Nel territorio del Comune di Centola almeno un cittadino su tre ha in corso una pratica di condono o di autorizzazione edilizia con l’Ufficio Tecnico comunale. Pensando di fare cosa gradita alla popolazione, abbiamo voluto intervistare il responsabile dell’ufficio, arch. Giuseppe Caso, che, coadiuvato dal suo consulente, arch. Magno Battipaglia, ci ha gentilmente fornito tutte le delucidazioni richieste. Riportiamo qui il testo integrale dell’intervista.
Architetto Caso, i cittadini lamentano dei tempi molto lunghi sia
per la concessione dei condoni edilizi, sia per le autorizzazioni edilizie.
Per quale motivo, pratiche di condono avviate negli anni 80 non sono ancora
giunte a conclusione?
(Arch. Caso) Vorrei che rispondesse a questa domanda l’arch.
Battipaglia, responsabile dei condoni edilizi e che ho voluto oggi con me
proprio per coadiuvarmi durante il nostro incontro.
(Arch. Battipaglia) Tanto per cominciare, bisogna dire che il pubblico
non conosce la situazione pregressa del condono edilizio. Fino al 1999 non
era possibile rilasciare alcuna autorizzazione edilizia e tanto meno condoni
su tutta la fascia costiera, perché soltanto nel ’99 è
intervenuto il piano paesaggistico della Commissione dei Beni ambientali per
l’assetto del territorio. Quindi, in tutta la fascia costiera (quella
di pertinenza della legge Galasso), gli unici interventi possibili erano quelli
di manutenzione ordinaria. Anzi, già dal ’56 esisteva un vincolo
che impediva le concessioni ed i condoni sulla fascia costiera, vincolo ampliato
poi con la legge Galasso dell’’85. Tale legge disponeva che la
Regione dovesse stilare un piano paesistico territoriale; la Regione è
stata inadempiente ed il piano è stato prodotto direttamente dal Ministero
dei Beni culturali nel 1996. A questo punto, essendo stato emanato il piano
dal Ministero, la Soprintendenza ai Beni ambientali, ente deputato all’attuazione
del piano sul territorio, ha dichiarato di non poter intervenire se non sulla
base di un piano dettagliato di recupero dei fabbricati oggetto di condono.
Quindi fino a quando il Comune non avesse inoltrato questo piano di dettaglio,
la Soprintendenza non avrebbe potuto concedere nessuna autorizzazione. Per
farla breve, la situazione si è sbloccata solo nella seconda metà
del 1999. L’Ufficio Tecnico comunale ha cercato di far fronte alle numerose
richieste di condono, ma ha dovuto tener conto degli ulteriori vincoli intervenuti,
come quelli derivanti dall’istituzione del Parco Nazionale del Cilento
e del Vallo di Diano, che costituisce nient’altro che un’estensione
della legge Galasso, che prevedeva appunto l’istituzione di parchi nazionali
a tutela del territorio. Quindi il territorio è stato vincolato e l’ufficio
ha dovuto gestire le 2300 pratiche di condono presentate al momento, interfacciandosi
con tutti gli enti implicati (Soprintendenza, Parco); anzi, il Comune è
addirittura delegato dalla Regione per l’attuazione del vincolo e quindi
ha dovuto instaurare un rapporto di collaborazione con gli enti esterni. Per
questo motivo l’amministrazione comunale ha creato questo ufficio per
gestire le pratiche di condono. Fino al 2003 non era stato ancora approvato
il Piano Regolatore Generale, quindi i vincoli da considerare derivavano solo
dal PPT (piano paesistico territoriale), che rappresentava a tutti gli effetti
il piano urbanistico del territorio. Comunque alla data sono state rilasciate
già 400 concessioni, che hanno fruttato alle casse comunali circa un
miliardo di vecchie lire.
E per chi ha già versato delle somme contestualmente alla
richiesta di condono?
(Arch. Caso) L’amministrazione comunale, dopo aver verificato
con gli enti esterni la condonabilità delle opere, calcola il conguaglio
da versare. E bisogna dire che spesso c’è stato un atteggiamento
ostile da parte del cittadino, che non sempre ha prodotto una documentazione
sufficiente ed idonea.
