Non è possibile pensare ad un’amministrazione comunale che sia
al passo con i tempi se questa non è in grado di riconoscere la rilevanza
pubblica delle attività svolte nell’ambito del servizio in Rete
a favore dei cittadini. I Progetti Europei a sostegno di questa introduzione
sono ormai una realtà consistente che non può e non deve essere
trascurata. A tale considerazione vanno aggiunti gli obblighi imposti dalle
Leggi 59/97 Bassanini sulla “Semplificazione nella P.A.” e 4/04
Stanca sulla “Accessibilità alle nuove tecnologie”.
L’obiettivo della L. 04/04 (Stanca), che prende spunto dal dettato costituzionale
che stabilisce il principio di uguaglianza, è quello di abbattere le
“barriere virtuali” che limitano l’accesso dei disabili
alla società dell’informazione e li escludono dal mondo del lavoro.
La legge Stanca sull’accessibilitàÊconsentirà di
abbattere le barriere digitali e creare rilevanti opportunità per consentire
agli oltre tre milioni di disabili italiani di poter studiare, lavorare e
partecipare attivamente alla vita sociale, senza esclusioni.
Sono tre i punti fondamentali del provvedimento:Ê
1. Privati e PA dovranno realizzare siti accessibili a tutti. E’ previsto
infatti che i nuovi contratti stipulati dalla PA per la realizzazione di siti
internet siano colpiti da nullità, qualora non rispettino i requisiti
di accessibilità, comportando responsabilità di carattere dirigenziale
e disciplinare;
2. Accessibilità e fruibilità degli strumenti didattici e formativi:
gli strumenti scolastici dovranno essere realizzati con tecniche che ne favoriscano
l’uso da parte dei non vedenti e degli ipovedenti;Ê
3. Vengono fissare regole generali, chiare e vincolanti, rimandando per la
sua concreta attuazione, ad un regolamento governativo, per la precisa disciplina
delle situazioni giuridiche, e ad un decreto ministeriale che stabilisca le
metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità dei siti
internet.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva in data 25 febbraio
2005 il regolamento di attuazione, previsto dall’articolo 10, che stabilisce
Êi “criteri e i principi operativi e organizzativi generali per
l’accessibilità”. Dando attuazione alla Legge "Stanca",
il provvedimento tra l'altro obbliga le Pubbliche amministrazioni, per i contratti
di realizzazione o modifica dei loro siti Internet, ad adeguarli entro 12
mesi alle nuove norme sull'accessibilità, pena la nullità dei
contratti.
Le disposizioni non si limitano a coinvolgere i soggetti pubblici, ma si estendono
anche a quelli privati. Verificato il livello di accessibilità dei
loro siti Web, il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie rilascerà
infatti un "logo" di certificazione, una sorta di bollino, attestante
il livello di rispondenza dei siti ai requisiti richiesti, che sarà
un marchio distintivo nella rete.
Questi i punti essenziali del Regolamento che si compone di 9 articoli:
· concetto di accessibilità, intesa come capacità dei
sistemi informatici di poter erogare servizi fruibili anche per quei soggetti
che necessitano, a motivo della propria disabilità, di tecnologie assistive;
· tecnologie assistive, soluzioni tecnologiche che consentono al disabile
di accedere ai servizi erogati dai sistemi informatici;
· verifica tecnica dell'accessibilità, operata da esperti iscritti
ad un elenco gestito dal CNIPA, e verifica soggettiva, effettuata con l'intervento
del soggetto destinatario, anche disabile, sulla scorta di valutazioni empiriche;
· il rilascio da parte del Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie
del logo sull'accessibilità dei siti, richiesto dai privati, effettuato
previa contestuale esibizione dell'attestato di accessibilità; tale
attestato viene concesso in caso di verifica positiva, dai valutatori privati
iscritti all'elenco gestito dal CNIPA;
· controlli: il CNIPA svolge poteri ispettivi di controllo verso i
privati, consistenti nella verifica del mantenimento dei requisiti di accessibilità
dei siti e dei servizi. Le pubbliche amministrazioni provvedono in modo autonomo
a valutare l'accessibilità dei propri siti.
Il successivo passo normativo sarà l’emanazione di due decreti
ministeriali. Il primo decreto, previsto dall’articolo 11 della legge,
attribuisce al Ministro per l’innovazione e le tecnologie il potere
di stabilire, nel rispetto dei criteri e dei principi indicati nel regolamento:Ê
le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli di accessibilità;Ê
le metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità dei
siti Internet nonché i programmi di valutazione assistita utilizzabili
a tale fine.
