Continua ‒ e chissà quanto ancora durerà ‒ il dibattito politico-televisivo tra la panoplia dei virologi e degli scienziati governativi, che propugnano la necessità a oltranza della vaccinazione, e gli scettici contrari, cui si aggiunge il dissenso di gruppi ostili alla tessera verde.
Inutile dire che, almeno in linea teorica, ci sarebbero motivazioni legittime per ciascuna di queste posizioni, ma è altrettanto evidente che, sul piano concreto delle misure anti-Covid19, sarebbe utile precisare le opzioni di ciascuno. E invece si assiste a una campagna insistente ‒ ma è dir poco; sarebbe forse più corretto dire ossessiva! ‒ di isolamento senza mezzi termini e di criminalizzazione di coloro che rifiutino l'allineamento all'ortodossia del sistema medico-scientifico nazionale e internazionale.
Si sono prodotte infatti trasmissioni fiume da ormai due anni a questa parte, in cui altro non si faceva che ospitare scienziati a pagamento i quali prendevano possesso dello schermo catodico come divi del cinema, ripetendo alla noia e all' esasperazione le raccomandazioni di sempre: uso della mascherina, igiene puntuale delle mani e distanziamento interpersonale, perché solo su questi dettagli si era concordi; salvo poi a modificare, anche forse opportunisticamente in qualche caso, le loro convinzioni man mano che evolvesse il tropismo epidemiologico del virus. E in questo modo avvilendo l'animo già da troppo tempo angosciato di tanta umanità.
Evidentemente, però, rispetto al fenomeno pandemico non sono mancate posizioni differenziate, alle quali non è stato concesso uguale spazio informativo, a meno che, fortunatamente, non se ne acquisisse notizia quando se ne leggessero trafiletti periferici della carta stampata o della strumentazione mediatica.
Né, d'altra parte, si è data ai medici contrari alla vaccinazione una pari opportunità di interlocuzione; e infatti, quando pure ciò accadesse, il confronto si è rivelato numericamente impari e comunque tale da consigliare agli ospiti non graditi la prudenza cautelativa o il silenzio di qualsiasi voce dissenzient : così alcuni degli scienziati non allineati appaiono assai raramente nelle emittenti di Stato ma possono esporre il loro punto di vista in quelle minori e locali, con minore efficienza divulgativa.
Colpisce, tuttavia, una schiera non minima di lettori il netto contrasto che vige negli
ambienti dell'arte di Esculapio, ovvero la stridente contraddizione esistente tra la pretesa scientificità dell'indagine medica e la altrimenti accorata soggettività della risposta terapeutica, maggiormente quando si debba dare una motivazione alla percentuale minima
‒ ma su questo si potrebbe discutere a lungo ‒ dei casi di decesso conseguenti alla
somministrazione vaccinale.
La cifra di questa adesione alle misure di governo, che non è soltanto scientifica ma anche politica e non aliena da interessi di sistema, sta nella fiducia riscossa dalle intelligenze ordinarie e convenzionali che, sulla base delle diffuse induzioni scientiste o scientifiche, su quella di ragionamenti elementari, su quella della conseguente coerenza argomentativa e infine su quella di un certo terrorismo di informazione, si rimettono alle prescrizioni degli scienziati televisivi.
Si tratta tuttavia e in ogni caso di rispettabilissime scelte scaturenti dalla fiducia popolare nelle risorse e nelle capacità della scienza medica: conquiste, del resto, della vulgata comune ma che non autorizzano né l'ingiuria né l'invettiva personale né la demonizzazione del contrario.
L'opposizione anti-vaccinale, invece, oggi espressa mediante la brachiologica espressione dei no-vax, solleva dubbi sull'efficacia e sulla genuinità chimico-fisica della sintetizzato laboratoriale, tanto, troppo frettolosamente posta sul mercato internazionale sanitario e rappresenta, forse, il dissenso metodologico, scientifico e ideologico minoritario di quanti contestino la violazione del primo imperativo etico della scienza: primum non nocere ma anche lo spirito e la materia del Giuramento di Ippocrate e della sua rielaborazione moderna. Per non parlare poi della contraddittorietà dei dati forniti all'informazione televisiva e dell' altalenante interpretazione di questi stessi nell'arco della settimana e forse di uno stesso giorno.
Si tratta di una percentuale ancora tenace di sostenitori ma probabilmente destinata ad assottigliarsi sotto la pressione dei media, dell' informazione in senso lato e dell'induzione sanitaria che è ancora assai puntuale nella campagna di persuasione. Inoltre essi sollevano un'obiezione costituzionale largamente condivisibile e argomentata sulla lettura del Titolo II della Costituzione Italiana che, all'articolo 32, recita testualmente: " La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Questo è esattamente e limpidamente il dettato della Carta Costituzionale che è l'unica, vera e assoluta garanzia delle libertà politiche dell'individuo e del gruppo umano che consente l'espressione della volontà sovrana aliena da quelle turbative e da quelle pressioni che intendano sconvolgerla!
