L’ULTIMA ASSURDITÀ NEL PARCO DEL CILENTO

Mozione d’ordine presentata alla Comunità del Parco dall’Assessore alla Programmazione del Comune di Camerota, Dr Antonio Romano

In data 16.01.2001 a Napoli, veniva sottoscritto tra la Regione Campania e la Provincia di Salerno l’Accordo Quadro per l’individuazione dei Progetti Integrati riguardanti il territorio salernitano oggetto dei finanziamenti del POR Campania 2000-2006.
Specificatamente veniva anche individuato il Progetto Integrato “P.I. Mare”, che comprendeva esclusivamente tutti i comuni costieri salernitani da Positano a Sapri.
Per tale P.I. Mare si stabiliva di attingere alle risorse finanziarie di alcune misure del POR Campania, tra le quali la misura 4.5 riguardante il “Sostegno allo sviluppo dei sistemi turistici locali” e la misura 4.6 riguardante le “Infrastrutture e strutture complementari allo sviluppo dei sistemi turistici locali”.
I Comuni salernitani costieri, per attingere alle risorse finanziarie di tali misure del POR Campania, avrebbero dovuto essere compresi in tale P.I. Mare di successiva redazione.
Successivamente, nella definizione dei Progetti Integrati, la Provincia di Salerno e la Regione Campania decidevano di non procedere alla redazione del P.I. Mare, in quanto i comuni costieri salernitani venivano ad essere oggetto di altri Progetti Integrati che coprivano tutto il territorio costiero, ed in particolare il P.I.T. Penisola Amalfitana e Sorrentina, il P.I.T. Isole del Golfo, il P.I.T. Agro Monti Picentini, il P.I.T. Piana del Sele, il P.I.T. Ravello, il P.I.T. Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Tali P.I.T. avrebbero previsto finanziamenti anche con i fondi delle suddette misure POR 4.5 e 4.6 prettamente per strutture ricettive e infrastrutture turistiche.
E’ storia dei mesi scorsi quella che il P.I.T. Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ha previsto solo finanziamenti di infrastrutture della rete ecologica, e non di infrastrutture turistiche né tanto meno di strutture ricettive.
Per informazione si deve anche citare che questi finanziamenti di infrastrutture ecologiche hanno riguardato per circa l’80% territori di comuni interni e solo il 20% territori dei comuni costieri.
Ma la vera sorpresa è recentissima, riferendosi al decreto dirigenziale n.85 del 21 marzo 2005 emesso dalla Regione Campania.
Tale decreto ha approvato il bando della misura 4.5 – azione A - per le PMI turistiche, per l’ottenimento dei finanziamenti a valere sulle risorse del POR Campania 2000-2006 che riguarda appunto lavori di ristrutturazione, ampliamento e nuova costruzione di strutture ricettive (alberghi, villaggi, camping, country house, residence, case per vacanze, etc.). Il bando è diretto esclusivamente ai P.I.T. approvati, e cioè Filiera Enogastronomica, Filiera Termale, Isole del Golfo, Agro Monti Picentini, Penisola Amalfitana e Sorrentina, Piana del Sele, Pietrelcina, Borgo Terminio-Cervialto, Ravello, per complessivi 103.404.664,15 di euro.
Questo vuol dire semplicemente che tutto il Cilento è rimasto fuori dalla ripartizione dei fondi del POR Campania riservati alle PMI turistiche per lavori di ristrutturazione, adeguamento, costruzione di strutture ricettive.
Il brillante risultato di aver privato il Cilento di questi fondi per le PMI turistiche è sicuramente ascrivibile non solo alla Regione ed alla Provincia ma anche e soprattutto al Parco Nazionale del Cilento, che, nel suo P.I.T., avrebbe dovuto prevedere (ed imporre) anche le misure 4.5 e 4.6 per ricettività ed infrastrutture turistiche, mentre realmente non l’ha fatto, escludendo di fatto tutte le PMI turistiche cilentane dalla possibilità di ottenere finanziamenti per intervenire sulle proprie strutture ricettive.
L’Amministrazione di Camerota, CHIEDE alla Comunità del Parco di intervenite tempestivamente affinchè i fondi comunitari del POR Campania destinati alle PMI turistiche possano essere riservati anche alle PMI cilentane, ricordando che il turismo si fa sì con le risorse paesaggistico-ambientali ma anche e soprattutto con un sistema ricettivo qualitativo sia dal punto di vista strutturale che infrastrutturale.

Antonio Romano