Il nuovo molo dell'ex Club Med è durato, come si suol dire, lo spazio di un mattino. C'era voluto un quarto di secolo di abbandono per ridurlo allo stato pietoso in cui si trovava prima dell'inizio dei lavori di ripristino, ma poi il mare ha impiegato un sol giorno per rimettere le cose a posto a modo suo. Una sola mareggiata ha avuto ragione di tonnellate di ferro e cemento profuse senza economia per ripristinare quello che dovrebbe diventare il porticciuolo turistico di Palinuro. Non discutiamo della qualità dei lavori (ci mancherebbe altro!), ma riteniamo che forse un'opera esposta alla furia degli elementi per molti giorni all'anno richiederebbe una pianificazione ed una progettazione un tantino più lungimirante. Forse un paio di anni fa vi demmo conto su Hermes, in un'intervista all'attuale Sindaco, di alcuni iteressanti progetti per il territorio di Palinuro. Uno di questi riguardava appunto il ripristino del cosiddetto "molo dei francesi", cosa che avrebbe consentito di dirottare il traffico dei turisti delle gite alle grotte all'ingresso del paese, senza appesantire il già asfittico traffico del porto. Purtroppo, a parte le suddette considerazioni sulla statica del molo, non c'è traccia né di opere a mare, che consentano di dare un minimo di sicurezza alle barche in servizio presso il molo, né di viabilità e di parcheggi (anche per autobus turistici), che consentano di raggiungere comodamente la riva del mare. Nel vedere le opere sinora completate (cemento dappertutto), si ha la netta sensazione di una realizzazione provvisoria senza alcuna utilità, buttata giù in fretta e furia per scopi - ci dispiace dirlo - prettamente elettoralistici. Francamente pensiamo che Palinuro meriti di più.
La Redazione di Hermes
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