E chi si è rivolto ad un tecnico per produrre la documentazione?
Se la documentazione è stata prodotta prima del 2000, essendo intervenute
le variazioni ed i nuovi vincoli di cui si è detto, deve essere sicuramente
integrata. Per esempio, chi ha chiesto condono per opere nel Parco San Paolo
di Palinuro ha dovuto chiedere il parere non solo della Soprintendenza ai
Beni ambientali, ma anche di quella ai Beni archeologici. In ogni caso, una
volta effettuato l’accertamento, si calcola l’entità del
cosiddetto “danno ambientale” prodotto dall’abuso edilizio
e quindi l’ammontare dell’indennizzo da versare da parte del richiedente
il condono. Una volta notificata la cifra da pagare, il richiedente ha tempo
sessanta giorni per effettuare il versamento, che non è dilazionabile
né rateizzabile. Il fatto che non si paghi è un altro motivo
per cui una pratica rimane sospesa e fa sì che il condono, di fatto,
non sia ottenuto. Ad esempio, ci sono in questo momento 70 provvedimenti del
2005, già notificati agli istanti, che non sono stati perfezionati
con il pagamento dell’indennizzo. Fino a quando il cittadino non paga,
non è possibile rilasciare alcunché. Al momento ci sono 1570
pratiche di condono 47/85 che sono state tutte istruite. Di queste solo 600
sono state integrate, mentre le altre sono bloccate per inadempienza da parte
del cittadino. A rigore queste pratiche dovrebbero essere archiviate per improcedibilità,
ma non è nello stile dell’amministrazione fare questo, quanto
piuttosto di risolvere il problema, poiché la struttura del territorio
è costituita anche da queste opere, che, se riqualificate correttamente,
possono comunque dare una visibilità urbanistica. L’ufficio lavora
dalle 9 di mattina alle 9 di sera per risolvere il problema, ma purtroppo
l’atto finale non spetta a noi, ma al cittadino che deve versare l’indennizzo
(che in ogni caso costituisce una voce attiva del bilancio comunale). Finora,
come detto, 400 concessioni hanno fruttato un miliardo. Le altre potranno
dare ulteriore vantaggio alle casse comunali.
A quando risalgono la maggior parte delle opere da condonare?
(Arch. Caso) La maggior parte risalgono agli anni 80 e si riferiscono
al condono dell’’85. Quelle del condono del primo governo Berlusconi
sono circa 700, mentre quelle dell’ultimo condono dell’anno scorso
sono appena 40. Si tratta quindi di una pratica in estinzione, perché
ora c’è uno strumento urbanistico vigente, che dice esattamente
che cosa si può fare e che cosa non si può fare. Prima, in assenza
di qualsiasi strumento urbanistico, per realizzare qualunque cosa che non
fosse un fienile o simili, si doveva ricorrere all’abuso e al condono.
Comunque possiamo dire che nel territorio comunale di Centola non sono avvenuti
grossi abusi, tranne che nell’area dell’ex Club Med, che costituisce
un caso a parte. Lì infatti il territorio è stato letteralmente
stravolto e le pratiche sono tutte bloccate perché richiedono un provvedimento
ad hoc. In generale possiamo dire che di 2328 pratiche iniziali sono state
integrate 800, di cui 400 sono state concluse con il pagamento dell’indennizzo.
Per le altre non si è ancora avuto risposta e ciononostante non vengono
archiviate, perché l’amministrazione ha deciso di non infierire
sul cittadino. Si deve però tener presente che il condono non si ottiene,
se non si paga.
E che cosa possiamo dire per quanto riguarda le concessioni edilizie?
(Arch. Caso) L’iter è molto simile, perché, in
presenza degli stessi vincoli e strumenti urbanistici, bisogna produrre in
pratica la stessa documentazione. I tempi comunque dipendono anche dalla mole
di lavoro da cui è investito l’Ufficio tecnico: su un protocollo
generale del Comune di 9985 pratiche in ingresso, il nostro ufficio ha avuto
un carico di 4935 pratiche, cioè quasi la metà. Questo può
giustificare l’eccessiva lentezza. Anche qui, solo dopo il pagamento
degli oneri viene rilasciata la concessione. Solo in alcune zone particolari
del centro storico, dove non c’è nessun vincolo, la concessione
può essere rilasciata solo con l’istruttoria, ma si tratta di
casi particolari. Normalmente invece si devono richiedere almeno tre pareri
per avere una concessione edilizia.
