Caro direttore,
chi ti scrive è un comune turista, come tanti innamorato delle bellezze che Palinuro come pochi altri posti sa offrire, e che per esse continua imperterrito, nonostante tutto, da decenni (per intenderci da ancora prima che il Club Mediterranee andasse via) a passare ogni anno qui la stagione estiva. Ho usato l’aggettivo “imperterrito” perché, se non fosse appunto per le bellezze che forse anche i ricordi giovanili rendono ancor più dolci ed irrinunciabili, qualsiasi turista di buon senso dovrebbe ben guardarsi, dopo un primo approccio, a ritornare in questi posti. Inoltre, l’occasione e lo sprone a scriverti, mi è stata data da un notevole, inarrestabile, irreversibile e forse non ancora dai locali intuibile cambiamento che Palinuro sta per avere grazie (chissà se si può usare il termine grazie) alla nuova capacità ricettiva dovuta all’apertura dell’ormai storica superstrada…Essendo il sottoscritto, oltre ad un comune turista durante la stagione estiva, un tecnico esperto – mi venga concesso – in questioni urbanistiche, vorrei porre all’attenzione dei lettori del giornale una questione che ritengo di non scarso rilievo: la nuova dotazione infrastrutturale rende Palinuro molto più vicina ai grandi centri urbani (Salerno, Napoli, Avellino e Caserta). Cosa può significare ciò: un turismo ancor più “mordi e fuggi” di quello visto negli ultimi anni? Può darsi, certo, anzi è molto probabile. Ma perché non provare ad invertire questa rotta, non provare a rendere tale nuova ricettività un’arma in più per migliorarsi come “operatore turistico” per offrire un servizio più adeguato alle nuove condizioni? Quello che io immagino è che, essendo oramai Palinuro alla portata di un maggior numero di persone, tali nuovi volumi di turisti non necessariamente dovranno scegliere di visitarla tutti nei periodi nei quali da sempre, coloro che a Palinuro vivono di turismo sono preparati a sopportarli (anche questo termine ha una duplice valenza che chiarirò). Essendo possibile raggiungerla anche per brevi periodi, magari sarebbe bello poterci venire per un week end in aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre; la stagione turistica potrebbe così dilatarsi, ed offrire nuove opportunità nell’ottica di un’integrazione dell’offerta, che deve però necessariamente prevedere la presenza di infrastrutture da vera stazione turistica: bar, ristoranti, negozi, cinema, luoghi di aggregazione.
Questo ritengo sia possibile soltanto con una radicale trasformazione delle abitudini e dei costumi della popolazione indigena; e qui vengo al punto più doloroso di questa mia, perché, se ho oramai ben compreso come il Palinurese vede il turista (cioè un seccatore rumoroso ed invadente che ha il diritto di soggiornare soltanto per il tempo necessario a spendere quelle quattro lire che ciascun “operatore” pretende che gli vengano dovute) voglio provare a fare guardare Palinuro attraverso gli occhi del turista .
In particolare, la domanda "Chi e' il turista?" può apparire semplice e di immediata risposta laddove si identifica, in modo piuttosto approssimativo e sbrigativo, il turista come il viaggiatore che si reca a visitare luoghi nei quali non vive abitualmente ed il turismo come, appunto, l'arte di viaggiare per visitare questi luoghi. In realtà, le risposte non sono così scontate e superficiali. Ad un esame appena più approfondito, infatti, si nota subito come il turismo sia un'attività sulla quale influiscono numerosi e vari aspetti: basti pensare ai molteplici fattori emotivi, sociali, cognitivi, motivazionali, sempre e comunque presenti in ogni soggetto e che possono combinarsi coi fattori più propriamente legati all'ambito turistico classico quali, ad esempio, quelli economici, culturali e geografici. Fattori emotivi, sociali, motivazionali: fattori che derivano dall’attività normalmente svolta da quasi tutti i comuni mortali, ad esclusione di coloro che vivono in questi luoghi che per lunghi periodi dell’anno rimangono come “addormentati” e che, pertanto, forse non riescono a comprendere queste realtà così differenti. La vita frenetica che tutti sosteniamo per quasi tutto l’anno ci porta ad “investire” in questi pochi giorni di vacanza il recupero di quanto speso per tutto il resto dell’anno, e tutti vorremmo che questo investimento fosse ottimizzato: e invece si arriva in questi luoghi e ci si accorge che, a parte il cielo, il mare, manca tutto: bar accoglienti, ristoranti, cinema, teatri e quant’altro rende una stazione turistica più competitiva ed attraente rispetto ad altre.
Vai in un albergo per prenotare una stanza per degli amici? Ci trovi la signora anziana, col suo bastone, che ti guarda come l’ennesimo seccatore invadente e, alla tua richiesta di una stanza, ti risponde “mia figlia se n’è appena andata a casa….la devo chiamare”? . Lasci perdere, signora, non si disturbi, ti verrebbe da rispondere. Vieni a passare un fine settimana a maggio (non a gennaio) per festeggiare il compleanno di tua moglie? Andiamo a bere qualcosa (ma non c’è un locale dove potersi sedere a bere qualcosa)… ti compro un costume (ma i negozi hanno ancora la collezione estate dell’anno prima)… Allora scendi in spiaggia, che è l’unica cosa bella: c’è una coppia di tedeschi in attesa vicino allo specchietto delle allodole di un chiosco di bagnino che recita “gite alle grotte”, “noleggio barche”: mi chiede se, dove e quando è possibile noleggiare una barca . E’ inutile che aspettiate, mi verrebbe da dirgli, qui di barche da noleggiare prima di giugno non se ne vedono.
E così quella coppia l’anno prossimo forse preferirà andare ad Ischia, o a Positano, tanto qui che ci viene a fare…
Scendi in auto, al porto, per andare in spiaggia: 1 euro all’ora!
Ma Palinuro non è Ischia, non è Positano, anche se per una giornata in spiaggia spendi di più; allora provi a chiedere: ma non esistono tariffe per chi qui ci viene per tutta la giornata, o per chi ci viene tutta l’estate? Ma no, che tariffe: devi pagare, meglio arraffare poco e subito, alle tariffe ci penseranno più in là, succede ogni anno. Questa è Palinuro, vista dall’occhio del turista, del seccatore, dell’invasore rumoroso.
Che forse continuerà a tornare qui, magari anche in altri mesi dell’anno che prima evitava, se riuscisse a trovarci delle infrastrutture decenti, ma che forse potrebbe essere costretto a non venirci più, scacciato dall’impossibilità di spendere dignitosamente quegli scampoli di vacanza che gli sono concessi.
Arch. Giuseppe D'Angelo