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febbraio 2007
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BRIGANTI

Intorno al 27 gennaio, che, come sappiamo (come potremmo non saperlo, visto che ce lo ripetono ogni anno, da almeno un mese prima, con film, dibattiti, articoli, articolesse, documentari, visite guidate ai campi di sterminio, libri pubblicati al momento giusto e così via?) è il cosiddetto giorno della memoria dell’olocausto del popolo ebreo, abbiamo ricevuto questo pezzo di argomento storico. Lo pubblichiamo volentieri e plaudiamo all’iniziativa dell’autore, Gustavo Mion, che ha voluto ricordare un altro olocausto, che ci riguarda molto da vicino e che neanche le fonti più anticonformiste sembrano ricordare. Infatti, tanto per citare un esempio, su un sito internet decisamente non allineato e anticonformista (http://excaliburitalia.spaces.live.com/) troviamo il seguente elenco di crimini contro l’umanità da aggiungere alla tragedia della shoah:
- il genocidio del popolo cristiano-armeno del 1915, un milione e mezzo di uomini, donne, vecchi e bambini scientemente eliminati dal governo turco;
- i dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo (in alcuni casi, con episodi di particolare atrocità, come le carneficine di Wounded Knee e di Sand Creek River);
-i quattro milioni di vittime civili italiane e tedesche dei bombardamenti terroristici alleati avvenuti durante la seconda guerra mondiale per fiaccare il morale delle truppe nemiche o per semplice odio razziale (è il caso del massacro di Dresda, la città tedesca prima rasa al suolo con le bombe dirompenti, poi incendiata con le bombe al napalm e infine mitragliata dal volo radente dei caccia, trovarono una morte orrenda oltre 200mila civili);
-le vittime dei bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki (inferti dagli Americani al solo scopo di testare i nuovi ordigni quando il Giappone aveva già avviato le trattative per la resa);
-le migliaia di prigionieri italiani internati dagli angloamericani nei fatidici “Fascist Criminal Camp” in condizioni disumane e lasciati morire di stenti per aver rifiutato di aderire al governo Badoglio dopo l'8 settembre 1943;
-le migliaia di giovanissimi soldati della Wermach, ragazzi di 15 e 16 anni lasciati volutamente morire di fame e di stenti in immensi campi di concentramento privi di ricoveri, costretti a scavarsi delle buche con le mani per ripararsi dal freddo. Morivano come mosche sotto lo sguardo indifferente, se non addirittura compiaciuto dei “liberatori”;
-i tre milioni di civili tedeschi (in assoluta preponderanza donne, vecchi e bambini) massacrati dall'Armata Rossa in Prussia, Slesia e Pomerania (Perché la cosa non resti un puro dato numerico, occorre ricordare che nel villaggio di Gumbinnen nella Prussia Orientale, temporaneamente riconquistato dai Tedeschi, questi si trovarono di fronte a scene agghiaccianti, tali da sconvolgere i più incalliti veterani: anziani bruciati vivi dopo essere stati crocifissi alle porte delle loro case, segni evidenti di stupro sui corpi di bambine di tre anni);
-le migliaia di prigionieri polacchi trucidati dall'Armata Rossa nelle fosse comuni di Katyn;
- le decine di migliaia (da 30.000, cifra ufficiosamente ammessa dalle stesse autorità jugoslave a 200.000, stima probabile) di italiani uccisi dai comunisti slavi in Istria e Dalmazia;
-le migliaia di italiani, fascisti, presunti fascisti o semplicemente anticomunisti, ex combattenti, ex ausiliarie della RSI, religiosi o vittime di ritorsioni personali, uccisi - spesso dopo atroci torture e mutilazioni - dai partigiani comunisti tra il 25 aprile 1945 e la fine del 1947, come hanno documentato Giampaolo Pansa, Giorgio Pisanò ed altri autorevoli ricercatori nei loro libri);
-le decine di milioni di morti (da 40 a 60 milioni) nei campi di concentramento staliniani;
-i milioni di morti (non si conosce la cifra precisa) sterminati per fame (carestia provocata intenzionalmente) in Ucraina negli anni '30;
- i milioni di morti (non si conosce la cifra precisa) sterminati per fame (carestia provocata intenzionalmente) dal regime comunista in Etiopia negli anni '70;
-i tre milioni di cambogiani morti in tre anni nel loro Paese trasformato dai Khmer rossi in un unico, immenso campo di concentramento e di sterminio;
-i tre milioni di vittime civili dell'Armata Rossa nell'occupazione sovietica dell'Afganistan;
-le vittime decedute per fame e torture nei gulag comunisti di tutto il mondo nel corso del XX secolo (stima oscillante fra i 200 e i 300 milioni di persone);
-i due milioni di Palestinesi cacciati dalle loro terre e costretti ad un'esistenza precaria nei campi profughi;
-le vittime degli eccidi israeliani o spinti dal governo di Tel Aviv a "Tall el Zaatar" e a "Sabra e Chatila" (da ricordare per brutalità, in particolare il secondo dei massacri di Palestinesi nella cintura attorno a Beirut, quello compiuto nel 1985 dagli Sciiti che, con l'impiego di ruspe fornite loro appositamente dagli Israeliani, stritolarono donne e bambini palestinesi sotto le macerie delle loro baracche);
-le vittime civili dei bombardamenti NATO nelle due guerre del Golfo, in Serbia, in Afganistan;
-le migliaia di Curdi massacrati da Saddam Hussein con i gas nervini, con il beneplacito degli USA, quando quest'ultimo era amico degli Americani, che lo usavano in funzione anti – Iran;
-il massacro di Falluja, la città irachena fu bombardata dagli americani per giorni interi con ordigni al fosforo bianco. Trovarono una morte atroce, corrosi dalle armi chimiche, migliaia di civili al solo scopo di stanare alcune centinaia di guerriglieri.
Come si vede, la tragedia del regno delle Due Sicilie non compare in questo pur ampio elenco, nonostante la sua gravità sia paragonabile a quella degli altri crimini contro l’umanità citati. Quindi, soprattutto per noi, cittadini del Sud, vale la regola di NON DIMENTICARE!