E questi tre pareri che tempi comportano?
(Arch. Caso) 60 giorni li prende la Soprintendenza, 30-60 giorni
l’altro ente e 30 giorni il nostro ufficio, mediamente. Poi, se c’è
una richiesta di integrazione, i tempi si allungano notevolmente. Facendo
una media, se si fa una richiesta di concessione edilizia a gennaio, essa
viene esaudita prima dell’estate, se va tutto bene. E’ una procedura
normale e vi assicuro che l’UfficioTecnico, che ha un organico di sette
persone, si dà molto da fare. A questo c’è da aggiungere
che la maggior parte delle pratiche che arrivano al Comune sono assolutamente
carenti e purtroppo, se un tempo si poteva chiudere un occhio, oggi, con i
nuovi vincoli è proprio impossibile farlo, pena denunce anche penali.
Comunque, non si fanno preferenze per nessuno e le pratiche vengono gestite
ed evase rigorosamente in ordine di protocollo.
La risposta su condono e concessioni edilizie è stata molto
interessante ed esauriente.
(Arch. Caso) Sì, perché adesso c’è più
trasparenza tra amministrazione e cittadino.
(Arch. Battipaglia) A proposito dei ritardi c’è da dire
che molto spesso gli enti esterni sono subissati di pratiche. Poiché
ad esempio la Soprintendenza ai Beni ambientali, che sta a Salerno, deve curare
più di 90 comuni, se ciascuno di questi presenta ogni giorno 2 pratiche
(che non sono molte), accade che le pratiche da gestire che si aggiungono
quotidianamente sono più di 180. Questo fa capire perché ci
sono tempi tecnici che non possono essere ridotti oltre un certo limite. Analogamente
avviene per lo sportello del Parco, che sta a Vallo della Lucania.
Ora stiamo trattando solo del settore privato. Non trattiamo del
pubblico, perché ci riserviamo di farlo in un prossimo numero di Hermes.
Però, a proposito del privato, vorremmo fare una domanda un po’
delicata. Ci riferiamo al discorso delle denunce anonime, indirizzate contro
richieste di condono o di concessione edilizia.
(Arch. Caso) Certo. Questo è un aspetto delicato ed anche
grave. Infatti, anche se la denuncia anonima o anche firmata, come avviene
a volte, non dovrebbe influenzare l’iter di una pratica, in effetti
invece lo fa. Le pratiche, infatti, non sono mai perfette, quindi la denuncia
di un terzo fa sì che ogni piccola imperfezione non possa essere sottovalutata
e tanto meno superata a priori, per evitare poi problemi legali. Non è
assolutamente possibile chiudere un occhio. Possiamo dire che per ogni richiesta
di concessione c’è sempre una denuncia anonima o anche palese
(di parenti o presunti amici). E’ questo purtroppo un malcostume molto
diffuso sul territorio. Tornando al discorso della concessione, noi siamo
piuttosto precisi e non rilasciamo concessioni “facili” come si
faceva un tempo. E questo è anche il motivo per cui ci vuole tempo.
Una concessione facile non fa, infatti, l’interesse del cittadino, che,
dopo averla ottenuta, può andare incontro a denunce, sequestri ed altri
guai con la giustizia. La concessione, come viene rilasciata attualmente del
nostro ufficio, è invece sicura e non porta a problemi. Tutte le concessioni
da noi rilasciate sono andate in porto tranquillamente e addirittura anche
le denunce contrarie sono state tutte archiviate, perché le concessioni
perfette e legali sono inattaccabili.
Chiudiamo quest’argomento e passiamo ad un’altra domanda.
Le zone demaniali, cioè i terreni ad uso civico di Foria, hanno subito
ricorso da parte del vostro ufficio. E’ vero questo?
(Arch.
