Esame di coscienza

Settembre 2004. Da molti anni a questa parte non ricordavamo un’estate meteorologica così bella: un luglio splendido, un solo temporale notturno in agosto, un paio di piogge pomeridiane nella prima parte di settembre già trascorsa. E poi, mare quasi sempre calmo, con brezze piacevoli e non più di tre o quattro pomeriggi di maestrale. No, del tempo certo non ci possiamo lamentare e nemmeno, ovviamente, della natura, sempre splendida, sempre generosa, in una parola: unica. Eppure, non era ancora finito il mese di agosto che già gli operatori turistici di Palinuro e del territorio limitrofo si stracciavano le vesti per la scarsità dei risultati concreti di una stagione troppo breve e troppo scadente rispetto alle promesse e ai doni di una natura così generosa e benevola. E allora, visto che quest’anno al tempo proprio non possiamo dare nessuna colpa, è opportuno che tutti, ma proprio tutti, facciamo un onesto e sincero esame di coscienza. Il problema più grave che ha contribuito ad allontanare i turisti e comunque a ridurre ed accorciare le presenze è senza dubbio quello dei prezzi. Il discorso qualunquistico, che purtroppo non fanno soltanto le vecchie massaie, ma spesso anche persone di cultura da cui ci si aspetterebbe un giudizio più oculato, è quello di dare la colpa all’euro: il costo della vita e quindi anche quello dell’offerta turistica è aumentato perché dalla buona vecchia lira siamo passati alla malefica moneta comune europea. Ma, se badiamo bene, un semplice rapporto matematico di 1 a 1932,27 non avrebbe avuto, di per sé, la capacità di far aumentare i prezzi; altri fattori hanno contribuito, alcuni oggettivi, altri psicologici. Uno dei fattori oggettivi è che, utilizzando la stessa moneta di economie più forti della nostra, abbiamo dovuto subire in qualche modo un livellamento dei prezzi verso l’alto, ma solo fino a un certo punto. Più grave è invece il fattore psicologico, di cui siamo tutti vittime. Per fare un esempio concreto, se prima ci saremmo guardati dallo spendere 20.000 vecchie lire dal giornalaio per giornali, riviste e gadget vari, oggi ci sembra normale e a buon mercato spendere 10 euro. E lo stesso avviene dal fruttivendolo, dal macellaio, al ristorante, in albergo, al parcheggio e così via. Ed è qui che viene il momento del primo esame di coscienza: sono sicuri i signori commercianti, i signori albergatori, i signori ristoratori, i signori del Comune che hanno stabilito le tariffe dei parcheggi di aver fatto il possibile per non approfittare del fattore psicologico dell’euro? E sono sicuri gli stessi signori di cui sopra di aver offerto dei servizi all’altezza del prezzo richiesto? O semplicemente hanno scelto la solita tattica di scotennare il turista di passaggio (tanto non tornerà più!), invece di offrire qualcosa per cui valesse la pena di tornare e di raccontare agli amici a casa di come si sta bene a Palinuro? E, visto che non si può pretendere lungimiranza e saggezza da parte di chiunque, non hanno pensato i signori del Comune che forse era il caso di guidare e orientare con opportuni provvedimenti l’offerta turistica, per cercare di adeguarla alla qualità ed alla professionalità, che purtroppo da queste parti è una merce rara? In parole povere, tanto per fare un esempio, sarebbe necessario imporre agli esercizi pubblici un tempo di apertura ben più lungo del mese e mezzo di abbuffata estiva. E giacché ci troviamo a parlare dell’amministrazione comunale, che bene o male è l’attore principale di questa rappresentazione, proviamo a tracciare un bilancio, confrontandoci con le promesse che quasi un anno fa pubblicammo su queste pagine. Tra le cose fatte possiamo annoverare la banchina del porto per la nave veloce, le colonnine di servizio per gli yacht, il rinforzo del molo, la realizzazione dell’oasi naturalistica del colle Sant’Elia, l’illuminazione di via San Paolo. Sono poi in fase di completamento la sistemazione dell’ingresso di Palinuro e la sistemazione del basso corso del fiume Lambro. Forse abbiamo dimenticato qualche cosa, ma ci sembra comunque che, rispetto a quanto pubblicato nel numero di Hermes dell’ottobre 2003, le cose più importanti e più impegnative siano ancora da fare. Il depuratore, per esempio, è vero che non puzza più, ma è veramente efficiente? E allora come spieghiamo la settimana di sporcizia del mare della Marinella e del Buondormire alla fine di luglio? E la ristrutturazione del porto, con il nuovo frangiflutti; e l’attracco del Club Med; che fine hanno fatto quei progetti? Ci sembra purtroppo che l’amministrazione sia stata particolarmente efficiente proprio nello scotennare i turisti: parcheggi a pagamento dappertutto, a prezzi sovente scandalosi (come quello del porto ad un euro l’ora), e divieti di sosta in tutte le strade, come quella che dal Trappitello sale a piano Faracchio, con il fin troppo evidente intento di costringere i malcapitati a pagare l’esoso prezzo del parcheggio o, peggio, la multa. E l’intento è flagrante proprio perché alla fine di agosto i divieti di sosta sono spariti come per miracolo. Il risultato immediato è stato che chi ha potuto si è guardato bene dall’entrare a Palinuro, come gli ospiti dei villaggi e dei campeggi, che hanno preferito sfruttare i servizi interni senza metter piede in paese, con ovvio danno di negozi, bar e ristoranti, che in qualche caso hanno accusato un calo di presenze del 70% rispetto all’anno scorso. È così che vogliamo incrementare il turismo? Ricordiamo all’amministrazione comunale che è lecito far pagare anche l’aria, come avviene a Capri o a Positano (dove peraltro non ci sono campeggi e villaggi), ma solo se in cambio ci sono servizi ad alto livello, come avviene nelle succitate località, che hanno scelto di avere soltanto un turismo di èlite (forse perché possono permetterselo e per di più ce l’hanno tutto l’anno e non solo ad agosto). Noi invece scendiamo sempre più in basso e siamo costretti a ricordare con nostalgia i tempi d’oro del Club Med, quando a Palinuro avevamo un turismo internazionale e selezionato. Ma erano altri tempi, anche perché la domanda turistica era diversa, certamente meno sofisticata: oggi si richiedono soprattutto servizi e solo in cambio della qualità di questi ultimi si è disposti a pagare e soprattutto a ritornare. Non dimentichiamo che Palinuro non ha l’esclusiva mondiale della bellezza della natura e quindi non possiamo fare affidamento solo sul mare, sul sole e sul cielo azzurro. E allora facciamo tutti un esame di coscienza, tutti indistintamente. E cerchiamo di lavorare, ognuno secondo le proprie possibilità, con la buona volontà necessaria per risalire la china, cercando di investire per il futuro, rinunciando magari a guadagni immediati ed effimeri, ma costruendo un domani migliore.

Paolino Vitolo