BREVE RIFLESSIONE SUL NOSTRO CILENTO E SULL’IDEA DEL SUO SVILUPPO
Estratto dalla relazione tenuta nel Convegno "Mezzogiorno: tra necessità e prospettive" il 30 aprile 2004 presso la Sala Congressi dell'Happy Village, alla presenza del Ministro delle Attività Produttive, On. Antonio Marzano.

Oggi il Cilento attraversa una fase delicata che può evolversi con prospettive positive verso uno sviluppo pieno e duraturo, ma anche scivolare labilmente su un piano che pericolosamente può condurre ad una situazione di ingessamento delle prospettive di esso. Mi riferisco chiaramente alle potenzialità turistiche, che su questo territorio si riflettono intrinsecamente sulle sue innegabili risorse paesaggistico-ambientali ormai unanimemente riconosciute a livello nazionale ed internazionale, ma anche alle attuali carenze infrastrutturali colmabili con difficoltà e dovute ad un eccessivo peso di vincoli procedurali di varia natura. E’ notorio infatti che il turismo è da considerarsi la maggiore risorsa economica nel territorio cilentano, con una domanda principalmente di tipo balneare incrementata dall’attrazione paesaggistico-ambientale, archeologica, culturale ed artistica. Ma la redditività del settore è legata alla capacità di destagionalizzare tale domanda, estendendola dagli attuali classici tre mesi estivi ad almeno sei-otto mesi. Qualsiasi imprenditore turistico sa che tale destagionalizzazione è possibile soltanto attraendo la domanda straniera che fa turismo oltre i mesi estivi, principalmente il cluster britannico, tedesco e franco-belga, le cui condizioni economiche sono tali da rendere competitiva la nostra offerta.
L’organizzazione, quindi, di un flusso turistico straniero nei mesi primaverili ed autunnali è la vera sfida per uno sviluppo economico vero del settore, passando necessariamente attraverso una infrastrutturazione adeguata del territorio cilentano. A tal proposito è innegabile la fondamentale esigenza del trasporto aereo, vettore ormai principale di qualsiasi organizzazione di flusso turistico. E qui, a mio avviso, il passo è breve per affermare che la principale esigenza infrastrutturale del Cilento è quella di un aeroporto almeno di livello nazionale dove permettere l’arrivo di charter turistici appositamente organizzati, e da qui, massimo con un’ora di pullman, poter arrivare nel luogo scelto per il soggiorno. A tal proposito ben venga il sospirato completamento dell’aeroporto di Pontecagnano, il previsto prolungamento della tangenziale da Salerno ad Agropoli, la prossima ultimazione dei lavori di realizzazione della strada a scorrimento veloce Futani-Mingardina, l’adeguamento della autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma anche lo sviluppo delle vie del mare attraverso l’adeguamento dei porticcioli turistici esistenti lungo la costa. Tale sforzo di adeguamento infrastrutturale però deve essere accompagnato da una qualificazione della ns. offerta turistico-ricettiva, da arricchire con una crescente dotazione di servizi, rendendola così competitiva anche rispetto alle emergenti nuove realtà mediterranee (Grecia, Spagna, Egitto, Marocco). La sfida sta nell’alleggerimento delle procedure amministrative e burocratiche che non danno "tempi certi e brevi" agli imprenditori ed ai cittadini che vogliono investire per avere il ritorno reddituale di esso e per creare ricchezza e condizioni occupazionali per il territorio. Sia l’adeguamento della dotazione infrastrutturale che la qualificazione dell’offerta turistica passano, come dicevo, attraverso una semplificazione delle gravose procedure amministrative, dovute alla presenza sul territorio di un eccessivo numero di vincoli di varia natura (per qualche struttura ed infrastruttura è necessario anche il rilascio di oltre dieci autorizzazioni e/o pareri di Enti che molte volte esprimono tesi in conflitto tra loro) che rendono quasi impossibile l’attuazione di un qualsiasi progetto di sviluppo ed investimento, ingessando praticamente il territorio e inibendo conseguentemente programmazioni finalizzate a prospettive di sviluppo. In riferimento a tale fattispecie, voglio auspicare che nel territorio cilentano si possa applicare in adeguata scala il modello della "legge obiettivo" voluta fortemente dal Governo Berlusconi per la realizzazione delle grandi opere, che prevede l’espressione concertata degli Enti preposti già in sede di fattibilità del progetto ed in tempi certi e fissi, rendendo così spedite le successive fasi di implementazione della progettualità e del reperimento delle necessarie risorse finanziarie.
Voglio concludere questa riflessione con l’auspicio di incontrarci tra qualche anno, per poter parlare del Cilento come modello di sviluppo turistico ecosostenibile ben riuscito e per prepararci alle nuove sfide che verranno. Grazie.

Antonio Romano