UN PROBLEMA SEMPRE ATTUALE

GESTIONE DEL LITORALE CILENTANO

di Maria Gabriella Natale - Direttore del Museo Vivo del Mare di Pioppi - Centro di Informazione sugli ecosistemi costieri e marini del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano

Negli ultimi due anni la protezione degli ecosistemi marini e costieri nel Cilento ha conosciuto uno straordinario impulso anche grazie alla decisione dei comuni di Castellabate e Camerota di dare avvio alla creazione delle Aree Marine protette di Santa Maria di Castellabate (Punta Licosa) e di Costa Infreschi. Questo anche grazie alla volontà degli organi direttivi del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che si sono proposti per finanziare gli studi propedeutici, e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio che ha messo a disposizione alcuni esperti per seguire gli iter istitutivi. Il problema aperto rimane però quello della qualità e modalità della raccolta dei dati necessari alla conoscenza di un territorio che, per complessità antropica e valori naturalistici è senza dubbio uno dei più interessanti del mar Tirreno e forse del Mediterraneo. Le passate contestazioni relative alle assegnazioni di premi di qualità a diverse fasce del litorale sono il paradigma del problema così come enunciato. Non credo si tratti né di dati discordanti o affermazioni sensazionalistiche, né di malafede, ma semplicemente di un approccio sbagliato al problema. In realtà si dovrebbe affrontare l’intera tematica dal punto di vista della gestione integrata della fascia marina e costiera, vale a dire monitoraggi continui ed uniformati dell’intero tratto di mare che va da Agropoli fino al Golfo di Policastro, controllo degli scarichi a mare in periodo estivo, gestione dei transiti e delle presenze turistiche e diportistiche, piano integrato delle spiagge.

Le iniziative di singoli Comuni per raccolte di dati, al di fuori di uno schema integrato rischiano di essere perdite di tempo e denaro. La realizzazione di un Geographic Information System (GIS) risponde in maniera completa all'esigenza di coniugare aspetti disomogenei tra loro, sia per natura che per rappresentazione cartografica. L'utilità di un GIS infatti non è solo finalizzata alla raccolta della maggiore conoscenza possibile delle aree, ma soprattutto di consentire un aggiornamento in tempo reale delle banche dati, rendendole per quanto possibile, interfacciabili tra loro, finalizzando tale conoscenza alla gestione integrata dei differenti aspetti in esame. Infatti nell'architettura di un GIS è possibile sovrapporre layers (strati - NdR) con rappresentazioni diverse tra loro, purché la banca dati venga costruita con un criterio base in comune. In altre parole l'elaborazione dei metadati e la raccolta dati devono essere riferite ad uno standard data entry form (formato di immissione – NdR), che almeno per il possibile abbia criteri comuni. Questo evidentemente riguarda ad esempio le problematiche di rappresentazione legate alla geo-referenziazione dei diversi tematismi rappresentati, rappresentazione che deve essere basata su cartografie di riferimento a terra e a mare, standardizzate e digitalizzate.

Nello specifico, i problemi più comuni per i quali è necessario compiere una ricognizione di dati e informazioni sono quelli relativi a:

- accesso al pubblico (approdi, trasporto, parcheggio, vista della linea di costa, litorale, acque prossime alla zona costiera);

- qualità delle acque costiere (controllo dell'inquinamento delle acque costiere, acque ad uso ricreativo che devono rientrare negli standard di qualità, aree pubbliche per la pesca con specie target che devono rispettare gli standard di sicurezza del consumatore);

- risorse o ecosistemi presenti nella zona costiera di elevato interesse (mantenimento della sostenibilità delle condizioni di pesca, conservazione e/o ricostruzione degli habitat necessari per la sostenibilità della pesca, protezione, conservazione e/o ripristino delle popolazioni di specie rare, conservazione e/o ripristino delle aree umide, degli estuari e/o delle lagune, delle spiagge, delle dune e delle altre porzioni costiere destinate alla pubblica ricreazione, conservazione di specie, di habitat e di comunità vegetali costiere con valore biologico, scientifico o ricreazionale, protezione e/o sviluppo delle risorse culturali quali tradizioni, risorse archeologiche, siti di importanza storica e strutture);

- pericoli presenti nella zona costiera di interesse (distruzione delle proprietà, perdita di habitat, spiagge o dune a causa dell'erosione, distruzione e gravi sciagure dovute a forti venti e tempeste marine, inondazioni di fiumi costieri);

- sviluppo costiero dell'area (sviluppo della maricoltura, sviluppo di porti e loro mantenimento, smaltimento o recupero di materiali di dragaggio, sviluppo e gestione di attività portuali, sviluppo di strutture industriali che sono dipendenti o associate alle zone costiere);

- quadro normativo e amministrativo (strumenti urbanistici esistenti, integrazione tra interessi privati e pubblici di settore, coinvolgimento dell'opinione pubblica e partecipazione alle decisioni degli stakeholders (imprenditori – NdR)).

Chiaramente quanto sopra evidenziato rappresenta una semplificazione di un sistema che per sua natura è virtualmente implementabile all'infinito, sia con l'interposizione di nuovi layers dedicati a tematiche specifiche (ad esempio i trasporti e i flussi di traffico a terra e a mare), sia con l'inserimento di banche dati di settore riferibili in modo diverso, sia a tematismi nel loro complesso, sia a singoli oggetti rappresentati. In tal modo il GIS diviene contemporaneamente un agevole sistema di raccolta e aggiornamento dei dati, e uno strumento interrogabile, nelle interrelazioni tra i diversi oggetti e/o dati in esso contenuti. Lo studio, in linea con una strategia di 'sviluppo sostenibile', intende fornire in tempi brevi risultati utili all'integrazione, in fase di redazione dei piani territoriali generali (P.T.G. regionali) e dei Piani Paesaggistici, dei diversi fattori ambientali da cui non si può prescindere per una gestione integrata dell'ambiente costiero (protezione della natura e del paesaggio, costruzione di infrastrutture, difesa della costa, ecc.). La compilazione di una mappa che evidenzi poi aree costiere critiche, fornirà agli amministratori, uno strumento valido per le attività di pianificazione e programmazione. La mappatura informatizzata contribuirà positivamente allo sviluppo a breve, medio e lungo termine perché consentirà, sia in fase di programmazione sia in fase di progettazione, di preservare l'ambiente costiero dagli eventuali impatti negativi e di ridurre al minimo l'incidenza degli interventi scaturiti da una gestione del territorio che non tenga conto dei fattori di criticità presenti. La mappatura delle criticità in ambiente costiero sarà, inoltre, un valido riferimento nel caso di adozione/scelte politiche di sviluppo sostenibile.