Su questi due fondamentali argomenti sono già stati insediati due gruppi
di lavoro, formati da alcuni dei più noti esperti italiani nel campo,
con il compito di predisporre i documenti da sottoporre, per consultazione,
alle associazioni delle persone disabili maggiormente rappresentative; sulla
base di tali documenti il CNIPA dovrà poi predisporre lo schema del
testo del decreto da sottoporre alla firma del Ministro.
Il secondo decreto, previsto dall’articolo 7, riguarda le regole tecniche
per l’accessibilità alle opere multimediale: su questo argomento,
che richiederà anche specifici programmi di ricerca e sperimentazione,
l’istruttoria è solo agli inizi.
Si sta lavorando anche a un possibile terzo decreto che dà attuazione
all’articolo 5 della legge e attribuisce al Ministro per l’istruzione,
l’università e la ricerca, di intesa con il Ministro per l’innovazione
e le tecnologie, il compito di dettare le regole tecniche che disciplinano
l’accessibilità agli strumenti didattici e formativi: in particolare,
si tratta di come rendere disponibili, a studenti e insegnanti, i libri di
testo in formato elettronico. Per ottenere il massimo consenso possibile su
una materia così complessa e innovativa, anche in questo caso è
stato costituito, a cura del MIUR, un apposito gruppo di lavoro
Per meglio comprendere finalità, obiettivi e quadro di riferimento
della Legge 9 gennaio 2004 n. 4, più comunemente nota come “Legge
Stanca” o “Legge sull’accessibilità”, occorre
richiamare alcuni aspetti che caratterizzano la nostra attuale società.
Una prima considerazione riguarda la natura stessa della Pubblica Amministrazione,
Centrale e Locale, così come oggi percepita. Essa viene assimilata,
nel comune sentire, ad un unico gigantesco apparato che, pur in una diversificata
serie di articolazioni specializzate, ha come suo compito principale l’erogazione
dei servizi necessari alla vita sociale e per questo scopo è sovvenzionata
con quella sorta di colletta generale che si realizza attraverso le imposte.
In altre parole, tutti i cittadini pagano per ottenere, sia a livello nazionale
sia a livello territoriale, i principali servizi di cui hanno bisogno (sicurezza,
formazione, assistenza, certezza del diritto…).
Accade ora che la P.A., per razionalizzare la propria organizzazione, contenere i costi e migliorare al tempo stesso il livello di servizio (tempestività, capillarità, affidabilità,…) debba ricorrere in misura sempre maggiore alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT), ed in particolare alle reti informatiche. Appurato che, per motivi tecnici ed economici, le reti internet ed intranet costituiscono, e sempre più costituiranno, lo strumento principe per offrire adeguati servizi ai cittadini occorre però porsi l’obiettivo di poter soddisfare tutta la potenziale utenza e non solo una sua quota parte. Se 57 milioni di persone pagano per ottenere servizi, la validità della soluzione proposta si misura con la percentuale di individui realmente serviti: una risposta è accettabile se tiene conto delle esigenze dei cittadini e del contributo di attività e di conoscenze loro richiesto.
Come non sono più proponibili soluzioni che comportano lunghe code
e defatiganti pellegrinaggi tra vari uffici, così non avrebbe senso
preparare articolatissimi modelli da compilare, certamente utili per chi deve
riceverli e classificarli, ma che richiederebbero all’estensore conoscenze
di livello almeno universitario: sarebbe come stabilire a priori che quei
moduli non sono utilizzabili dalla maggior parte dei cittadini.
Analogamente non avrebbe senso portare in tutte le case un terminale, potenzialmente
in grado di fornire i più svariati servizi, senza preoccuparsi della
semplicità d’uso delle applicazioni e della padronanza che l’abitante
di quella casa può vantare sullo strumento. Anche con le più
moderne tecnologie occorre soddisfare due condizioni: deve essere consentito,
e se possibile agevolato, l’accesso alle informazioni per poter esprimere
il proprio fabbisogno di servizio e, un attimo dopo, devono esser chiare le
modalità con cui muoversi tra le alternative proposte e le informazioni
richieste ovvero, come si suol dire, si deve poter “navigare”
senza problemi nell’applicazione. Vi è dunque un’esigenza
di accessibilità che si estende immediatamente nel concetto di fruibilità
del servizio. Ciò vale in particolare per quei cittadini che, in quanto
disabili, possono con modesti accorgimenti tecnici avvalersi delle opportunità
offerte dalle ICT dalle quali, per negligente disattenzione, potrebbero essere
emarginati, senza peraltro poter disporre di valide alternative.
