Quando la vidi china sugli scogli, a raccogliere erbe marine al tramonto, percepii di aver visto qualcosa, qualcuno che sarebbe rimasto scolpito nel profondo della mia esperienza di vita, in quel momento ancora brevissima.
Palinuro, imbrunire autunnale di millenni fa. Sulla scogliera appena a ovest della Ficocella una vecchia (uso il linguaggio delle fiabe, dovrei altrimenti dire un’anziana donna) in abiti paesani, mai vista prima, china sugli scogli, si spostava con movenze regolari, lambita da onde minute. Sementella, un suono, un nome affiorato alla mia memoria con stupore. Tra i miei ricordi ritrovati, dal mio trapassato remoto cilentano riemerge, è il caso di dirlo, un nome che è un’immagine, una persona. Una persona reale. Reale? Talmente fiabesca l’immagine e la figura che porta con sè da renderla quanto di più vicino alle fiabe della mia infanzia e di quelle universali. Immagini di maghe, di streghe “buone”.
Le erbe raccolte, umide, viscide, sostituivano medicine di là da venire o sconosciute a Palinuro a quei tempi. Dopo aver visto chi le raccoglieva, come e dove, divenne quasi un piacere (quasi...) bere i decotti vermifughi o quanto altro ci veniva dato dai nostri genitori. Comunque un dessert a confronto dell’olio di ricino.
Le vecchie raccoglitrici o le streghe buone di tutti i libri di fiabe sfogliati ammirati poi letti, mostravano figure aggirarsi nei boschi, tra villaggi di campagna o di montagna. Mi consideravo un privilegiato a conoscere una raccoglitrice marina e non riuscivo a classificarla tra le fate e le streghe dei libri.
Molti molti anni più tardi
Molti molti anni più tardi durante una vacanza a Palinuro partecipai ad una gita in barca alle grotte marine oltre il Promontorio. Ai turisti il pescatore / barcaiolo illustrava le bellezze del paesaggio e aneddoti di storia locale. Parlavamo tutti in italiano, con accenti o cadenze diverse, nella fraternità anonima di un gruppo di sconosciuti che condivide uno spazio ristretto ed ore comuni. Ma quando la nostra guida nominò le erbe marine raccolte un tempo a fini curativi, io nominai immediatamente la Sementella dei miei ricordi. E il pescatore, stupìto e turbato dal ricordo privato di un “forestiero”, esclamò guardandomi: “Sementella era mia nonna”.
Non la avevo, dunque, sognata.