Palinuro: tempesta sul porto

Porto di Palinuro gremito di ombrelloniPorto di Palinuro, mattina del 20 luglio 2007. Tempo bello, sole splendente, mare calmo. Improvvisamente scoppia una tempesta, ma non è meteorologica: una ventina di uomini in divisa, tra marinai e carabinieri, scende sulla spiaggia e inizia un sistematico sequestro degli ombrelloni e delle sedie a sdraio sistemate in bell’ordine, pronte ad accogliere i bagnanti. Gli operatori turistici che si dedicano al servizio spiaggia cercano di protestare, ma non c’è niente da fare. Nella confusione generale, qualcuno si sente male e qualcuno, colto da malore, finisce addirittura in ospedale. Dopo un paio di giorni il magistrato stabilisce che non sussistono motivi per confermare il sequestro e le attrezzature vengono restituite ai rispettivi proprietari.
Che cosa è successo? La materia è complessa e contraddittoria, per questo abbiamo svolto una piccola indagine ed abbiamo appurato quanto segue.
Le forze dell’ordine non hanno svolto un’azione dimostrativa e tanto meno hanno esercitato alcuna prepotenza. Anzi, a detta della maggior parte degli operatori turistici della spiaggia, il loro comportamento è stato corretto e, nei limiti imposti dalle circostanze, addirittura “umano”. In realtà essi hanno effettuato un atto dovuto, a seguito della denuncia di persone, che non avevano potuto occupare con un proprio ombrellone uno spazio sulla spiaggia. Questo diritto, infatti, non può essere negato a nessuno, perché la spiaggia del porto, proprio perché interna ad un’installazione portuale, non può essere oggetto di concessioni demaniali (e se anche così non fosse, l’eventuale concessione sarebbe impedita anche dall’esigua larghezza della spiaggia, tale da non poter lasciare lo spazio da riservare per legge a spiaggia libera). Per di più, nel primo tratto, che va dalla Capitaneria al ponte con scaletta presso la Torre, tratto di competenza della Regione, è addirittura vietata la balneazione. Anni fa c’era anche un cartello di divieto, ma fu rimosso e nessuno se ne ricorda più. E allora, come fanno gli operatori turistici a creare dei veri e propri “lidi” sulla spiaggia del porto? La scappatoia è l’articolo 68 dell’ex Codice della Navigazione, mantenuto in vigore nonostante il Codice sia stato abrogato il 15 settembre 2005, perché non sostituito da alcun regolamento successivo. L’ex art. 68 recita esattamente così: “Art. 68 - Vigilanza sull' esercizio di attività nei porti - 1. Coloro che esercitano un' attività nell' interno dei porti ed in genere nell'ambito del demanio marittimo sono soggetti, nell'esplicazione di tale attività, alla vigilanza del comandante del porto. - 2. Il capo del compartimento, sentite le associazioni sindacali interessate, può sottoporre all' iscrizione in appositi registri, eventualmente a numero chiuso, e ad altre speciali limitazioni coloro che esercitano le attività predette.”. Come si vede, non c’è traccia di permessi, né di concessioni, ma solo il monito sull’autorità del comandante del porto, nonché la possibilità, da parte delle autorità, di creare registri per regolamentare le attività in area portuale. Interpretando con una certa larghezza l’ex art. 68, obiettivamente molto generico, il Comune ha dato la possibilità agli operatori turistici, che lo desiderino, di affittare attrezzature da spiaggia a chi lo richieda, posizionando tali attrezzature (sedie e ombrelloni) solo al momento della richiesta del cliente. Per le necessarie iscrizioni ai registri e per gli adempimenti burocratici, il Comune richiede un pagamento annuo di circa 360 euro. Come dimostra anche l’esiguità di questa cifra, non si tratta di una concessione demaniale, quindi non è lecito posizionare gli ombrelloni e le sedie al mattino presto, prima che arrivino i clienti. Per inciso, è notizia recente che su alcune spiagge libere liguri dei privati, che avevano preso l’abitudine di recarsi prima delle otto del mattino per “riservare” pezzetti di spiaggia con asciugamani e stuoini, si sono visti multare dai rispettivi Comuni di ben 1024 euro. Una bella batosta, non c’è che dire! Ma torniamo ai lidi di casa nostra. Neanche a farlo apposta, due giorni prima del venerdì nero 20 luglio, il Sindaco di Centola aveva provveduto ad inviare una circolare a tutti gli operatori turistici del porto (vedi figura), in cui ricordava che l’ex art. 68 non configura diritti, ma solo doveri e che in nessun caso è lecito occupare la spiaggia libera prima dell’arrivo del cliente che occupa la sedia e l’ombrellone. In parole povere niente file di ombrelloni e sedie vuote pronte dal primo mattino. Come ben sappiamo, il nostro sud, a differenza della nordica Liguria, è il regno del possibile, per cui si è voluto chiudere un occhio ed anche tutti e due e gli operatori del porto si sono divisi gli spazi, proprio come se godessero di una concessione demaniale. Nonostante l’infrazione della legge, tutto sarebbe filato liscio, se qualcuno non si fosse spinto addirittura a cacciare via dalla spiaggia qualcuno che, portandosi la propria sedia a sdraio, si sarebbe voluto sistemare su un angolo, che l’operatore in questione riteneva di suo uso esclusivo. Questi atteggiamenti, reiterati nel tempo, hanno fatto scattare l’azione delle forze dell’ordine. Ora tutto sembra tornato come prima e tutti lavorano, godendo i frutti della piena stagione balneare. Poiché capiamo perfettamente le ragioni degli operatori turistici, che peraltro offrono un servizio spiaggia che è richiesto dai turisti, poiché capiamo pure che la legge disgraziatamente non consente di godere di concessioni demaniali normali, esortiamo tutti ad usare il buon senso. Nei riguardi degli operatori turistici si continui a chiudere un occhio (e anche due), visto che svolgono un lavoro necessario, richiesto ed anche di qualità. D’altra parte questi ultimi, nel raro caso che si presenti sulla spiaggia il turista fai-da-te che chiede di esercitare il suo sacrosanto diritto di occupare con la sua sedia un pezzetto di spiaggia, che per legge è libera, chiudano anch’essi un occhio e lo lascino stare. Tanto, quanti saranno mai questi masochisti che si portano armi e bagagli da casa invece di godere di un servizio comodo e neanche troppo costoso? Come al solito, il buon senso e la tolleranza sono il rimedio di tutti i mali. Noi meridionali siamo maestri in questo. Usiamoli e godiamoci i doni che la natura ci ha elargito.

Avviso del Sindaco di Centola

La Redazione di HERMES