Una realtà socio-economica come quella del comune di Centola, di circa cinquemila anime, con reddito pro-capite fra i più bassi della regione Campania, se pure determinato in modo prevalente da un turismo di carattere balneare denota tutte le inefficienze e i limiti di una classe dirigente inadeguata. Inadeguata e non attrezzata per l'aspetto culturale mentre sicuramente deficitaria per quanto riguarda l'aspetto decisionale e manageriale. Tutto questo viene nascosto da una confusione di ruoli e da un continuo cambiamento di "casacche": l'ultima porta sempre i colori dello schieramento vincente. Le contrapposizioni sono solo di tipo personale e rappresentano solo interessi di carattere privato. Le "cariche" vengono utilizzate per una crescita professionale o per garantire privilegi ai propri amici, mai a fini comuni! In questo contesto l'appartenenza partitica non è di per sé condivisione di valori e di politiche. C'è volontà di sostituirsi, ma non di cambiare. Ci si oppone a quanto di buono potrebbe essere deciso, ma al contempo nulla viene detto o fatto contro quanto di negativo viene posto in essere dalle varie maggioranze. C'è una sorta di gioco delle parti dove sono finti gli scontri e consociative le politiche. In questi ultimi anni sono state diverse le stagioni in cui il nuovo "tanto voluto e atteso" è stato peggiore del vecchio tanto contestato. Persino l'istituzione del Parco che, in altre realtà, ha rappresentato un'occasione di crescita e rilancio qualitativo, qui si e' trasformata in un ulteriore freno allo sviluppo e all’economia. Vi sono strade appena realizzate che non reggono il traffico di qualche giorno, a cui si rimedia con qualche cartello di divieto per autocarri. Scarpate consolidate con interventi di ingegneria naturalistica e con proventi da perizie suppletive franano al primo scroscio di pioggia: cose ampiamente previste. Si è alla continua ricerca di cavilli per frenare lo sviluppo, mai per accelerare la realizzazione di un'opera pubblica. Rappresentanti delle istituzioni che trattano e rappresentano interessi propri nei riguardi dell'Ente che, per ruolo, dovrebbero tutelare. Consiglieri comunali che, "a seconda della circostanza e del momento", decidono nel gruppo che più gli torna comodo all'occasione. Ad aree politiche indicate come ipotetiche fonti di "anonimi" articolisti non si pongono problemi etici o di chiarezza. Al contrario continuano a suggerire e determinare politiche locali con chi dovrebbe stigmatizzarne i comportamenti rendendo sempre più grigio e più confuso il quadro politico locale. Il consiglio comunale che dovrebbe essere il tempio della trasparenza si è trasformato nel tempio dei "mercanti". Di tutto ciò è consapevole il cittadino di questo comune e a tal proposito da anni lo stigmatizza con l'assenza sistematica dai consigli comunali. In questo quadro chi ha il vezzo della chiarezza, chi non ha propensione al compromesso, chi ama la politica fatta di passione e che appassiona si presenta come un corpo estraneo al sistema e come tale è fatto oggetto dei peggiori attacchi. Sarà forse per questo che le rappresentanze parlamentari così come il vertice locale insieme ad alcuni iscritti di FI rappresentano i maggiori bersagli di anonimi articolisti o di una politica civettuola e avvezza all'inciucio. Per quanto riguarda il coordinatore di FI, vi è la ferma decisione ad andare fino in fondo portando avanti le politiche ed il progetto il cui ruolo gli assegna. Non si lascerà né intimidire né strattonare dagli interessi particolari di quanti vogliono deviarlo dal progetto per cui é stato eletto. Non una posizione ideologica né una sola convinzione personale ma la ferma consapevolezza che è ciò di cui abbisogna il territorio. Se tale non è nella condivisione della maggioranza degli iscritti non esiterà un solo istante a rassegnare il mandato. Voglio ribadire, concludendo, che questo territorio ferito nei valori, nella convivenza, nei rapporti, nelle attese, nei bisogni, abbisogna di politiche di un respiro culturale più alto e più ampio che superino l'appartenenza partitica così come quella sociale. In uno, una classe dirigente di spessore e che dia spessore, che creda in una politica di servizio per far crescere i servizi. Non giova una vanità che è superiore alla miseria. Non aspettiamoci da altri quello che solo noi, se ci crediamo e lo vogliamo, possiamo fare.
Alessio Cennamo
Coordinatore FI Centola