22 maggio 2007. La Campania è sulle prime pagine dei giornali e dei telegiornali nazionali. Napoli è considerata a rischio di epidemia e il caldo di un’estate precoce rende questo rischio sempre più minaccioso. Da mesi le strade traboccano di rifiuti e, soprattutto in provincia di Napoli, la popolazione esasperata incendia i cassonetti ricolmi. Poco possono i Vigili del fuoco per contrastare le centinaia di incendi e il fumo, carico di veleni e di diossina, si diffonde anche nelle zone “bene”, dove abitano i responsabili di questa catastrofe, zone tenute artificiosamente pulite, per non disturbare le delicate narici del governatore della Regione e del sindaco di Napoli. Persino il presidente della Repubblica Napolitano interviene in maniera decisa, esortando la popolazione al senso di responsabilità. Che nessuno vuole avere, perché tutti i paesi, spalleggiati dagli amministratori locali, si oppongono per principio alla localizzazione di discariche provvisorie o alla riapertura di vecchi siti di deposito rifiuti nei loro territori. È l’atteggiamento “nimby”, dall’efficace acronimo inglese “not in my backyard”, cioè “non nel mio cortile”: togliete i rifiuti da qui, ma portateli lontano da casa mia.
La situazione nel territorio di Centola, anche se non così drammatica, è altrettanto grave. Un indicatore molto eloquente è dato dalla foto qui sotto, che mostra il punto di raccolta rifiuti all’uscita del parco San Paolo in Palinuro. La foto è stata scattata il 23 maggio, anche se è straordinariamente simile ad un’analoga foto che pubblicammo l’estate scorsa. Con la differenza che allora c’erano i turisti e sul territorio comunale gravavano almeno 50.000 abitanti, mentre oggi sono certo meno di 5.000. Vogliamo credere, in tutta onestà, che lo scempio che documentiamo non sia dovuto a negligenza o a cattiva volontà dell’amministrazione uscente, ma semplicemente al fatto che i mezzi della nettezza urbana non raccolgono i rifiuti perché non sanno dove portarli.
Secondo il commissario straordinario Bertolaso, che ha cercato disperatamente, ma invano, di dimettersi, se non si riuscirà a vincere la resistenza delle popolazioni interessate all’apertura di vecchie o nuove discariche nel giro di una settimana, la catastrofe potrebbe assumere proporzioni inimmaginabili. È questo il senso dell’appello del presidente Napoletano, anche se ci chiediamo con desolazione e stupore come si sia potuti arrivare a questo punto.
Molti, troppi anni fa, l’ex governatore della regione Campania, Antonio Rastrelli, aveva già affrontato il problema e l’aveva brillantemente avviato a soluzione. Egli aveva capito che lo smaltimento dei rifiuti tramite discariche non aveva futuro. Erano necessari nuovi sistemi, come i cosiddetti “termovalorizzatori”, che, dopo un’opportuna raccolta differenziata, che consente il recupero dei materiali riciclabili, bruciano i rifiuti inutilizzabili, producendo energia da sfruttare per usi locali o addirittura da rivendere. In questo modo la spazzatura non è più un problema, ma diventa una ricchezza, con conseguente riduzione o addirittura azzeramento della tassa di smaltimento per le popolazioni interessate. Rastrelli, con pochi soldi e soprattutto senza consulenti d’oro, aveva avviato il progetto di ben cinque termovalorizzatori, tutti in fase esecutiva. Ma la politica bieca e tracotante di coloro che non governano per il popolo, ma solo per i propri interessi, di quelli che trasformano i diritti in favori graziosamente concessi, di quelli che non servono i cittadini, ma vogliono essere serviti, quella politica con la p minuscola impedì che quel progetto andasse in porto. E, dopo una breve parentesi al governo regionale di un oscuro esponente del partito delle quaglie saltatrici, iniziò l’era di Bassolino, che ora, dopo quasi dieci anni, non è riuscito neanche a completare l’unico termovalorizzatore, il cui progetto fu tenuto in piedi: quello di Acerra.
Poiché non è possibile che persone raziocinanti, che bene o male occupano posti di potere, trascurino per inettitudine un problema grave come quello dello smaltimento dei rifiuti, dobbiamo ritenere che dietro le quinte si muovano interessi sconosciuti e innominabili. Non si spiega altrimenti perché iniziative di singoli Comuni, che hanno cercato di risolvere in proprio il problema della spazzatura, siano state artatamente “addormentate”, procrastinando delle soluzioni valide ed economiche, in attesa dell’attuazione di un fantomatico piano regionale.
Noi della lista Insieme, se, come speriamo, riceveremo dai cittadini il mandato di governare il comune di Centola, ci troveremo sul tavolo un primo ineludibile problema: la soluzione dell’emergenza rifiuti con l’estate e la stagione turistica alle porte. Poiché Insieme non dipende dai poteri centrali che invece sono i burattinai, neanche troppo occulti, della lista avversaria, i cittadini del comune di Centola potranno esser certi che noi risolveremo il problema con tutti i mezzi disponibili a chi, per definizione, è libero da ogni condizionamento. E, poiché nessuno potrà imporci la sua volontà dall’alto, poiché non siamo dei calacapi, ma dei liberi cittadini come voi che ci voterete, potrete star certi che spettacoli di sporcizia e degrado, che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti, diventeranno presto uno sbiadito ricordo.
Paolino Vitolo