La festa di S.Antonio del porto

S.Antonio del porto di Palinuro25 settembre 1949: tanto tempo fa. La mattina è limpida e fresca a Palinuro e una dolce brezza di terra, profumata di alloro e lentisco, scavalca le rade case del paese, sparse come un gregge tra gli ulivi, e increspa le limpide acque del porto. Palinuro non è il centro turistico che conosciamo oggi, ma è solo un borgo di poveri pescatori e quello che essi chiamano pomposamente porto è solo una spiaggia di sabbia chiara, a stento protetta dalla breve sporgenza di punta del Fortino. Il tempo sembra buono e dieci barche a remi (il motore è ancora un lusso inimmaginabile) prendono il largo per andare alla pesca del pesce spada, ognuna con due marinai, l’uno ai remi, l’altro a innescare con pezzi di alici la coffa, una lunga fila di centinaia di ami, che, una volta al largo, sarà sparsa nel mare per essere ritirata dopo qualche ora di attesa, carica dei pesci spada che avranno abboccato. Dopo una lunga, lunghissima vogata, quando ormai il capo Palinuro è una piccola macchia di roccia stampata sulla costa azzurrina, le coffe vengono pazientemente filate in acqua e la pesca ha inizio. Al mattino il tempo sembrava buono, ma ecco che nel pomeriggio, forse alle quattro a giudicare dall’altezza del sole (nessuno dei pescatori possiede un orologio), il cielo improvvisamente si oscura e un vento freddo comincia a sferzare il mare, che si ribella ricoprendosi di onde e di spuma. I pescatori, spaventati, ritirarono in fretta e furia le coffe e faticosamente, intirizziti e fradici di acqua salmastra, si avviarono a remi verso il porto. A terra, i loro familiari, preoccupati per l’improvvisa tempesta, si erano già riversati sulla spiaggia e, timorosi per la sorte dei loro cari, avevano preso la statua di Sant’Antonio da Padova, che già allora dimorava nella bianca chiesetta del porto, e l’avevano posta in riva al mare, quasi a cercare di placare le onde con lo sguardo del Santo e del Bambino tra le sue braccia. Certo le preghiere dovettero essere esaudite, perché dalla caligine che aveva offuscato il mare emersero finalmente le barche dei pescatori. La gioia fu immensa, ma di breve durata: nella confusione generale un pescatore, Mauro “il Quartigliere” si accorse che le barche tornate erano nove e non dieci. Mancava all’appello il piccolo gozzo di Mauro “Cioccolatera” e di Salvatore “’o Zito”, che, attardatisi per ritirare la coffa forse imbrogliata, erano rimasti al largo, preda della tempesta. La disperazione delle donne spinse l’unico motopeschereccio di Palinuro, che quel giorno era rimasto in porto, ad avventurarsi nei flutti neri per la notte ormai sopraggiunta. Il “Quartigliere”, spinto dalla madre, salì a bordo, perché meglio ricordava la posizione della barca dispersa. Ma nel buio e nel vento era come cercare l’ago nel pagliaio. Improvvisamente, quando già, perse le speranze, il motopeschereccio stava per fare ritorno, agli occhi increduli del “Quartigliere” apparve una luce lontana nel mare scuro. I soccorritori la seguirono e raggiunsero i due dispersi, stremati e rassegnati alla loro sorte. Essi furono issati sul peschereccio e la loro barca trainata in porto. Inutile dire che il piccolo gozzo, ormai invaso dalle acque, non aveva alcun lume a bordo. La luce miracolosa che aveva guidato i soccorsi fu attribuita alla benevolenza di Sant’Antonio, santo miracoloso che aveva voluto salvare con un ennesimo miracolo due uomini di mare in balia degli elementi avversi. Da allora il 25 settembre è festa grande a Palinuro. Tutti gli anni, se il mare lo consente, nel primo pomeriggio, proprio all’ora della tempesta di tanti anni fa, la statua di Sant’Antonio esce dalla sua chiesetta bianca del porto e sale sul motopeschereccio che quell’anno ha ottenuto l’ambito onore di portare il santo. La processione di centinaia di barche di pescatori e di turisti lascia il porto al suono di una banda, imbarcata anch’essa su un motopeschereccio, e si dirige prima alla grotta Azzurra e poi punta decisamente verso Caprioli, dove si ferma per assistere ad un primo spettacolo pirotecnico. La via del ritorno verso il porto è scandita da altre “stazioni” con fuochi, fino allo spettacolo finale che accoglie le barche che rientrano nel porto. I festeggiamenti non si limitano alla processione, ma durano più giorni. Quest’anno il Comitato festa ed il parroco Don Claudio Zanini, hanno stabilito che i festeggiamenti dureranno dal 22 al 25 settembre 2007. Il 25 settembre alle ore 15.00 verrà svolta la processione di Sant'Antonio sia per mare che per terra e al rientro nella cappella del porto vi saranno i fuochi pirotecnici. In serata alle ore 21.00 vi sarà il concerto bandistico della banda "Città di Conversano", mentre, il 24 settembre, si svolgerà la processione in onore della Madonna Assunta, con l'inaugurazione dell'anno scolastico 2007/2008 e la partecipazione degli alunni delle scuole elementari e medie.
Con la festa di Sant’Antonio comincia l’autunno, ma l’estate di Palinuro non è finita. Il sole e il mare ancora tiepidi spingono a godere la pace delle spiagge ormai restituite ai loro silenzi, in attesa di un inverno mite, ma ancora lontano.

La Redazione di HERMES