Le prossime elezioni regionali di inizio aprile sono un avvenimento tutt’altro che “regionale”; la loro valenza politica nazionale è testimoniata dal fatto che per esse sono scesi in campo i massimi esponenti dei due schieramenti, di Destra e di Sinistra, che si fronteggiano nel parlamento della Repubblica. Dal nostro punto di osservazione, qui nel Cilento, estremo lembo della Campania, regione depressa, profondo Sud, non vogliamo entrare nel merito delle polemiche più o meno serie, che riempiono in questi giorni le pagine dei giornali. Abbiamo ben altro da pensare, purtroppo. Ma qualche piccola considerazione di politica nazionale è opportuno farla, perché serve ad inquadrare meglio i nostri problemi locali, cioè quotidiani. In Italia c’è un governo di Destra, che – fatto unico nella nostra storia – sta saldamente in sella da cinque anni; tanti da non riuscire quasi a contarli, considerata la durata media di pochi mesi cui ci aveva abituato il sistema perverso di potere, che proprio la Destra è riuscita a spezzare. Del governo nazionale si può dire bene o male, a seconda dei punti di vista e – passatemi l’espressione – del “tifo” politico. Noi pensiamo che, anche se nessuno è perfetto, gli aspetti positivi siano preponderanti rispetto a quelli negativi. Basta smettere di ascoltare i vari tromboni in mala fede ed ascoltare invece la chiara voce dei fatti: le tasse sono diminuite, il lavoro è aumentato (non dovunque, ovviamente) e stiamo navigando con una perizia ammirevole in un tempestoso mare internazionale, che sembra far di tutto per frenare lo sviluppo ed il progresso (vedi terrorismo, guerra, petrolio alle stelle e così via). Ma per noi è diverso: noi viviamo in Campania, anzi nel Cilento, agli estremi confini meridionali della regione, e per noi la realtà è molto più triste. E la Campania è saldamente in mano ad un governo regionale che è una delle peggiori espressioni della Sinistra (preferiremmo dire: del marxismo o del comunismo, se queste parole non fossero fuori moda). Un oscuro burocrate di partito, proveniente da un’ancora più oscura sezione del PCI di Afragola, provincia di Napoli, è riuscito a tenere in scacco la politica prima di Napoli, poi dell’intera regione, grazie ai suoi scoop mediatici, agli appoggi della stampa più bugiarda e alla fitta rete di intrallazzi e di potere da lui abilmente creata, in perfetto stile da “prima repubblica” o, per meglio dire, stile leninista. E questo signore si ripresenta ora ai suoi elettori con la tracotanza di chi è convinto di vincere un’altra volta a mani basse, come fece quando, dieci anni fa, si ripresentò per la seconda volta candidato a sindaco di Napoli e vinse con una maggioranza bulgara del 70%. E nonostante il degrado della regione che egli governa sia vergognosamente sotto gli occhi di tutti, anche – purtroppo – a livello nazionale. Se in Campania non c’è lavoro, se in Campania non si riesce a risolvere il problema dei rifiuti, se in Campania le tasse regionali sono più alte (persino la benzina e la tassa di possesso delle automobili sono le più care d'Italia), se in Campania le infrastrutture non funzionano, se in Campania la criminalità organizzata ha raggiunto i livelli da film della Chicago anni ’30, se in Campania abbiamo tutto questo, lo dobbiamo al governo regionale che ci affligge da cinque anni. Per questo, per il bene di tutti, abbiamo il dovere di cacciarlo via. E’ un compito difficile – lo ammettiamo, ma possiamo riuscirci se saremo compatti e sapremo stringerci attorno ai nostri candidati di Centro Destra, lasciando da parte i particolarismi e i calcoli di bassa bottega politica, che purtroppo affliggono specialmente il nostro territorio e che fanno semplicemente il gioco degli avversari. E ci piace includere fra le scelte sbagliate anche quelle dettate dalle lusinghe di false sirene, che, in nome di una presunta fedeltà ad un passato ormai consegnato alla storia, vorrebbero accaparrarsi quel pugno di voti, pochi ed inutili per loro, che possono rappresentare invece la differenza tra la vittoria e la sconfitta per la coalizione di Centro Destra. Non dimentichiamo che, nella controversa fase della raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali, queste formazioni di “disturbo” sono state aiutate proprio da esponenti della Sinistra, cioè da personaggi di ideologia diametralmente opposta. Ci sarà certo un motivo per questo! Perciò non sprechiamo il nostro voto, che è unico e prezioso, ma offriamolo compatti a chi ha la possibilità di liberarci dal malgoverno che ci affligge, a chi – in una parola – ha la forza di farci vincere! E questa forza – ricordiamolo il 3 e 4 aprile prossimi – solo noi possiamo dargliela!
Paolino Vitolo