12 febbraio 2025

La nuova politica americana

di Pietro Lignola

Cari amici lettori,

la previsione che il ritorno di Trump alla Casa Bianca avrebbe trasformato il panorama internazionale sembra essersi attuata. Fa una certa impressione vedere ogni giorno il nuovo Presidente intento a firmare “ordini esecutivi” per nulla insignificanti.

Il tycoon aveva promesso che avrebbe combattuto l’immigrazione clandestina ed ha iniziato la remigrazione dei clandestini. Ha convinto, con minaccia di dazi, la Colombia a riprendersi i suoi cittadini, sia pure con il contentino che saranno trasferiti da aerei colombiani e non USA. Ha chiuso le frontiere con Messico e Canada e ha cominciato a trasferire clandestini a Guantanamo: da notare che in USA non ci sono magistrate come quelle italiane, capaci di bloccare i trasferimenti in Albania.

La seconda promessa importante era quella di mettere fine alle guerre in corso in Palestina e in Ucraina. Si sta già dando da fare. I rapporti fra lui e Putin, al momento ancora telefonici, diventeranno presto “de visu”; Zelensky sembra ormai convinto che non può vincere la guerra e che in futuro non sarà lui a governare l’Ucraina.

La novità è che Trump vuole comprare il territorio di Gaza, mandare i suoi cittadini da qualche altra parte e creare una riviera turistica di lusso. Un piano finora ignorato e di dubbia realizzazione, ma accolto con giubilo dagli israeliani, che finalmente non avrebbero più Hamas fra i piedi. Ovviamente non è facile trovare un paese che, pur compensato generosamente, accetti di ospitare una città con un milione e mezzo di musulmani; né è facile convincere quei musulmani, che abbiamo visto molto legati a Hamas, a trasferirsi nella nuova sede. Ma la Storia insegna che anche le cose più incredibili possono accadere.

Il terzo argomento che interessa anche noi è quello dei rapporti con le organizzazioni internazionali, sempre più inutili e fastidiose.

Gli USA escono dalla FAO, che perde i suoi dollari e dipenderà di più da quelli di Soros. Una decisione molto ragionevole, considerate le cattive azioni commesse sia in Palestina, con la partecipazione alle stragi di Hamas, sia nel resto del mondo, con le vicende del covid e del vaccino. Anche in Italia esiste ormai una proposta di uscire dalla FAO.

Gli Stati Uniti, come Russia, Cina e Israele, non riconoscono la Corte Penale Internazionale, che invece raccoglie ottantotto stati. Tuttavia Trump, ritenendo un oltraggio al suo paese, oltre che a Israele, l’ordine d’arresto contro Netanyahu e Gant, parificati al defunto leader di Hamas, ha chiuso le frontiere e magistrati, funzionari e impiegati della Corte, nonché ai loro beni.

In verità questa Corte, il cui P.G. ha un nome piuttosto arabo, non sembra una cosa seria. Spiccare un mandato di arresto contro Putin, che non potrà mai essere arrestato, non è molto ragionevole; tale non è nemmeno lo svarione denunziato da Trump. In ogni modo ottantasette paesi hanno protestato contro l’attacco alla Corte; manca l’Italia, giustamente infastidita per il suo comportamento nel caso Almasri, visto come un tentativo di creare problemi all’Italia, e non alla Germania. Belgio e Olanda, nei confronti della Libia. Io credo che l’Italia, messa sotto indagine dalla Corte, dovrebbe revocare il riconoscimento a questo Ente palesemente ostile.

Molte altre cose sta facendo Trump, che interessano meno noi, onde non è il caso di soffermarci su di esse.

In ogni modo, poiché non mancheranno le novità, torneremo a interessarci dell’argomento, sperando che l’Italia, come gli USA, prenda ad allontanarsi dagli enti sopranazionali. In verità l’ONU è più inutile della Società delle Nazioni, che durò molto di meno fra le due guerre. L’Europa, poi, deve essere cambiata e non accrescere i suoi poteri. Come è oggi, fa solo guai.