In Italia il 97% delle scuole è connessa alla rete internet, ma solo il 12,5% ha una connessione con velocità superiore ai 30 megabyte al secondo. La lentezza delle connessioni diventa particolarmente grave, dal momento che la strategia italiana
per la banda ultra-larga, in linea con quanto indicato nell’Agenda Digitale Europea, definisce come prioritaria la copertura
ad almeno 100 Mbps delle sedi della Pubblica Amministrazione, incluse le scuole, entro il 2020 e 1 Gbps entro il 2025.
Alla luce della crescente diffusione nazionale e internazionale del coronavirus e dei relativi rischi per la popolazione, il Governo ha adottato soluzioni drastiche per arginare il diffondersi dell’epidemia, tra le quali il ricorso allo smart working nella P.A. ed e-learning per le scuole.
Questa corsa ai ripari ha creato caos: bisogna considerare che non tutti, ancora oggi, hanno a casa una linea telefonica con collegamento ad Internet, per cui non hanno la possibilità di una connessione illimitata. Molti hanno a disposizione solo i Giga previsti dai relativi pacchetti di abbonamento. E una volta terminati i Giga chi sosterrà le famiglie e i loro figli?
Da Nord e Sud, si rincorrono problemi e lamentele sul funzionamento della scuola online. In alcune zone, le piattaforme dedicate funzionano a singhiozzo, in altre non funzionano proprio, e c’è poi il problema delle connessioni, molto lente in alcune zone geografiche del nostro Paese, cosa che rende a volte impossibile ai ragazzi connettersi per seguire le lezioni online.
Se prendiamo le famiglie con almeno un minore, 3 su 4 non hanno un computer fisso, solo 1 su 2 possiede un portatile e 1 su 3 ha un tablet. Su un campione di oltre 30.000 studenti di scuole secondarie e oltre 2000 genitori, 9 studenti su 10 stanno sfruttando lo "smart learning".
Fin qui sembra tutto nella norma, ma il problema risiede nei modi in cui le attività didattiche vengono svolte.
Infatti, al Nord il 58% degli studenti sta utilizzando strumenti di e-learning "avanzati" (es. G Suite),
mentre nel Mezzogiorno il 47% degli studenti sta semplicemente sfruttando il registro elettronico.
Tutto questo genera preoccupazioni da parte dei genitori per i propri figli, che possono incontrare problemi a seguire le lezioni online, mettendo in dubbio l’efficacia di lezioni telematiche e relativi compiti. D'altra parte, i docenti, in diverse parti di Italia, esattamente come fatto dai genitori, hanno lamentato diversi problemi.
Le connessioni Internet lente che non consentono di effettuare lo svolgimento del lavoro dovuto nei tempi previsti e come da programma. L’evidenza che non tutti possiedono tablet o pc, e questo vale tanto per i docenti, anche se si tratta di casi rarissimi, quanto soprattutto per alcuni alunni. Alcuni docenti hanno spiegato come sono diversi gli alunni che non hanno quotidianamente la possibilità di connettersi per seguire le lezioni online, perché magari in famiglia vi sono due figli frequentanti
le scuola ma un solo computer.
La scuola ai tempi del coronavirus cambia faccia e diventa telematica.
È la scuola che in tanti chiedevano da tempo e che ora, per una questione di emergenza inaspettata, è diventata realtà.
Ma la didattica a distanza non funziona come dovrebbe,
la scuola online nata in fretta a causa del coronavirus sta preoccupando tutti ed è lo specchio di una politica
sbagliata, che "investe" capitali facendo scelte discutibili che prima o poi si pagano.
Clic sull'immagine sottostante per accedere al sito del Ministero dell'Istruzione