La Redazione

Foto tratte dal sito internet: http://digilander.iol.it/pinkpanther1/briganti.htm

Negli ultimi mesi ho avuto occasione di leggere su quotidiani e riviste alcuni articoli in cui veniva messa in discussione la storiografia del periodo immediatamente seguente alla proclamazione dell’unità d’Italia in particolare per quanto riguarda il fenomeno del brigantaggio nell’Italia meridionale. Quasi niente viene detto sui nostri libri di storia sulle vicende seguite alla conquista, da parte dei piemontesi, del regno delle Due Sicilie. Niente viene detto sulle vicende di una popolazione che si ribellò ai conquistatori piemontesi subendo una repressione violentissima da parte di un corpo di occupazione dell’esercito sabaudo, di oltre centoventimila uomini, autori di violenze inaudite, con 54 paesi distrutti. La cosa più vergognosa è che, ancor oggi, dopo 140 anni, per tenere nascosti i misfatti commessi, vige il segreto di stato su molti documenti riguardanti queste vicende, non si sa con precisione quanti furono i morti dell’esercito piemontese, e non si sa neppure con precisione quante vittime ci furono tra la popolazione civile. Secondo alcuni le vittime tra i civili ammontarono a quasi un milione. Un vero e proprio genocidio, paragonabile a quelli effettuati dai nazisti nei confronti degli ebrei e, dai turchi, in Armenia, se si considera che la popolazione del regno delle Due Sicilie era di circa nove milioni di abitanti. Ma, mentre sui libri di storia si parla molto dei crimini commessi dai nazisti e sui giornali si è parlato molto del genocidio armeno, (in Francia si è addirittura fatta una legge che considera reato la negazione di tale genocidio), su fatti avvenuti molto più vicino a noi viene posto un velo di pietoso silenzio. Neppure gli storici marxisti, tanto attenti agli aspetti economici che spesso si nascondono dietro retorica e idealismo, hanno posto in evidenza che l’ideale dell’unità d’Italia copriva i ben più concreti interessi economici del regno sabaudo. Questo era fortemente indebitato con l’Inghilterra e con la Francia, e aveva bisogno delle riserve auree del regno borbonico (che ammontavano a cinque volte le sue), per saldare i debiti e rendere possibile l’industrializzazione del Nord. Così il Sud fu depredato, sottoposto ad una dura imposizione fiscale, alcune fabbriche furono smantellate e trasferite al nord come le ferriere di Mongiana ed il complesso di San Leucio. Garibaldi e Vittorio Emanuele II vengono considerati eroi dell’Unità d’Italia, ma - si sa - la storia viene sempre scritta dai vincitori, così, se Hitler avesse vinto la guerra, probabilmente sarebbe stato esaltato come eroe dell’unità europea.

Gustavo Mion