Buon Natale

di Paolino Vitolo

Cari lettori di Hermes, anzi cari amici, perché certo amici siete voi che aspettate le rade uscite di questo modesto periodico, frutto però di non modesta fatica di tanti che amano la nostra terra; cari amici – dicevo – vi scrivo per augurarvi buon Natale. Scusatemi, sarò breve perché non ho molto tempo: la vita a Palinuro, anche adesso che è inverno, è molto intensa, addirittura frenetica.
Stamattina, approfittando della bella giornata, sono andato a giocare a tennis allo Sporting delle Saline. È sempre bello andarci, perché, a parte il piacere di giocare, si incontra sempre bella gente, belle donne e vecchi amici. Però, proprio perché il cielo è sereno, ci sono andato a piedi, passeggiando sul lungomare che dalla Ficocella conduce oltre il Club Mediterranée. Questa è una passeggiata stupenda, non solo perché si è a due passi dal mare, ma anche perché nei numerosi bar e locali che si incontrano lungo il percorso è facile incontrare amici e conoscenti. Inoltre la via è interdetta alle auto e questo la rende ancora più piacevole. Passando vicino alle piscine dell’ex Club Med, provo un po’ di rimpianto per quella bellissima struttura che rese Palinuro famosa in tutto il mondo negli anni ’60 del secolo scorso e che ora non esiste più. Però lo stato attuale delle cose non la fa certo rimpiangere, visto che adesso, tanto per citare un esempio, le piscine sono state completamente rinnovate e sono ancora più belle: una delle due è addirittura coperta e riscaldata ed è in uso anche oggi che è dicembre, insieme con l’adiacente Centro Benessere. C’è anche parecchia gente, ma mi sembrano soprattutto turisti stranieri di una certa età, poiché certo chi ancora lavora non può permettersi una vacanza in questo periodo.
Allo Sporting ho incontrato un amico di Napoli che non vedevo da un po’ di tempo. Voleva trattenermi a colazione proprio allo Sporting, ma sono stato costretto a rifiutare, perché nel primo pomeriggio devo seguire la lezione di vela alla Lega Navale; devono uscire ben cinque Optimist, e con il vento fresco di oggi i ragazzi vanno seguiti da vicino. Con l’amico dello Sporting restiamo d’accordo di vederci a cena in un famoso ristorante del porto (che non nomino per correttezza), dove naturalmente mangeremo pesce.
Dopo la lezione di vela devo ancora rimanere per un po’ nella sede della Lega, perché ci sono dei soci che vogliono parlarmi. La Lega Navale Italiana è una delle cose più belle che sia stata realizzata a Palinuro. All’inizio i soci erano pochi, meno di cinquanta, ma una volta aperta la nuova prestigiosa sede, le iscrizioni sono aumentate a dismisura ed ora siamo una delle sezioni più importanti della Campania.
Ora però devo sbrigarmi a scrivere questo articolo di auguri, anche perché domani dovrò alzarmi presto per accompagnare degli amici a visitare gli interessantissimi scavi di Tempa della Guardia, che a ragione sono considerati uno dei siti archeologici più importanti del sud per l’antichità dei ritrovamenti. E se ci sarà tempo li porterò anche a vedere la cosiddetta Tomba di Palinuro, un cenotafio di età romana ubicato nella valle di Marco a Caprioli.
Ma che c’è, amici? Perché mi zittite? Pensate forse che sia impazzito? Tutt’altro: ho solo dato un po’ di sfogo alla mia fantasia (ma neanche troppo). È vero, lo Sporting c’era ma non c’è più; il lungomare non esiste (come non esiste una piazza, una chiesa, un punto di ritrovo). Le piscine del Club sono interrate e tutta l’area è una fioritura di baracche e di costruzioni per lo più abusive. Il ristorante del porto esiste, ma forse è chiuso. La Lega Navale non ha una sede e gli Optimist sono miseramente a terra, lontani dal mare. L’area archeologica di Tempa della Guardia è ridotta ad un ricettacolo di sassi e di erbacce e infine la Tomba di Palinuro è ormai un mucchio di pietre chiuso in una proprietà privata interdetta al pubblico.
Però dovete ammettere che le fantasie di prima non sono cose incredibili da romanzo di fantascienza, ma cose che in tanti anni (frequento Palinuro da oltre mezzo secolo) si sarebbero potute realizzare, se solo avessimo cercato di mettere da parte i nostri egoismi, le invidie, i particolarismi: tutti difetti in cui siamo maestri. Non è forse strano che in un paese di quattromila abitanti (cioè i classici quattro gatti) ci siano decine di associazioni che perseguono fini lodevoli e meritori, più o meno gli stessi per tutte, ma che non riescono a mettersi d’accordo e a lavorare insieme? È forse destino che in un posto che qualcuno ha felicemente definito “u paravisu ri vasciu” non si riesca a debellare l’inferno che sembra volerlo distruggere?
Bene, amici, l’augurio di Natale che vi faccio, e che faccio a me stesso, è proprio questo: che riusciamo a lavorare tutti insieme per il nostro bene, cioè per il bene comune.
Auguri, Palinuro!

Paolino Vitolo