Caso) Non è esattamente così. Questi terreni sono aree
che dal 1926 sono offerte in concessione a privati cittadini, che in cambio
di un canone possono usarle a scopi agricoli. Ovviamente in passato furono
commessi svariati abusi (addirittura si edificò su questi terreni),
fino a che nel 2000 la Regione decise di regolarizzare la situazione. Il geom.
Ascione della Regione rilevò tutte le situazioni anomale ed al Comune
fu imposto di sanarle pretendendo il pagamento dei canoni (peraltro mai pagati
in passato) da parte dei concessionari. Chi veniva legittimato aveva la possibilità
di acquistare il terreno, pagando una cifra richiesta dal Comune, oppure poteva
restare sul terreno pagando un canone. Viceversa chi non optava per nessuna
delle due soluzioni, doveva lasciare il terreno, che veniva messo a disposizione
di altri affittuari. In pratica nessuno ha mai versato una lira al Comune.
L’Ufficio tecnico ha quindi organizzato un piccolo ufficio per adempiere
alle disposizioni della Regione. Sono stati inviati agli affittuari decine
di solleciti, perché l’amministrazione ha cercato di convincere
le persone a regolarizzare la loro situazione senza danneggiarli. L’amministrazione
comunale non è mai voluta arrivare alle denunce civili e penali, che
pure sarebbero consentite dalla legge, contro gli abusivi che non avevano
mai pagato i canoni; si è preferito inviare fino a dieci quindici solleciti
contro queste persone che non solo non avevano pagato il canone, ma addirittura
avevano costruito abusivamente sui terreni occupati. Alla data solo due persone
sono state regolarizzate. In pratica, chi ha pagato l’ha fatto solo
dopo il ricevimento di un avviso di garanzia. Voglio comunque ribadire che
questa operazione è stata iniziata per ordine della Regione, a seguito
dell’ispezione del 2000. Il Comune ha mostrato molta buona volontà
nell’offrire agli abusivi addirittura di poter acquistare il terreno
occupato abusivamente, ma comunque le cose non possono continuare così,
perché il Comune ha assolutamente il dovere di intervenire, pena incriminazione
per omissione di atti di ufficio.
Nel vostro Ufficio si è fatto lo scorporo del settore dell’”urbanistica”
da quello dei “lavori pubblici”. E’ stato fatto per motivi
tecnici o per motivi politici?
(Arch. Caso) La richiesta l’ho fatta io per motivi puramente
tecnici, per poter dare un miglior servizio al cittadino, nel senso di offrire
più risposte e più velocemente. Ho chiesto all’amministrazione
di dividere l’ufficio nelle due aree dette, con due responsabili, uno
per i lavori pubblici ed uno per i privati. Poi l’amministrazione dovrà
decidere chi saranno questi responsabili: io ho fatto una richiesta tecnica,
il Comune farà poi le sue scelte. Questo è importante perché
finalmente bisogna fare in modo che il Comune cominci a curare i lavori pubblici
(e non solo l’urbanistica), creando parchi, aree giochi per bambini
e quant’altro, perché finora si è pensato solo a fare
case. E assolutamente il nostro territorio di case non ha più bisogno.
Ultima domanda: quando si prevede che il Piano Regolatore Generale
possa diventare operativo con i piani particolareggiati?
(Arch. Caso) Sul piano regolatore non oso dare giudizi. Esso fu voluto
dall’amministrazione e c’è un tecnico che l’ha redatto.
Io posso solo dire che il tecnico poteva fare meglio. Il piano, dal punto
di vista puramente professionale, è secondo me superato. Oggi l’urbanistica
è cambiata, ma comunque il piano ha una sua grande validità,
perché finalmente, dove non c’era niente, ora c’è
qualcosa. In ogni caso il PRG non è un punto di arrivo, ma solo un
punto di partenza. In un Comune articolato come il nostro, senza i piani attuativi
non si può fare assolutamente niente. Noi facciamo quello che possiamo
e non sappiamo nemmeno come riusciamo a trovare il tempo. Abbiamo addirittura
fatto qualche progetto di lavori pubblici. Quindi i piani attuativi richiedono
tempo.
Quando si dice da più parti che il PRG è superato,
che cosa significa esattamente?
