Meditazioni autunnali

Un’altra estate è passata, i turisti sono arrivati in massa, e soprattutto tutti insieme, come ogni anno, e abbiamo avuto il solito traffico convulso, le disfunzioni, i disservizi, le difficoltà di parcheggio e tutti i problemi che già conosciamo e che puntualmente si sono riproposti anche quest’anno. Verrebbe voglia di dire “meno male che dura poco”, ma poi pensiamo che questo “durar poco” è proprio la condanna di questa terra privilegiata dalla natura, ma che purtroppo non ha saputo approfittare delle sue doti innate per diventare un paradiso turistico di valore assoluto. E così, come ogni anno, stendiamo un magro bilancio e ci lecchiamo le ferite, come quelle procurate dall’ironia di un giornalista de Il Mattino di Napoli, che, giunto a Palinuro in pieno agosto per trascorrervi qualche giorno di vacanza, ha raccontato sul suo giornale ed anche su internet dei disagi subiti, dei disservizi, della cattiva qualità ed anche delle scostumatezze di qualche gestore di bar, che ogni anno, come tanti, cala dal nord per il tempo sufficiente per sfruttare la situazione e non certo per fare più bella l’immagine del nostro paese. In questo numero di Hermes pubblichiamo un’intervista del sindaco di Centola Giovanni Stanziola D’Angelo; quello che ci racconta ci fa ben sperare per il futuro, ma, purtroppo, secondo noi, tutto questo non basta. Noi tutti, abitanti di questo paradiso, se siamo convinti (come in effetti siamo) che la nostra ricchezza ed il nostro sviluppo si basano sul turismo, non possiamo limitarci ad aspettare gli interventi, anche se necessari, che piovono dall’alto. Abbiamo il dovere di investire, di superare i particolarismi, le beghe, le piccole invidie e i litigi da cortile, che purtroppo molto spesso frenano il nostro sviluppo. Abbiamo il dovere di avere coraggio e di guardare avanti, molto più avanti dei piccoli tornaconti immediati e delle effimere abbuffate di agosto, proprio per non diventare preda dei piccoli opportunisti, come quelli succitati, che vengono da fuori a fare terra bruciata. Per capire che cosa intendo per “avere coraggio e guardare avanti”, si legga più avanti in questo stesso numero la storia di un famoso e affermato ristorante cilentano, quel Romeo nato oltre vent’anni fa con grande ottimismo nella sperduta frazione di Bosco. Ma torniamo a noi. Se i nostri problemi fossero legati solo al turismo, saremmo semplicemente degli stupidi, che non sanno sfruttare una grande opportunità, una vera miniera d’oro a portata di mano; ma purtroppo non è così. Anche nella vita di tutti i giorni, quella a cui mestamente torniamo a settembre dopo l’effimera “abbuffata” estiva, non c’è molto da stare allegri. Anche i servizi essenziali che rendono vivibile qualsiasi posto, che voglia fregiarsi dell’aggettivo di civile, funzionano poco e male. I trasporti pubblici, ad esempio, dopo la sceneggiata estiva della quasi introvabile navetta per il porto, sono definitivamente scomparsi. Chiunque arrivi alla lontana stazione di Pisciotta, che le Ferrovie dello Stato hanno voluto – bontà loro – fregiare del ben più pomposo appellativo di “Pisciotta – Palinuro”, chiunque – dicevo – che non si sia opportunamente dotato di una vecchia auto da abbandonare al parcheggio della stazione per ritrovarla al suo ritorno per poi proseguire fino a Centola o a Palinuro, è costretto ad affidarsi alle rare corse invernali di un’autolinea di Marina di Camerota. Ciò significa che il più delle volte deve ricorrere all’autostop (a meno che non preferisca farsi almeno otto chilometri a piedi). E che dire dei servizi comunali? L’Ufficio Tecnico, per esempio, è diventato una vera e propria iattura per il cittadino tanto sfortunato da averne bisogno. A parte i tempi biblici di risposta e di disbrigo delle pratiche, anche l’ordine con cui queste sono evase lascia quanto meno perplessi. La teoria delle code vorrebbe che, come qualsiasi servizio pubblico e non, l’Ufficio Tecnico servisse il cittadino secondo il cosiddetto criterio first in first out (FIFO), vale a dire: chi arriva prima viene sbrigato prima. Al comune di Centola, a detta di molti utenti sfortunati (o poco raccomandati), la teoria delle code ha un’applicazione piuttosto oscura. O, come direbbe qualcuno, fin troppo chiara. Ciò fa sì che il malcontento degli utenti non blasonati (che sono la maggioranza) cresca a dismisura. Il Sindaco, che pure ha enunciato tanti bei progetti nella già citata intervista, le sa queste cose? E come pensa di rimediare? Questa è la domanda che vogliamo porgli, a nome di tutti i cittadini scontenti, che, partiti i turisti, in queste splendide terre devono viverci tutto l’anno.