Volantini anonimi

Intervento del Coordinatore di FI al Consiglio Comunale di Centola

Per l’opportunità che oggi ci viene concessa e da noi richiesta, quale quella di dibattere su un argomento così squallido come la diffamazione a mezzo volantini anonimi, grazie, Sindaco! Lo abbiamo voluto fare in una sede istituzionale come quella del Consiglio comunale, in quanto riteniamo che la politica debba avvalersi di strumenti politici e lo debba fare nelle sedi più appropriate. E quale sede più appropriata se non l’aula consiliare, per affrontare un tema così scabroso? Quello dei volantini anonimi è un problema che avvelena, ormai da molto tempo, il confronto civile di questo nostro paese. La quantità e la qualità di materiale prodotto in questi anni induce a credere che ci si trovi di fronte ad uno o più filoni di autentica e becera eversione politico-culturale. L’inventore o gli inventori o i seguaci di tutto questo mostrano cieco fideismo nella cultura dell’appartenenza, totale mancanza di rispetto verso le ragioni degli altri, annullamento della personalità, l’uso di qualsiasi mezzo a garanzia di privilegio. L’esercizio di tutto ciò avviene nel modo più abbietto e cioè attraverso l’anonimato, in modo da non incorrere in qualsivoglia conseguenza. A leggere bene, vi è però il disegno e la volontà di far desistere normali cittadini dall’interesse ad un confronto civile e democratico. Appare chiara anche all’osservatore più distratto la pericolosità di un’azione intimidatoria posta in essere al fine di evitare qualsiasi forma di dialogo e di confronto fra idee o posizioni diverse. Non si spiegherebbe altrimenti il livore e lo squallore di cui è intriso l’ultimo volantino. Non sono qui per una difesa personale: un’esistenza, un nome, un cognome, che tutto devono al lavoro, all’impegno, al sacrificio e nulla al privilegio sono lì a testimoniare la migliore delle difese possibili. Sono invece qui per rivendicare un diritto di libertà di espressione e di etica, da cui non si può prescindere, al di là delle ragioni dell’uno o dell’altro, al di là delle idee, al di là dei progetti. Di quelli che furono nostri compagni d’infanzia vogliamo continuare ad essere amici così come vogliamo continuare ad intrattenere rapporti con chicchessia. Non ci lasceremo dividere né tanto meno intimidire da un La Quaglia qualsiasi. Certo, la cultura di cui costui è portatore è estremamente pericolosa e nemica del consesso civile. A tal proposito invitiamo le forze dell’ordine e la procura alla massima attenzione. Come diceva Falcone, non è tanto difficile combattere la mafia quanto la mafiosità e cioè la cultura che la genera. E la cultura dell’appartenenza è cultura mafiosa. Prendendo spunto dal nome, voglio ricordare la figura di Antonio Rinaldi, sindaco illuminato, proprietario generoso, alla cui lungimiranza molto deve la nascita e lo sviluppo del turismo in questo paese… Eppure non era nemmeno un mezzo avvocato!

Alessio Cennamo
Forza Italia - Centola