesaggio. Tra le sue composizioni fichi d’India, ginestre, alberi, fiori, “natura viva” come ama definirla, paesaggi che hanno, quasi sempre, come sfondo il mare; ma non mancano figure e nature morte. Un’arte che nasce spontanea ma che traduce le impressioni estetiche e comunica le emozioni dell’artista. Un’arte che non fa sperimentalismi, non segue le mode, ma che ci dà una pittura fatta sul cavalletto, dopo averla filtrata attraverso gli occhi e lo spirito, Un’arte che ci trasmette la visione di un mondo esaltato da luce e colore. In questo, ma anche nella coerenza delle scelte tonali e nella compiutezza costruttiva, sta la suggestione poetica delle sue opere.
Nella sala dell’esposizione c’è un quaderno dove i visitatori possono scrivere le loro impressioni, tra queste una sintetizza bene il significato delle sua opera: “Solo grazie a voi, a te in particolare, si può aiutare il distratto ad entrare in un mondo che ci sfiora e di cui non sappiamo di avere bisogno: quello dell’arte e della cultura, quello che ci fa entrare nell’ordine delle cose… quelle vere e forse sognate. Grazie e complimenti.”
L’esempio di questo pittore, che con coraggio ha lasciato un territorio che avrebbe potuto dargli maggiori soddisfazioni economiche, per venire ad abitare nel Cilento, a portare nel nostro paese qualcosa che mancava, può essere un segnale di speranza e un insegnamento per chi lascia queste terre pensando che non abbiano più nulla da offrire.
Gustavo Mion