Debiti fuori bilancio al comune di Centola

Anche quest’anno, nella seduta del Consiglio Comunale del 22 ottobre, si è discusso del riconoscimento di debiti fuori bilancio per 191.858 euro, superando abbondantemente la cifra dell’anno scorso. Il debito fuori bilancio è definito come un’obbligazione a pagare una certa somma senza che sia stato adottato il dovuto adempimento per l’assunzione dell’impegno di spesa, in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali. Nell’attuale sistema, i debiti fuori bilancio sono riconoscibili se derivanti da: sentenze passate in giudicato o immediatamente esecutive, copertura di disavanzi di consorzi o d’aziende speciali, ricapitalizzazioni di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali, procedure espropriative, acquisizioni di beni e servizi in violazione agli obblighi di cui all’art. 191 del Testo Unico sugli Enti Locali, solo in caso di dimostrata ed accertata utilità ed arricchimento per l’Ente. La deliberazione consiliare dovrebbe fornire la concreta prova dell’utilità congiunta all’arricchimento dell’Ente. L’arricchimento va stabilito con riferimento alla congruità dei prezzi, sulla base delle indicazioni e delle rilevazioni del mercato o dei prezzari e tariffe approvati da enti pubblici a ciò deputati, o dagli ordini professionali. Nelle schede per l’accertamento dei debiti fuori bilancio presentate dal dirigente dell’U.T.C., ad esempio, manca la dichiarazione che le somme fatturate sono congrue in relazione ai prezzari. Riguardo alla fattura della Publigest di 1.239,49 euro, per l’acquisto di due pagine pubbliredazionali sul “Cittadino della Campania”, edizione 2002, mancano prove concrete dell’utilità e dell’arricchimento dell’Ente. Essendo insufficiente l’avanzo d’amministrazione, per far fronte alla spesa, nonostante il sottoscritto avesse avvertito il Consiglio sull’illegittimità dell’atto, la deliberazione consiliare autorizzava ad assumere un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Ma l’articolo 119 della Costituzione, modificato nell’ottobre 2001, prevede, per gli Enti Locali, la possibilità di ricorrere all’indebitamento solo per gli investimenti. In seguito, il Legislatore è intervenuto di nuovo sull’argomento, con la legge n. 289 del 27 dicembre 2002 che sancisce: “Qualora gli enti territoriali ricorrano all’indebitamento per finanziare spese diverse da quelle d’investimento, in violazione dell’art. 119 della Costituzione, i relativi atti e contratti sono nulli, le sezioni della Corte dei Conti possono infliggere agli amministratori che hanno assunto la relativa delibera la condanna ad una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte l’indennità di carica percepita al momento della commissione della violazione”. Per inciso, i consiglieri comunali Gustavo Mion e Giuseppe Natale hanno chiesto la revoca della delibera del Consiglio Comunale riguardante i debiti fuori bilancio. Ancora una volta dobbiamo costatare la superficialità, il pressapochismo, con cui si amministra questo Comune, mi meraviglia che neppure il Segretario Comunale, venendo meno ai suoi doveri, abbia rilevato l’errore grossolano di questa delibera consiliare.

Gustavo Mion