Ciò che segue è il frutto di ragionati dubbi che i dati relativi al budget previsionale dell’esercizio in corso (2005), nonché quelli relativi al bilancio pluriennale sollevano in un cittadino comune, se pur non estraneo alla materia oggetto di analisi. Non si tratta dunque di uno studio approfondito dei conti del Comune di Centola e delle relative scelte di investimento, anche perché questo intento richiederebbe la raccolta di informazioni utili a comprendere i dati grezzi che risultano dalle macro classi ascritte a bilancio, senza le quali il pur minimo tentativo di riflessione risulterebbe un puro gioco di interpretazione che, scadendo in visioni del tutto personalistiche, potrebbe discostare lungamente dagli eventi giustificativi delle rispettive voci di bilancio. D’altro canto, la mancanza di dettagli non può certo scoraggiare l’interessato lettore dal porsi alcuni interrogativi, alla luce di alcune voci di spesa che assumono un peso rilevante nell’ambito della previsione di bilancio del 2005. E’ questo anzi un dovere diritto che ogni cittadino, dotato della minima capacità o della semplice curiosità, dovrebbe esercitare, essendo questa la miglior forma di controllo dell’operato dei consiglieri che dovrebbero rappresentarlo. Di seguito, ci si pone dunque semplici interrogativi (chissà se qualcuno vi risponderà) su alcune voci di spesa che appaiono a volte prive della minima logica economica e lasciano pensare che le relative opere da realizzare rappresentino singoli paragrafi di capitoli confusi e privi di sequenza razionale e sistematica. Temo che il dubbio sia destinato a permanere ancora a lungo non essendo ancora stato emanato nemmeno il piano particolareggiato del così a lungo atteso piano regolatore.
Parcheggi: voce importantissima per un comune come Centola che non dispone ad oggi di aree attrezzate ed adeguate ad un servizio qualitativamente accettabile e fruibile da parte dell’utente. Nel programma triennale delle opere pubbliche, è prevista per l’anno in corso una spesa complessiva pari a circa 1,11 milioni di euro relativi alla realizzazione di parcheggi in Centola (via D.Nina), Palinuro (via Acqua dell’Olmo e via S.Paolo; incrocio via Indipendenza-C.so C.Pisacane; loc.Piana) e S.Nicola (via S.Gaetano). Per l’anno 2006 la spesa è invece prevista in circa 4 milioni di euro, di cui 2,3 relativi alla costruzione di parcheggi multipiano in Palinuro, 637 mila euro circa per il parcheggio multipiano borgo medievale e piazzale ferrovia in S.Severino. A copertura di tali impegni finanziari si intende ricorrere in parte alla disponibilità di liquidità garantita dall’accensione di mutui e per la maggiorparte a fondi messi a disposizione dalla regione e dalle leggi 537/93 e LL.RR. n.10/01 e 15/02. Non è previsto alcun apporto di capitale privato, una costante tra l’altro che si rinviene in tutte le voci previste dal programma triennale. Un programma ambizioso dunque, considerato l’ingente somma prevista nel biennio 2005-06 (circa 5 milioni di euro), interamente spesata con fondi pubblici. Sarebbe interessante conoscere una stima potenziale sul ritorno dell’investimento relativa ad ogni parcheggio, il che implicherebbe conoscere la politica tariffaria che si vuole applicare, la capacità di posti auto. Potrebbe anche essere che il Comune intenda dare in gestione a terzi le relative aree di parcheggio, nel qual caso sarebbe comunque interessante capire quali sarebbero le modalità di concessione e i relativi guadagni in termini di canone, tenendo inoltre ben presente che le tariffe applicate nelle aree di sosta non possono essere sganciate dai relativi servizi offerti, frutto di mere politiche speculative a danno del turista utente. Un Comune che intende fare del turismo la sua prima risorsa, dovrebbe poi a mio avviso valutare forme di remunerazione aggiuntive e di sostegno quali potrebbero risultare dalla previsione in fase di progettazione della prevalenza di ampie zone verdi sulla pietra – indispensabile carattere distintivo di una località balneare inserita all’interno del secondo parco nazionale d’Italia – che ben potrebbero essere curate da alberghi, ristoranti o attività commerciali operanti in loco. Il vantaggio per quest’ultimi consiste nella possibilità di segnalare tale operato e quindi in una forma pubblicitaria; per il comune il guadagno è da concepire in termini di minori oneri da sostenere. Esistono dunque diversi aspetti che meriterebbero forse un dibattito aperto e trasparente sui possibili scenari e l’opportunità stessa di determinate opere prima che tali ingenti somme vengano destinate alla realizzazione di opere di cui non si consce il destino.
