La storia è quella dell’assalto rovinoso subito da Pisciotta
nel 1806 da parte di bande organizzate prima e di cittadini dei paesi vicini
dopo, in un tempo nel quale – per l’arrivo dei francesi e la fuga
verso la Sicilia dei Borbone di Napoli – nel Cilento e nel Regno imperava
la più grande confusione, nella carenza di un minimo di ordine e di
sicurezza.
Capi briganti di professione – spesso sotto le mentite spoglie di sostenitori
del Re – e intere popolazioni in cerca di rivalsa si avviano verso Pisciotta,
centro di ricchezza e di potere borghese inviso ed invidiato.
Vicenda appassionante - inquadrata in quel periodo fondamentale per la storia
generale del nostro Paese, che ha il suo inizio nella vicina Francia prima
rivoluzionaria e poi imperiale e la sua conclusione grosso modo negli eventi
del Risorgimento.
Il tutto in uno spaccato della società cilentana e pisciottana così
come si presentava a quei tempi attraverso le memorie dei suoi rappresentanti
eminenti.
Il libro e quegli eventi sono stati rivisitati e commentati in chiave moderna
ed attuale, in un’affollata e attenta conferenza di presentazione nel
castello dei Pappacoda a Pisciotta negli ultimi giorni del 2004, da Antonio
Piazza, sodale del più noto Professor Incarnato cattedratico di storia
del Risorgimento nell’Università di Salerno.
Nell’occasione, la chiave di lettura del libro è stata in certo
senso temporalmente rovesciata, immaginando di valutare il percorso evolutivo
della classe dirigente locale rispetto alla partenza – non certo esaltante
– dei tempi del dominio spagnolo e borbonico delle nostre terre e del
meridione nel suo complesso.
Varrà la pena di leggere sia l’opera sia il commento per dedurne
talune ragioni delle difficoltà che ancor oggi incontra la nostra società
civile, in contingenze nelle quali i tempi per riflettere e progettare sono
estremamente concentrati rispetto alle mutevoli esigenze del quotidiano.
Il Cilento, un tempo misterioso e selvaggio, è oggi meta di turismo
internazionale e di un interesse diffuso che riguarda non solo la sua storia
remota e recente, ma le sue tradizioni maturate in un territorio che conserva
ancora l’originalità autoctona delle sue popolazioni arroccate
sulle montagne dell’interno e la varietà delle genti rivierasche,
più esposte a contatti e commistioni con tutti coloro che dal nord
e dal mare hanno occupato o attraversato le nostre contrade.
Vi segnaliamo pertanto il libro, l’evento e i loro autori.
Gennaro Incarnato, Borghesia “bravagente” Ed. Controcorrente,
via Carlo de Cesare Napoli; Antonio Piazza, Introduzione a…
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