Il filo logico della legge Stanca può dunque riassumersi nei seguenti
termini: la P.A. deve erogare servizi e questi saranno sempre più forniti
attraverso reti informatiche; detti servizi devono essere resi disponibili
al maggior numero di utenti e quindi anche a quel 5% di cittadini italiani
portatori di qualche disabilità.
Questo elementare principio di non-discriminazione trova riscontro in una
serie di direttive e di norme fatte proprie dall’Unione Europea e riprese
poi dal legislatore italiano: la legge Stanca va inquadrata in tale contesto.
In verità occorre precisare che sia le direttive europee, sia la legge
Stanca, non si limitano a combattere forme di emarginazione a scapito del
cittadino disabile regolamentando i livelli minimi di accessibilità
dei siti WEB e dei servizi gestiti dalla P. A. Poiché l’informatica
può essere vista non solo come strumento di formazione e di informazione
ma anche come strumento di lavoro, sono anche previste misure specifiche volte
ad evitare discriminazioni nei confronti dei lavoratori disabili che, a norma
di legge, almeno nelle Amministrazioni e nelle aziende più grandi,
dovrebbero già rappresentare il 7% dei dipendenti. Al riguardo la legge
recita testualmente: “I datori di lavoro pubblici e privati pongono
a disposizione del dipendente disabile la strumentazione hardware e software
e la tecnologia assistiva adeguata alla specifica disabilità, anche
in caso di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte”.
È importante notare che, anche se la legge fa riferimento a “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, in realtà viene promossa una cultura dell’attenzione verso tutte le categorie deboli, tra le quali la più numerosa e gravida di implicazioni socioeconomiche è quella degli anziani. In altre parole il tema dell’accessibilità non riguarda solo i disabili, ma segmenti ben più vasti della popolazione per i quali l’esclusione dalla moderna società tecnologica può tradursi in concreta emarginazione che, nelle sue forme più gravi, si configura come indice di democrazia imperfetta.
È quanto mai errato interpretare questa legge come un atto di “buonismo” verso concittadini più deboli: essa va invece letta come un primo passo verso una più ampia strategia dell’inclusione che, per gli aspetti etici, economici e sociali, rappresenta la miglior soluzione per una società organizzata che voglia definirsi civile.
Marina di Camerota, 08/03/2005
A cura dell’Assessore all’Innovazione Tecnologica
del Comune di Camerota
Dr. Antonio Romano
E’ stato in questi giorni completato il progetto del
sito web del Comune di Camerota, primo della provincia di Salerno ad essersi
adeguato alla Legge Stanca (vedere l’articolo pubblicato sopra).
Esso vuole diventare un significativo canale di comunicazione con i cittadini,
uno strumento di informazione, di accesso ai servizi e di partecipazione alla
formazione delle decisioni. I cittadini intesi non come entità passive
ma come attori che partecipano all’implementazione del sito stesso.
Quest’ultimo, infatti, viene via via arricchito di applicazioni e servizi
interattivi, grazie a studi e a sperimentazioni che possono essere condotti
dalle realtà locali nell’ambito dei numerosi progetti cofinanziati
dalla Commissione Europea.
Il progetto di realizzazione del sito internet istituzionale del Comune di
Camerota offre la possibilità di conseguire numerosi risultati:
· Migliorare i servizi di comunicazione pubblica ai cittadini;
· ricordare le scadenze di avvisi pubblici, concorsi, bandi di gara;
· l’accesso a varie forme di contributi, esoneri, agevolazioni;
· favorire l’utilizzo della modulistica per l’accesso agli
atti amministrativi anche tramite invio di e-mail e sms personalizzati;
· promuovere la partecipazione diretta dei cittadini alle attività
dell’Ente attraverso la corrispondenza aperta via e-mail con la segreteria
generale e con tutti i consiglieri e assessori, ognuno dei quali possiederà
un indirizzo di posta elettronica;
· contribuire a divulgare le iniziative di carattere culturale, turistico
ed economiche promosse dall’Amministrazione, di spessore nazionale ed
internazionale;
· migliorare i servizi attualmente offerti da operatori turistici ed
integrarne l’offerta con supporti quali la mappa della città,
gli orari dei musei e dei luoghi pubblici di interesse, informazioni sulla
storia e sulle bellezze del Comune.