Ex scuola elementare ed ex comune: sono previsti per entrambe le categorie spese di ristrutturazione di circa 180 mila euro e 72 mila euro, rispettivamente, coperti entrambi a mutuo. Mentre per la ex scuola elementare di Centola tale spesa risulterebbe funzionale all’intenzione di realizzare un centro sociale polivalente, con una spesa di 1,2 milioni di euro per il 2006, non si conosce invece la destinazione della vecchia casa comunale. L’attuale amministrazione ha in mente un piano di impiego di tale struttura e quale? o pensa di lasciare inutilizzata tale potenziale risorsa? Piacerebbe poi conoscere le motivazioni che hanno spinto la stessa a realizzare il suddetto centro sociale e i ritorni che si suppongono possano derivare alla comunità da tale opera.
Impianti sportivi: questa è una voce che lascia completamente attoniti, considerata la mole di investimenti, la duplicazione di strutture che ne seguirà e la pregressa carenza fino ad oggi esistita. Ad un tratto pare che ci sia una fervente voglia di dotare l’esigua (soprattutto se si pensa al numero dei giovani) comunità di diversi impianti sportivi. Sono infatti previsti 320 mila euro nel 2005 e 309 mila nel 2006 per il recupero dell’impianto sportivo in loc. Saline a Palinuro e nello stesso tempo la realizzazione di un nuovo campo sportivo in loc. Piana, sempre in Palinuro, che dovrebbe costare alla comunità circa 2 milioni di euro. Non si comprende bene la scelta della duplicazione di tali strutture soprattutto alla luce del fatto che il già esistente campo sportivo (loc. Saline) è sito in un’area adibita alla balneazione e necessiterebbe dunque attenta riflessione in merito alla sua necessità di sussistenza. Se dunque per riqualificazione s’intende un recupero architettonico che ne consenta l’inserimento a basso impatto ambientale nel contesto naturale di spiaggia e collina nel quale è inserito ed una sua riconversione a palazzetto dello sport, con attrezzature e servizi facilmente fruibili da parte degli utenti, il progetto risulterebbe da condividere. Nelle more di una mancanza d’informazione a riguardo, non si può fare altro che avanzare il dubbio sulla predetta duplicazione di impianti sportivi.
Intervento golfistico: intervento da realizzare nel corso
del 2006 in loc. Mezzana della Corte per un importo di 1,5 milioni di euro
da finanziare nel 2006 tramite project financing. Ciò che desta stupore, se non sconcerto,
vuoi per l’iniziativa in sé, vuoi per la modalità di
finanziamento usata. Il project financing è infatti una formula di
finanziamento di progetti infrastrutturali ed opere pubbliche in cui, in
genere, il creditore-finanziatore guarda principalmente al cash flow (flussi
di cassa) e alla redditività del progetto come principale fonte per
la restituzione del debito derivante dall’investimento ed ai beni del
progetto come unica garanzia del prestito. Il project financing possiede
caratteristiche peculiari e si attua per mezzo di una società “ad
hoc” – SPV (Special Purpose Vehicle) - titolare degli immobili
e degli impegni verso terzi (indebitamento finanziario verso istituti di
credito) relativi allo specifico progetto; tramite il trasferimento di una
pluralità di rischi secondo il principio di efficienza ed economicità;
sulla base della valutazione di capacità di rimborso del debito principalmente
basata sulle previsioni di reddito dell’iniziativa finanziata e non
sull’affidabilità economico-patrimoniale dei promotori.
