Le bugie del Sindaco
Alcuni giorni fa, mentre stavo rovistando fra le carte dei debiti fuori bilancio, mi sono imbattuto in una copia delle sentenze del Giudice di Pace di Pisciotta avv. Guglielmo Prestipino, riguardante il rimborso delle spese legali di Romano Speranza. In verità, da molto tempo, io non ho molta considerazione per quello che esce dalla bocca del Sindaco, però fa sempre impressione trovarsi davanti alla prova documentata delle sue bugie. Nel corso del dibattito al Consiglio Comunale del 19/6/2003, di cui ho parlato su Hermes di Agosto, il Sindaco Giovanni Stanziola D’Angelo, quando accennai al presunto conflitto di interessi, fra i motivi per cui si era opposto al pagamento delle spese legali, negò con decisione, dicendo che erano chiacchiere da bar. Così recita testualmente la sentenza: "si costituiva il Comune di Centola e contestava la domanda perché infondata in fatto e in diritto, eccepiva altresì l’impossibilità a procedere ad eventuali pagamenti nei casi di conflitto di interesse e chiedeva in ogni caso il rigetto della domanda". Quando sussiste il conflitto di interessi fra l’eletto e l’ente locale? Lo dice una nota del ministero dell’Interno: "si verifica quando l’interessato avendo agito per dolo o colpa grave, si è posto in una posizione di contrasto rispetto al perseguimento degli interessi propri dell’amministrazione comunale". Ma allora perché il Sindaco in consiglio comunale ha negato ciò? Si capisce leggendo, più avanti, cosa dice la sentenza riguardo al conflitto di interessi tra le parti: "sempre dalla lettura degli atti, non risulta che vi siano stati interventi o costituzioni di parte civile nel procedimento penale dai quali si evinca la sussistenza di tale conflitto. Il Comune di Centola, allo stato, non risulta abbia impugnato o, in sede di autotutela, annullato l’atto sindacale oggetto del procedimento penale poi archiviato, ritenendolo evidentemente legittimo; anzi sussistendo la sua validità, sicuramente l’ente ne ha tratto vantaggio economico con l’introito degli oneri connessi". Quindi il Sindaco, se voleva eccepire per una presunta incompatibilità, avrebbe dovuto costituirsi come parte civile contro Romano Speranza. Cosa che avevamo detto anche nel nostro manifesto. In una discussione ad un successivo consiglio comunale avevo detto che la sentenza del giudice di Pace dipendeva anche dal fatto che il comune di Centola non si era opposto ad una precedente richiesta fatta, per una causa simile, sempre al Giudice di Pace di Pisciotta, nel 2001, creando un precedente giuridico. Il Sindaco mi aveva risposto che non era vero perché le cause erano diverse. Così recita la sentenza: "Alla luce di quanto sopra, rilevato che il presente giudizio pende tra le stesse parti, ed il medesimo oggetto, questo Giudice non può che recepire le statuizioni riportate nella precedente definitiva decisione, essendogli precluso ogni ulteriore esame sulle decise questioni. Nell’indicata sentenza n. 80/01, il Giudicante ha accolto la domanda con il riconoscimento dello Speranza ad ottenere dal Comune di Centola il rimborso delle spese legali sostenute". Un’altra clamorosa smentita! Per concludere il Sindaco ha detto che, secondo lui, non si sarebbero dovute pagare le spese legali in caso di archiviazione, perché ciò non è previsto dalla legge. Ma nelle note al Testo Unico sugli Enti Locali c’è un capitolo che tratta proprio di questo caso: il Dipartimento della Funzione Pubblica – Pres. Cons. Ministri - Risoluzione 25 luglio 2001, n.3235/11, richiamandosi ad una sentenza della Cassazione civ. sez.1, 3 gennaio 2001, n. 54, dice: affinché sorga il diritto del dipendente o dell’amministratore dell’Ente pubblico all’assistenza processuale devono ricorrere due condizioni: 1) l’assoluzione o l’archiviazione da parte del GIP del dipendente o dell’amministratore dell’ente pubblico, che si trovi implicato, in conseguenza di atti o fatti connessi all’espletamento del servizio o all’adempimento di compiti d’ufficio, in un procedimento penale; 2) la mancanza di conflitto d’interesse con l’ente. Se le cose stavano così, penso che il nostro sindaco e il suo avvocato sapevano che le possibilità di vincere le cause erano minime, ma allora come mi il Sindaco si è opposto al pagamento delle spese legali di Romano Speranza facendo triplicare l’esborso per il nostro Comune?
Gustavo Mion