ABBIAMO SPERANZA

Auguri, Hermes! Con questo numero il nostro giornale entra nel suo sesto anno di vita, il che non è cosa da poco, considerando la nostra scelta di essere assolutamente indipendenti o, per meglio dire, assolutamente dipendenti dalle nostre idee. Come i nostri lettori più affezionati ricorderanno, Hermes nacque come giornalino della “terza lista”, quel Polo-Libeccio che arrivò appunto terzo alle elezioni del comune di Centola di cinque anni fa. Poi, quasi subito, Hermes volle trasformarsi, spogliandosi di quella casacca troppo stretta e decise di essere il giornale di tutti, o almeno di tutti quelli che sentivano l’impellente necessità di fare qualcosa per stimolare, trasformare, migliorare, sistemare, correggere tutte le cose che non andavano e che non vanno nella nostra terra. Qualcuno potrà obiettare che la nostra tendenza è comunque – per così dire - di “destra”. È vero, lo ammettiamo: per quanto ci si sforzi, è molto difficile, se non impossibile, dimenticare le proprie origini e far tacere il proprio cuore, ma ci si dia atto di aver sempre rispettato le idee degli altri e di aver sempre dato spazio sul nostro foglio a chiunque avesse voluto onorarlo con un suo scritto. È questa una qualità cui teniamo molto e che consideriamo un nostro punto d’onore.
Ma torniamo alla nostra storia: quando uscì il primo numero di Hermes, nel dicembre 2002, il mio primo editoriale (intitolato “Le ragioni di una scelta”; qualcuno lo ricorda?) parlava con tristezza di un’occasione perduta. Ci rendevamo conto (come ce ne rendiamo tuttora) che la nostra terra si degradava sempre più, ma constatavamo con rabbia di non essere riusciti a fare nulla per invertire il processo negativo. Venivamo da una sconfitta elettorale ancora bruciante e soprattutto faceva rabbia che le due liste, in cui l’opposizione si era infelicemente spaccata, avessero raccolto complessivamente più dei due terzi dei consensi, il che, con evidenza matematica, urlava ai quattro venti che, se non ci fossimo divisi, avremmo vinto e avremmo avuto la possibilità di metterci alla prova per riportare il nostro paese a quella che sembra ormai una lontana mitica irraggiungibile età dell’oro. E quindi cominciammo a lavorare con pazienza per ricucire quella spaccatura, stupida, inutile, figlia del meschino egoismo di chi è incapace di capire e di guardare da una prospettiva più alta gli interessi della collettività e che anzi tali interessi diprezza. All’inizio il lavoro non fu facile, perché i “fratelli separati” nutrivano un reciproco rancore per l’occasione perduta, ma poi alcune cose cambiarono e il tempo, il solito gran galantuomo, rimarginò le ferite e lentamente ricominciammo a parlarci. In fondo volevamo tutti la stessa cosa, governare il paese per amore e non per interesse, e questo amore comune ci spingeva a stare uniti superando anche le barriere ideologiche e le appartenenze politiche. Noi di Hermes siamo stati tra i principali attori di questa riconciliazione, e ne siamo fieri. Nello scorso numero di ottobre 2006 vi demmo conto della nascita del movimento “Insieme per il Comune”, costituito essenzialmente da persone di Alleanza Nazionale, che si spogliavano della propria identità politica, per promuovere la costituzione di una lista civica aperta a tutti i cittadini che non approvano l’operato dell’attuale amministrazione. Da allora molta strada si è fatta e, come tutti sapete, è nato un nuovo movimento più ampio, che si chiama INSIEME, perché in esso stanno, lavorano, costruiscono, dibattono persone di ogni estrazione politica, di destra e di sinistra e di centro, unite da un unico denominatore comune: il desiderio di far risorgere Centola, Foria, San Nicola, San Severino, Palinuro; cinque nomi per un’unica terra privilegiata dalla natura, ma mortificata dall’incuria dell’uomo. Molta strada si è fatta e molta se ne deve fare ancora. E non sarà un cammino facile, anche perché, quando le teste sono tante, non si può pretendere l’unanimità. Ma se c’è la buona fede, se cioè si vuole veramente il bene comune e non il tornaconto personale, è facile fare un passo indietro e accettare le decisioni e le scelte che proprio il popolo ci ha chiesto. Tutti, chi più chi meno, abbiamo fatto un passo indietro; il primo documento ufficiale del movimento Insieme è un foglio pieno di firme, in cui i firmatari dichiarano di accantonare le loro rispettive appartenenze politiche per confluire in un progetto comune. È un piccolo sacrificio che sarà ripagato oltre misura se conquisteremo il governo del paese e se, soprattutto, riusciremo a realizzare il nostro sogno: far tornare la nostra terra allo splendore del passato. Lascio ad altri articoli di questo numero il compito di parlare dei particolari di questa vicenda. Mi preme soltanto annunciare, che una scelta democratica all’interno del movimento Insieme, ratificata in pubblica assemblea dalla popolazione, ha designato il nostro candidato sindaco nella persona di Romano Speranza. Tutti lo conoscete bene, perché egli fu già sindaco nel periodo che mi è piaciuto chiamare “età dell’oro”. Siamo certi che la sua esperienza decennale, unita all’entusiasmo dei giovani e degli uomini nuovi con cui stiamo lavorando, riuscirà a dare quella svolta che tutto il popolo invoca.
Come ho detto prima, lavoriamo con gioia e con entusiasmo per tornare agli splendori del passato. Sarà un lavoro duro anche dopo, anzi soprattutto dopo la vittoria. Ma siamo certi che ci riusciremo: abbiamo tanta tanta… speranza!

Paolino Vitolo

La votazione per alzata di mano del candidato sindaco Romano Speranza