La gestione delle scadenze amministrative, i regolamenti dei vari tributi comunali (ICI, TARSU et similia), la pubblicazione di delibere e determine di particolare rilevanza sono solo alcuni dei momenti in cui la P.A. ha bisogno di comunicare con i propri cittadini e di farlo efficacemente. Il multimedia web, proprio per i suoi canoni di immediatezza e per i parametri di accessibilità esaminati in precedenza, si offre come strumento principe in tale ottica.
La divulgazione e ancor più l’integrazione degli Atti del Consiglio e della Giunta Comunale con le tematiche proposte dai cittadini attraverso la trasmissione delle loro opinioni in merito sono un vantaggio considerevole nell’ambito della gestione della res publica che solo grazie ad uno strumento interattivo e rapido da usare e gestire come Internet è possibile conseguire.
Infine, ma non certo in ordine di importanza, la P.A. ha anche il compito di promuovere il paese che amministra e di presentarne al meglio le bellezze e le caratteristiche peculiari, così da invogliare i potenziali turisti a visitarlo. Il bacino di utenza di tale forma comunicativa deve essere il più ampio possibile, sia perché l’offerta è molto vasta e ad essa giova che il pubblico raggiunto sia molto vasto, sia perché, come da naturali leggi di mercato, pubblicizzare un prodotto a mille orecchie è più efficace che farlo a cento.
L’innovatività del progetto sta nell’abituare il cittadino
ad un appuntamento fisso con l’informazione dal Palazzo Comunale ma
anche il costante e stimolante contatto con le aziende è un aspetto
che nobilita l’iniziativa a conferma di una diffusa crescita civile
della comunità locale e della vivacità del confronto delle idee.
La gestione del sito Web del Comune completa l’innovatività del
progetto di comunicazione pubblica, che integra a tutti gli effetti l’informazione
scritta, ancora insostituibile per certi versi, col linguaggio virtuale. L’utenza
del sito avrà dunque la possibilità di conoscere tutti i meccanismi
del complesso funzionamento della macchina amministrativa comunale e, al tempo
stesso, verrà aggiornato in tempo reale sulle novità dal Palazzo
Comunale. Questa è l’informazione del futuro e su questa strada
in prospettiva l’Amministrazione dovrà muoversi per migliorare
i servizi di comunicazione al cittadino.
L’utilizzo delle moderne tecnologie ha portato alla realizzazione di
un software, definito CMS (Content Management System), che consente l’inserimento
e la gestione dei dati presenti o destinati alla pubblicazione su internet
in maniera semplice e, soprattutto, autonoma.
Le web agency tradizionali, dopo aver realizzato la struttura di base del
sito, vincolavano l’Ente Pubblico a rivolgersi a loro per ogni variazione
di rilievo da effettuare, impedendo così l’affrancamento dell’Ente
stesso dalla web agency e inibendo una gestione autonoma delle informazioni,
elemento fondamentale nella scelta delle strategie comunicative.
Il progetto del Sito di Camerota, appena completato, vuole, invece, favorire
questo processo.
Difatti, dopo un periodo di formazione ed affiancamento da determinare in
base alle caratteristiche ed agli skills presenti presso l’Ente, le
figure individuate quali gestori dello strumento internet verranno rese autonome
e capaci di gestire ogni elemento del media, adattandolo perfettamente alle
esigenze di comunicazione indicate dall’Amministrazione.
Con questo Progetto il Comune pone le basi per individuare prima ed implementare
poi i potenziali contenuti di sviluppo e investimento che dovranno caratterizzare
la gestione del servizio.
