BREVE RIFLESSIONE SUL NOSTRO CILENTO E SULL’IDEA DEL SUO
SVILUPPO
Oggi il Cilento attraversa una fase delicata che può
evolversi con prospettive positive verso uno sviluppo pieno e duraturo, ma anche
scivolare labilmente su un piano che pericolosamente può condurre ad una
situazione di ingessamento delle prospettive di esso. Mi riferisco chiaramente
alle potenzialità turistiche, che su questo territorio si riflettono
intrinsecamente sulle sue innegabili risorse paesaggistico-ambientali ormai
unanimemente riconosciute a livello nazionale ed internazionale, ma anche alle
attuali carenze infrastrutturali colmabili con difficoltà e dovute ad un
eccessivo peso di vincoli procedurali di varia natura. E’ notorio infatti che il
turismo è da considerarsi la maggiore risorsa economica nel territorio cilentano,
con una domanda principalmente di tipo balneare incrementata dall’attrazione
paesaggistico-ambientale, archeologica, culturale ed artistica. Ma la
redditività del settore è legata alla capacità di destagionalizzare tale
domanda, estendendola dagli attuali classici tre mesi estivi ad almeno sei-otto
mesi. Qualsiasi imprenditore turistico sa che tale destagionalizzazione è
possibile soltanto attraendo la domanda straniera che fa turismo oltre i mesi
estivi, principalmente il cluster britannico, tedesco e franco-belga, le cui
condizioni economiche sono tali da rendere competitiva la nostra offerta.
L’organizzazione, quindi, di un flusso turistico straniero nei mesi primaverili
ed autunnali è la vera sfida per uno sviluppo economico vero del settore,
passando necessariamente attraverso una infrastrutturazione adeguata del
territorio cilentano. A tal proposito è innegabile la fondamentale esigenza del
trasporto aereo, vettore ormai principale di qualsiasi organizzazione di flusso
turistico. E qui, a mio avviso, il passo è breve per affermare che la principale
esigenza infrastrutturale del Cilento è quella di un aeroporto almeno di livello
nazionale dove permettere l’arrivo di charter turistici appositamente
organizzati, e da qui, massimo con un’ora di pullman, poter arrivare nel luogo
scelto per il soggiorno. A tal proposito ben venga il sospirato completamento
dell’aeroporto di Pontecagnano, il previsto prolungamento della tangenziale da
Salerno ad Agropoli, la prossima ultimazione dei lavori di realizzazione della
strada a scorrimento veloce Futani-Mingardina, l’adeguamento della autostrada
Salerno-Reggio Calabria, ma anche lo sviluppo delle vie del mare attraverso
l’adeguamento dei porticcioli turistici esistenti lungo la costa. Tale sforzo di
adeguamento infrastrutturale però deve essere accompagnato da una qualificazione
della ns. offerta turistico-ricettiva, da arricchire con una crescente dotazione
di servizi, rendendola così competitiva anche rispetto alle emergenti nuove
realtà mediterranee (Grecia, Spagna, Egitto, Marocco). La sfida sta
nell’alleggerimento delle procedure amministrative e burocratiche che non danno
"tempi certi e brevi" agli imprenditori ed ai cittadini che vogliono investire
per avere il ritorno reddituale di esso e per creare ricchezza e condizioni
occupazionali per il territorio. Sia l’adeguamento della dotazione
infrastrutturale che la qualificazione dell’offerta turistica passano, come
dicevo, attraverso una semplificazione delle gravose procedure amministrative,
dovute alla presenza sul territorio di un eccessivo numero di vincoli di varia
natura (per qualche struttura ed infrastruttura è necessario anche il rilascio
di oltre dieci autorizzazioni e/o pareri di Enti che molte volte esprimono tesi
in conflitto tra loro) che rendono quasi impossibile l’attuazione di un
qualsiasi progetto di sviluppo ed investimento, ingessando praticamente il
territorio e inibendo conseguentemente programmazioni finalizzate a prospettive
di sviluppo. In riferimento a tale fattispecie, voglio auspicare che nel
territorio cilentano si possa applicare in adeguata scala il modello della
"legge obiettivo" voluta fortemente dal Governo Berlusconi per la realizzazione
delle grandi opere, che prevede l’espressione concertata degli Enti preposti già
in sede di fattibilità del progetto ed in tempi certi e fissi, rendendo così
spedite le successive fasi di implementazione della progettualità e del
reperimento delle necessarie risorse finanziarie.
Voglio concludere questa riflessione con l’auspicio di incontrarci tra qualche
anno, per poter parlare del Cilento come modello di sviluppo turistico
ecosostenibile ben riuscito e per prepararci alle nuove sfide che verranno.
Grazie.
Antonio Romano