Altra cosa è infatti l'invito sollecito, ma pur sempre invito, al senso di responsabilità dell'individuo (che dovrebbe assicurare a sé e al prossimo la sanità individuale e l'incolumità e/o l'immunità dell'interazione umana) ma si tratta palesemente di scelte non disciplinate né disciplinabili da alcuna normativa che viga in Paese di civiltà autenticamente democratica.
Allora, ex duabus una : o si approva una legge parlamentare ad hoc su proposta della maggioranza di governo o non ha alcuna legittimità l' imposizione di una misura terapeutica, per quanto, magari, finalizzata al benessere (?) del postulante. Né dunque, appaiono umanamente accettabili toni perentori di certi scienziati favorevoli a misure sempre più restrittive della libertà individuale e collettiva come quella dell'obbligatorietà della tessera verde quale sostituzione temporanea del certificato di sanità, proprio per i risvolti contraddittori e assurdi della sua applicabilità potenziale e della sua applicazione effettiva : basti pensare alle contraddizioni e alle difficoltà del viaggio in autobus e in metropolitana, dove essa non è richiesta e, per contro, alla frequentazioni di locali al chiuso, dove, a buon diritto, è richiesta; e inoltre ciò comporterebbe il riconoscimento a un privato (per esempio il titolare di un locale notturno) del diritto di controllo salutare su di un altro privato avventore e cliente!
Ma in che mondo dobbiamo vivere ? In quello degli pistoleros e dei cow boys americani?
Ma nemmeno, forse! E che dire di quella trovata ragionieristica di qualche mente sinceramente illuminata che, però, porta il conto delle spese per lo Stato a causa della negligenza degli "irresponsabili" non vaccinati, come se i soggetti dediti all' alcool o alle sostanze stupefacenti fossero meno colpevoli e più meritevoli e come se quegli sciagurati campassero per contrarre l'infezione?!
Evidentemente, allora, il panorama umano, culturale, scientifico ed emotivo dei giorni nostri è molto più complesso e articolato e ripropone la solita caotica alternanza di umori e punti di vista difficilmente conciliabili.
Tra i favorevoli alla vaccinazione e ai provvedimenti restrittivi, per esempio, qualcuno ricorda con orgoglio che nel 1939 il Governo italiano rese obbligatorie le vaccinazioni antidifterica e la antivaiolosa. Verissimo. Ma quella era un'altra Italia, nella quale il Capo dell'Esecutivo assumeva sulla sua persona umana e istituzionale la responsabilità garante della scelta coattiva e della assoluta innocuità dell' inoculazione farmaceutica! Una cosa oggi impossibile e impensabile, di fronte anche a un migliorato livello di informazione generale e a una più diffusa cultura di massa.
Anche questo elemento intorpida la situazione attuale, determinando riserve su ambedue o tutti e tre gli schieramenti attivi in materia pandemica.
Per esempio : come mai i gruppi no-vax e no-green-pass, ammirevolmente e impensabilmente numerosi e solleciti nel periodo delle ferie agostane, non lo sono stati a pochi giorni dall' inizio dell'anno scolastico ormai imminente, visto che le presenze di opposizione sono state tanto minime da risultare ridicole e compassionevoli ? Ci sarà stato un momento di riflessione? Si sarà ritenuto opportuno rinviare a occasioni successive le dimostrazioni contro le misure governative ? Forse il loro stesso clamore serviva agli interessi diversivi della parte opposte?
Sono domande queste che, ingenuamente o, anche, in male fede, ci si pone da parte di molti. Ma indipendentemente dalle risposte possibili, rimangono i dati certi: con somma soddisfazione dei media allineati e dei loro reali o presunti danti causa, si punta il dito sui decessi dei non vaccinati nei talk shows televisivi e si celano i dati relativi agli esiti infausti della vaccinazione che invece vengono relegati a margine dell' editoria ufficiale, ma che saranno catalogati forse a breve come oggetto del contendere in nome di un'informazione più equilibrate e meno monolitica.
Domande di questo genere e non soddisfatte da risposte esaustive sembrano inutili alla soluzione dei contrasti ma si impongono alla mente di chi rifletta, nella speranza che esse sollecitino progetti concordi e che, a pandemia debellata, riconcilino gli entusiasmi degli spiriti allineati, le perplessità dei contrari alla tessera verde e le riserve prudenziali degli antagonisti.
E che questa lezione sciagurata riporti la pace in tutti i nostri animi lacerati!