Ci siamo. L’estate è passata ed è nuovamente tempo di bilanci. E’ ormai tradizione di Hermes che il numero di ottobre riporti riflessioni sulla stagione turistica appena conclusa: è ovvio che sia così, perché nessuno può negare che il turismo – checché se ne dica - sia uno dei principali motori di sviluppo del nostro territorio. Quest’anno però le cose sono leggermente diverse, perché tra pochi mesi saremo chiamati a rinnovare la nostra amministrazione comunale. Quindi il bilancio da fare non è solo quello dell’estate appena trascorsa, ma anche quello degli ultimi quattro anni, che hanno visto lo stesso sindaco e la stessa lista governare per la terza volta il comune di Centola, per un totale – se non andiamo errati – di più di tredici anni. Un osservatore poco oculato potrebbe ricavare da questi numeri l’impressione che la durata pressoché biblica dell’attuale amministrazione sia dovuta ad una particolare efficienza della stessa e ad un particolare gradimento da parte della popolazione. Per quanto riguarda noi di Hermes, che innegabilmente siamo stati attenti osservatori degli ultimi quattro anni, non ci permettiamo assolutamente di giudicare il passato remoto, ma possiamo affermare senza tema di smentita che, nelle ultime elezioni comunali del 2002, solo un terzo della popolazione scelse l’attuale amministrazione, mentre gli altri due terzi, cioè una maggioranza schiacciante, la bocciarono. Ma non riuscirono a far eleggere i propri candidati, perché questi, sciaguratamente, invece di rimanere compatti, si scissero in due liste. Fu un errore storico che non dovrà essere ripetuto, che non potrà essere ripetuto, che non sarà ripetuto. Ma torniamo ai bilanci. L’estate è passata in un lampo e, come ogni anno, a dispetto delle realizzazioni di cui il Comune si vanta e che indubbiamente ci sono state, la stagione è durata le solite striminzite tre settimane. Un’ubriacatura in cui i nostri poveri operatori turistici si buttano a capofitto, sperando di ricavare in pochi giorni quello che dovrebbe consentir loro di sopravvivere per tutto l’anno. Evidentemente non bastano gli abbellimenti e tanto meno i concerti nel porto, ma servono riforme strutturali e idee nuove per regalare al nostro territorio un turismo di una qualità e una durata adeguate alla bellezza dei luoghi e alla mitezza del clima. Giusto a proposito di concerti: si tratta certo di iniziative lodevoli, ma a cosa serve bloccare completamente il paese proprio nel pieno dell’afflusso turistico? Certo, non arriva gente in più, perché le strutture sono già sature a metà agosto; arriva solo una folla che non spende una lira e si scontentano i turisti residenti che si vedono precluso l’accesso al porto e ai locali del centro di Palinuro, che risulta completamente bloccato. Per non parlare dei problemi di sicurezza che si creano in un budello con una sola uscita, come la banchina del porto, dove per alcune ore si ammassano decine di migliaia di persone. Ma per fortuna la nostra buona stella ci ha aiutati e non c’è stato alcun incidente. Insomma, per quanto riguarda le iniziative straordinarie, come convegni, concerti, premi vari, sarebbe preferibile organizzarle fuori stagione; la qual cosa non sembra molto difficile, visto che la stagione dura purtroppo solo una ventina di giorni. Ciò porterebbe ad una maggiore affluenza turistica anche in mesi bellissimi come giugno o settembre e – perché no? – ottobre, e gli alberghi ed i ristoranti non sarebbero costretti a restare aperti, come qualcuno ha obiettato, quando non ci sono clienti. Per concludere il discorso sul turismo, diamo atto all’attuale amministrazione di aver realizzato qualche intervento, ma quello che serve, cioè il miglioramento della qualità e il prolungamento della stagione, non si ottiene con interventi sporadici anche se validi. Cambiando argomento e volendo tracciare un bilancio degli ultimi quattro anni, vorremmo citare qualche altro episodio. Uno dei fiori all’occhiello nella campagna elettorale dell’attuale sindaco fu l’approvazione del piano regolatore, dopo anni di faticosa gestazione. Ma oggi, dopo quattro anni, il piano non è ancora operativo, per mancanza dei piani attuativi e particolareggiati. Altro problema: la nettezza urbana soffre di disfunzioni che diventano evidenti soprattutto in estate, quando la popolazione del Comune si decuplica. In questi quattro anni il servizio non è migliorato, in compenso il costo della tassa per i rifiuti urbani è aumentato, e di molto. E ancora, l’ufficio tecnico, pur con gli innegabili sforzi dei suoi componenti, non riesce a smaltire il lavoro arretrato e la gente da tempi biblici è in attesa di condoni e concessioni. Siamo quindi tutti d’accordo che bisogna cambiare, e che anzi dobbiamo darci una scossa per uscire da un letargo più che decennale. Ma per farlo servono in prima istanza idee nuove e programmi, in seconda istanza uomini onesti e disinteressati che si offrano di servire il paese applicando i nuovi programmi. Ho detto “servire” – badate bene! – e ciò significa semplicemente che non ci interessano personaggi che desiderino soddisfare le loro ambizioni, facendo pesare le proprie vecchie conoscenze, il proprio potere ammuffito, il proprio presunto bacino elettorale. Centola non ha bisogno di vecchie carampane, di vecchie cariatidi, ma di uomini nuovi, di nomi mai sentiti, di persone preparate e volenterose che si offrano di applicare e realizzare i programmi innovativi, che certamente i cittadini di buona volontà sapranno tracciare. Quindi, sono tutti avvertiti. Nessuno si faccia avanti, se non con spirito di umiltà e di sacrificio! Chi non è d’accordo, se ne stia a casa, o vada altrove a soddisfare la propria voglia di potere. Qui non c’è più posto per il passato. Ci servono uomini nuovi per idee nuove, uomini capaci di rimescolare le carte una volta per tutte. E, così, forse tra un anno non staremo qui a tracciare i nostri soliti malinconici e fallimentari bilanci.
Paolino Vitolo
Palinuro, 16 agosto 2006