Riceviamo e pubblichiamo integralmente questo articolo-denuncia di un cittadino di Centola
I CITTADINI E NON ALTRI
Il manifesto del gruppo Polo-Libeccio esplicita: "Noi vogliamo in Pietre Rosse un albergo, che garantisca un minimo di sviluppo produttivo e occupazionale". Non altro. Punto. Poi aggiunge: "Non è che per alcune note di chiarimento richieste all’UTC si cerchi fieno per cento cavalli", e da qui la simpatica vignetta. Mi sento di condividere l’allarme lanciato dal Polo-Libeccio, tanto più che a dargli ragione è anche il Village Pietre Rosse o Società Alpiaz, quando, rispondendo al manifesto in questione, asserisce che "l’UTC trova difficoltà a rilasciare l’atto di concessione". E allora? Probabilmente ciò è dovuto a motivazioni che vanno al di là dello stesso progetto e che la Società trascura, cercando unicamente di tirare l’acqua al proprio mulino. Queste reazioni tenute dal Village, o Società che sia, sono comprensibili, ma non giustificabili; quelle che non si giustificano né si comprendono sono le reazioni di coloro che si sono sentiti offesi dalla vignetta. Dicono le fonti che la loro reazione sia stata veemente, al punto che pare stiano per scomodare illustri forensi perché sia loro resa giustizia! Se tutto ciò rispondesse a verità, la loro reazione ci appare alquanto spropositata, fuori luogo e strumentale. Eh sì, è troppo per due cavalli a forma di volti genericamente disegnati! Si può comprendere, se mai, di più la solidarietà loro espressa dagli amici, dopo l’accaduto; il loro mostrarsi vicini, con il fare addirittura i turni, perché non fossero mai soli nel presunto torto subito; magari lasciandosi andare ad un animo sitibondo di vendetta, addirittura più di quanta possano aver nutritogli animi delle stesse presunte "vittime", come puntualmente succede spesso in occasioni come queste, che il popolino (si fa per dire) sa sfruttare più di quanto se ne possa immaginare. Ma se quelli, che si sentono offesi, si credono nel giusto, per una buona volta facciano quello che dicono, dal momento che finora hanno fatto sempre quello che non ci avevano detto mai. Dimostrino che le loro azioni siano state limpide e sempre trasparenti, piuttosto che strillare per due cavalli che cercano fieno. Si facciano sentire su questo ed altro, dal momento che, non appena i cittadini alzano la voce, criticano e dileggiano, minacciano di querele e intimidiscono. Per carità! A forza di tirare le ragioni dal proprio lato, sembra che in questo paese gli autori di cambi d’uso a 360 gradi e di concessioni in sanatoria "fuori tempo massimo" (tanto per restare in tema), elargite di giorno e di notte, in tempi più remoti e recenti, siano stati i cittadini e non altri. Come pure, sembra siano stati i cittadini e non altri a tutelare una massiccia e consistente evasione tributaria; siano stati i cittadini e non altri a fare del bilancio comunale un pozzo di San Patrizio dove per regola c’è la dilatazione della spesa, mentre i servizi restano carenti! Al di là dei risentimenti strumentali, io mi sento di condividere il contenuto del manifesto ed anche le ragioni che si sono volute mettere davanti. Esso ci stimola a riflettere e ad esaminare il passato e il presente, in generale e nel particolare, l’ieri con l’oggi, dal momento che non siamo una terra di santi. Infatti, tutta la storia "Pietre Rosse" sin dall’inizio è stata una delle tante vicende edilizie di un capitalismo di casa nostra, improduttivo e parassitario, il più delle volte "straccione", nel senso che produce per sé profitti, senza rischio e capitali propri, incurante poi di quello che si lascia alle spalle, a cominciare dagli obblighi tributari, cui è tenuto a rispondere e non fa, come tante altre strutture! Questa vicenda, senza che si offenda nessuno, ricorda periodi tormentati del nostro tempo, che hanno macinato vittime, fatte di carne ed ossa, che hanno conosciuto disagi e difficoltà, con raggiri, fin dalla prima pietra messa trent’anni fa e più e fino all’abitazione abbattuta di un nostro compaesano. Mentre altri, e società varie, hanno fatto affari sulla carta prima e dopo gli atti aggiustati; non è per niente impensabile che ciò si possa ancora ripetere qua e altrove; anche alla luce dei silenzi istituzionali e della nostra storica indifferenza per quello che avviene e ci circonda. A queste vittime reali avremmo dovuto dare la nostra solidarietà, anche senza fare i turni come i loro amici. Nell’avviarmi alla conclusione, cari lettori, a me era sembrato chiuso tutto il ciclo dell’intervento speculativo e finanziario, avvenuto sul territorio negli anni addietro, ma i comportamenti della Società Alpiaz, le risposte del Village Pietre Rosse (!) mi inducono a sospettare che una macchina perversa sul piano delle responsabilità fiscale e societaria sia iniziata e suscitano serie perplessità circa l’albergo, che probabilmente non vedremo mai, come l’altro! Se non è così, chiedo scusa mille volte, ma se invece lo è, è bene che vadano via! A questo punto sarebbe meglio, per l’attuale Pietre Rosse e per tutti, realizzare in quell’area un polmone verde.
Luigi Speranza - Rifondazione Comunista