Turismo: fare “sistema” è un obbligo, anzi una necessità

La bella stagione ormai alle spalle porta con sé, come sempre, i commenti e i bilanci: può considerarsi positivo o negativo, quello del territorio cilentano, ed in particolare delle località costiere come Palinuro e Marina di Camerota? La tendenza a lamentarsi degli operatori turistici quest’anno trova conferma anche nei numeri: i dati forniti dalle associazioni di categoria denunciano un calo del 20%. Motivo?. Se si esclude l’effetto euro (che ha colpito persino i tedeschi settembrini), la concorrenza delle molte località europee, dalla Spagna al nord Africa, capaci di offrire vacanza lussuose con la formula “all inclusive” a prezzi stracciati, e se si considera lo sfumare, come hanno riconosciuto autorevoli economisti, del trauma post 11 settembre, allora forse le ragioni della crisi andrebbero ricercate nel sistema e nei modelli di offerta che le nostre località propongono al visitatore o all’aspirante turista. È possibile affermare, senza che nessuno si offenda, che siamo ormai “fuori mercato”. Partendo dalla politica degli appartamenti, per finire allo scollamento totale tra i vari settori dell’impresa turistica. Le potenzialità ci sono, eccome. L’esempio lampante è dato forse da Marina di Camerota: chi ha sperato di poter “vendere” mensilmente il proprio appartamento è stato severamente punito dalla realtà dei fatti. Il turista dei famosi “due mesi” è una specie (diciamo: fortunatamente?) in estinzione. Chi attendeva proposte del tipo: “Che prezzo fate a luglio?”, è rimasto deluso. Ammettiamo pure che è stato fatto qualche errore di valutazione, o forse che non ci si è voluti adeguare al cambiamento, dinanzi al quale ci siamo fatti trovare impreparati. La domanda del mercato turistico volge verso una richiesta che non supera le due settimane. Questa è la situazione reale. Inutile lamentarsi. D’altronde abbiamo contribuito a crearla, nello stesso momento in cui abbiamo deciso di approfittare del caro vita, che ha fatto schizzare i prezzi dei fitti degli appartamenti: dai 2600 euro fino ai 3800. Insomma, cifre da capogiro. Un secondo problema resta quello della “politica del proprio orticello”, la cui soluzione però potrebbe essere determinante per uscire dalla crisi. Torniamo agli esempi, e restiamo a Camerota. La località balneare dispone di migliaia di posti letto, di oltre mille posti ombrelloni, di servizio navetta, di una vasta area parcheggi. Bene, tutte questi settori, che rappresentano la spina dorsale dell’impresa turistica locale, camminano per conto loro. Se c’è coraggio di invertire la rotta, di cambiare le cose,di sconfiggere la “crisi”, è utile che gli imprenditori lavorino insieme agli amministratori affinché i vari segmenti convergano in un unico sistema. Lo strumento delle convenzioni può essere un primo passo. La riduzione del costo complessivo del prodotto finale di questa intesa (appartamento-posto, spiaggia-abbonamento, autobus-parcheggio) dovrebbe poi rendere più appetibile le nostre zone. Qualcuno potrebbe chiedere: perché cambiare?. Secondo noi ci sono almeno due motivi: il primo e più intuibile è che vale la pena di provare a cambiare semplicemente perché i sistemi e le abitudini commerciali praticate fino ad oggi ci hanno portato, per dirla che un termine spesso usato dai commercianti, ad una situazione di “crisi perenne”. Il secondo motivo può essere sintetizzato con una domanda che quest’estate mi fu posta da un mio amico, che mi aveva già annunciato che per l’ultima volta sarebbe venuto in villeggiatura a Palinuro: “Perché devo venire qui, e pagare 2600 euro di fitto, quando alla stesso prezzo vado in Messico due settimane, in albergo a 4 stelle, viaggio compreso ed escursioni pure?” Il concetto, dunque, espresso nella sua semplicità, fotografa una situazione dalla quale possiamo tuttavia ancora trarre qualcosa di positivo. Come ad esempio la volontà di tanti giovani del posto, desiderosi di essere protagonisti della svolta. Fa ben sperare anche il fatto che nell’agenda politica dell’amministrazione di Camerota siano presenti, anche se in forma embrionale, una serie di proposte mirate a stimolare il raccordo tra le varie realtà del tessuto economico locale. La vera spinta però deve venire dal basso, proprietari di appartamenti in testa. D’altronde, vista la situazione, “fare sistema” non è un obbligo, ma una necessità.

Ciro Troccoli