Nel tempo potranno essere raggiunti molteplici obiettivi quali:
§ gestire il servizio secondo una strategia orientata alla promozione
di una società dell’informazione e della conoscenza a livello
locale e, perché no, comprensoriale;
§ creare un sistema territoriale (portale) di erogazione di informazioni
e servizi on line, anche a valore aggiunto, in un’ottica di sostenibilità
economica (informazioni di interesse pubblico su scala provinciale, servizi
transazionali, servizi personalizzati, prenotazioni e pagamenti on line, sistema
unificato di identificazione e certificazione/firma digitale, audio e video
streaming di eventi comunali e non, Voice over IP, motori intelligenti e applicazioni
di “linguaggio naturale”, etc.);
§ sviluppare le condizioni infrastrutturali con l’obiettivo di
aumentare l’interazione e lo scambio on line fra cittadini e amministrazioni
a livello comprensoriale (e-governance, e-democracy) e fra utenti dei servizi,
pubblici e privati, e soggetti erogatori;
§ potenziare il servizio di accounting (continuazione della funzione
essenziale di provider pubblico, come garante della cittadinanza elettronica)
su un bacino allargato - provinciale – facendo sì che dell’accesso
alla rete civica nella nuova configurazione l’elemento sia, appunto,
di cittadinanza che di marketing;
§ qualificare l’accesso alla rete civica e alle sue risorse secondo
il principio - sancito dagli organismi nazionali e internazionali - di pari
opportunità per l’utenza svantaggiata (digital divide) o a rischio
di marginalizzazione digitale;
§ garantire lo svolgimento delle attività derivanti dall’appartenenza
a reti istituzionali nazionali, europee e internazionali;
§ diversificare i canali e le tecnologie (accesso multicanale: WAP, UMTS,
banda larga, sms, chioschi, Internet TV, ecc.) per un utilizzo sempre più
ampio, facilitato ed intuitivo di macchine e programmi in modo da avvicinare
i servizi telematici e la comunicazione interattiva anche a segmenti di utenza
che non hanno familiarità con il computer;
§ garantire l’ascolto, l’analisi e la valorizzazione del
feed-back da parte degli utenti quale elemento per la modifica dei processi
interni e per la messa a punto dei servizi rilasciati;
§ promuovere azioni di democrazia elettronica e di consultazione dei
cittadini (forum, news, etc.);
§ partecipare alla formazione del personale comunale in modo da allinearlo,
nelle competenze e nella cultura, ai bisogni e alle richieste di informazioni
e servizi della comunità elettronica;
§ aderire ad una filosofia “open source” per quanto riguarda
i prodotti software, in linea con gli orientamenti nazionali ed europei per
quanto riguarda le applicazioni delle pubbliche amministrazioni;
§ potenziare in modo significativo il sistema reticolare di postazioni
pubbliche per l’accesso ai servizi on line e per la diffusione dell’uso
delle ICT in biblioteche, centri civici e culturali, URP, luoghi pubblici
anche del tempo libero, tabaccherie attestate sul sistema Lottomatica, scuole,
supermercati, ecc.: i punti di accesso devono costituire un tessuto di terminali-antenne
intelligenti e a due vie per: 1. la distribuzione dei servizi 2. la comunicazione
con i cittadini-utenti-clienti 3. l’alfabetizzazione e la formazione
dell’utenza-mercato.
Ed inoltre prepara il terreno per:
§ la realizzazione e gestione, dei servizi e delle infrastrutture di
base necessarie per l’erogazione dei servizi comunali tra i quali: 1.
l’autenticazione dei cittadini: servizio di identificazione ed autorizzazione
degli utenti, con modalità da concordare, tra le quali sicuramente
quelle richieste dalla normativa, attuale e futura (Carta Nazionale dei Servizi
e Carta di identità Elettronica) 2. il supporto per le transazioni:
servizi di pagamento, mediante una piattaforma generalizzata che metta a disposizione
il più ampio spettro possibile di strumenti di pagamento (carta di
credito, POS, RID, prepagate, altro); la gestione centralizzata dovrà
permettere di effettuare tutte le intermediazioni economiche (e-payment /
e-procurement / e-commerce) 3. strumenti evoluti per il marketing dei servizi
e per la misurazione della customer satisfaction 4. servizio di help desk
agli utenti dedicato alla fruizione telematica dei servizi comunali;
§ e programmare una serie di iniziative volte a cercare fonti di finanziamento
che saranno:
o finanziamenti regionali orientati ai servizi ai cittadini ed alle imprese;
o finanziamenti governativi, derivanti dal cosiddetto “piano di e-government”;
o finanziamenti europei, derivanti dalle varie iniziative collegate al piano
“e-Europe”;
o risorse assegnate al Settore attraverso il Bilancio di Previsione annuale;
o finanziamenti eventualmente attivabili con iniziative, di partnership “pubblico-privato”
in capo al Settore Sportello dei Cittadini; il Settore Sportello dei Cittadini
svolgerà inoltre il ruolo di garante della qualità dei contenuti
veicolati dal sito Web.