Dato il funzionamento del modello che si vuole utilizzare per coprire tale
investimento, risulta del tutto sconcertante il fatto che non sia previsto
alcun apporto di capitale privato; che venga utilizzata tale formula per
realizzare un’opera dagli incerti flussi di cassa. Sarebbe utile conoscere
le previsioni, se ve ne siano, dei flussi che ci si attende tale attività possa
generare in futuro e dunque la sua redditività. Francamente, nutro
forti dubbi sulla fattibilità del progetto, perché affinché l’opera
risulti redditizia abbisogna di una ricettività da parte degli utenti:
giocatori che vadano a giocarci. Non si riesce ad immaginare, considerata
l’area economica in cui collocata, un’utenza dal volume necessario
a rendere l’opera stessa necessaria e redditizia. Dubbi nascono anche
sulla società che dovrebbe farsi carico della realizzazione e gestione
della stessa: si tratta di una società a capitale pubblico o privato?
E nel secondo caso, è prevista una gara di affidamento sulla base
della quale il comune percepirà un canone come corrispettivo della
concessione offerta?
Nel caso in cui debba essere il Comune a sopportare l’onere di realizzazione
della stessa, risulta imprescindibile una valutazione di redditività del
progetto onde evitare di sperperare risorse che potrebbero e dovrebbero essere
impegnate per la cura di strade, centri storici, verde, e in generale al
miglioramento e recupero qualitativo di servizi da offrire al turista e ai
cittadini.
Un campo da golf avrebbe senso all’interno di una zona alberghiera
costituita e promossa da 3-4 alberghi di lusso afferenti alle principali
catene alberghiere che, essendo anche inseriti nei pacchetti vacanze dei
principali tour operators, ben possono sostenere l’onere finanziario
di un tale investimento, dividendone il costo e l’utilizzo che verrebbe
garantito dalla tipologia di clienti di tali strutture alberghiere. Il tutto
garantirebbe un elevato ritorno d’immagine al paese: ne risulterebbe
una naturale promozione commerciale effettuata, tra l’altro, dai privati
(i suddetti alberghi, tour operators) e di cui trarrebbero vantaggio anche
gli alberghi già presenti e non in concorrenza con quelli di cui sopra.
Completamento porto Palinuro: 8,7 milioni nel 2006 – fondi regionali.
Il dubbio che qui sorge è più di tipo strategico che non prettamente
economico. Sarebbe infatti la Regione a finanziare il tutto, ma è utile
andare a completare l’area portuale attuale? Al di là della
bassa capacità che potrebbe garantire in termini di posti barca, ci
si chiede che servizio si possa offrire all’utente data la conformazione
morfologica della zona, con un’unica via d’accesso angusta, parcheggi
inesistenti, la mancanza di stazioni di rifornimento gasolio e di aree attrezzate
per l’assistenza tecnica. Evidentemente le preferenze e necessità dell’utente
non sono state prese in considerazione al momento della scelta dell’investimento,
il che conferisce allo stesso un primo ed importante punto di debolezza.
Questi soldi ben potrebbero essere spesi per realizzare una nuova area portuale
in una zona ampia, ben servita, attrezzata con aree di assistenza tecnica,
una zona commerciale e di ristorazione che oltre a garantire un’entrata
al Comune per mezzo della locazione dei negozi stessi, trasformerebbe l’area
portuale in un’area turistico-commerciale fruibile anche da parte di
coloro che non hanno la barca.
Altri punti da chiarire sono poi quelli concernenti il demanio pubblico (principalmente spiagge). Sarebbe interessante capire cosa l’attuale amministrazione intenda fare. Continuare a lasciare le spiagge libere (gratis) risulta essere una politica doppiamente suicida. Nell’ambito di un’economia di servizi dove il cliente è disposto a pagare solo in cambio di servizi adeguati, non dare in concessione le spiagge vuol dire non offrire servizi che invece il turista medio richiede. Vuol dire lasciare le spiaggie alla mercè di pseudo turisti locali che contribuiscono solo a sporcare le medesime e ad allontanare definitivamente, attraverso i loro “accampamenti”, proprio la tipologia di turisti di cui il territorio ha bisogno. La seconda motivazione che rende folle questa politica di stasi attiene alla pulizia delle spiagge che in tal modo ricade totalmente sul Comune, di conseguenza sui cittadini. Qualcuno dovrebbe allora prendersi la briga (e la responsabilità) di spiegare al cittadino perché deve pagare i rifiuti che il turista produce. Ma il turismo è una risorsa per la comunità o un onere?
Carmelo
Cennamo
Docente Università Bocconi di Milano
- Università di Bergamo