(Arch. Caso) Bisogna capire che il piano ha richiesto dieci anni
per essere approvato. In questo lungo periodo le cose sono cambiate, quindi
il piano è nato già vecchio: oggi andrebbe rivisitato e rivisto.
Il piano va risistemato, perché è vecchio di concezione e contiene
anche imperfezioni che vanno corrette. Io lo sistemerei e lo renderei attuale,
ma occorrerebbero delle varianti, che potrebbero richiedere troppo tempo,
perché legate ad una scelta politica. Quindi oggi il mare minore è
quello di lasciare il piano così com’è e fare i piani
attuativi.
(Arch. Battipaglia) In ogni caso il piano andrà adeguato molto
presto, nel giro di qualche anno, alla nuova legge regionale urbanistica,
approvata quest’anno. La legge lascia ancora un po’ di tempo per
l’adeguamento, perché prima la Regione dovrà stilare il
piano territoriale paesistico, poi la Provincia attuerà il suo piano,
poi, dopo tale attuazione, il Comune dovrà realizzare il suo PUC, cioè
il piano urbanistico comunale.
(Arch. Caso) Secondo logica, considerando i tempi tecnici, fra tre
anni l’iter sarà concluso e quindi l’attuale piano regolatore
non servirà più. Questa occasione, di dover adeguare il PRG,
va colta per risistemarlo e migliorarlo. Ma non ovviamente per apportare delle
varianti sostanziali, perché la volontà politica è proprio
di non apportare varianti e di non stravolgerlo. Lo spirito del PRG è
tale però da permettere comunque lo sviluppo del territorio, specialmente
in ambito turistico, cioè secondo la sua vocazione primaria.
Concludiamo così l’intervista con i responsabili dell’Ufficio Tecnico del comune di Centola, che ringraziamo ancora per il tempo che ci hanno dedicato, pur essendo questo scarso e prezioso, come abbiamo visto. Ci lasciamo con la promessa di un nuovo incontro, che sarà dedicato al settore dei lavori pubblici e di cui riferiremo nel prossimo numero del giornale. Grazie ancora dalla Redazione di Hermes.
RIEPILOGO PROTOCOLLO 2004
Protocolli (entrate + uscite) Richieste di permessi di costruire Denunce di inizio attività Permessi di costruire rilasciati Depositi tipo di frazionamento Certificati di destinazione urbanistica rilasciati Attestati rilasciati Attestati di vincolo Relazioni Carabinieri-Forestale-Polizia Munic. Sopraluoghi Comunicazioni responsabile del procedimento Sedute commissione edilizia beni ambientali Pratiche esaminate ed inoltrate agli enti Pratiche in fase di rilascio con pareri Autorizzazioni sindacali ex art. 159 D.Lgs 42/2004 Comunicazioni inoltro pratiche agli enti Ordinanze di demolizione Ordinanze di sospensione dei lavori Ordinaze di ripristino dello stato dei luoghi Ordinanze di messa in sicurezza Convocazione ai componenti della CEBA Comunicazioni varie Richieste copie privati, forestale, CC, VU, ecc. Diffide inizio lavori |
4935 125 78 62 59 146 25 34 40 30 203 14 91 20 91 120 27 3 7 1 21 50 100 70 |
Diritti di
segreteria per permessi di costruire Oneri e costo di costruzione Sanzione amministrativa e danno ambientale Diritto di segreteria D.I.A. Certificati e autorizzazioni TOTALE |
5.707,95 47.751,49 15.472,97 2.254,30 5.400,00 76.586,71 |
Pratiche condono
edilizio L.4785 Pratiche condono edilizio L.724/94 Pratiche condono edilizio totali Pratiche condono istruite dall'ufficio Pratiche inoltrate alla CEBA per esame Pratiche esaminate dalla CEBA Pratiche inviate ad enti per richiesta pareri Pratiche esaminate dalla CEBA e non inoltrate agli enti per carenza documentale Pratiche con pareri enti sospese per carenza documentale o mancanza pareri non comun. Concessioni rilasciate Somme versate (oneri+sanzione+dir.segr.) |
1.578 745 2.323 2.200 1.284 1.184 839 445 525 314 € 509.330 |